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Perdita di chance: come si prova il danno?

Una lavoratrice ha citato in giudizio un’azienda sanitaria pubblica per non averle conferito un incarico direttivo, sostenendo l’illegittimità della procedura di selezione. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha respinto il ricorso, chiarendo che per ottenere un risarcimento per perdita di chance non basta dimostrare l’irregolarità della selezione, ma è necessario provare una ‘significativa probabilità’ di successo. La Corte ha stabilito che il giudice di merito ha correttamente compiuto una valutazione prognostica comparando i profili dei candidati, e tale valutazione, se ben motivata, non è sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Perdita di Chance: Non Basta l’Illegittimità della Selezione per il Risarcimento

L’annullamento di una procedura di selezione pubblica non garantisce automaticamente un risarcimento del danno per perdita di chance. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il candidato escluso deve dimostrare di aver avuto una probabilità ‘significativa’ e concreta di ottenere l’incarico. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire quali sono i requisiti per tutelare le proprie ragioni.

I Fatti di Causa

Una dipendente di un’azienda sanitaria pubblica impugnava gli atti con cui era stato conferito un incarico di Direttore di struttura complessa a un altro candidato, lamentando una valutazione comparativa errata dei curricula. La lavoratrice chiedeva al giudice di accertare il suo diritto a ottenere l’incarico e, di conseguenza, di condannare l’azienda al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’appello rigettavano le sue domande. Sebbene la Corte territoriale avesse riconosciuto l’invalidità dell’operato della Pubblica Amministrazione, aveva escluso il diritto al risarcimento. I giudici di merito, infatti, avevano compiuto un’analisi probabilistica, comparando i titoli della ricorrente con quelli del vincitore, e avevano concluso che non sussisteva una probabilità sufficientemente elevata che la lavoratrice potesse vincere la selezione, anche se fosse stata condotta legittimamente. Di conseguenza, la dipendente ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte e la Prova della Perdita di Chance

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito che, nei casi di perdita di chance derivante da procedure di selezione nel pubblico impiego privatizzato, il giudice non deve limitarsi a constatare l’illegittimità dell’atto. Il suo compito è più complesso: deve procedere a una valutazione comparativa ex novo dei profili dei candidati per verificare se l’attore avesse una ‘significativa probabilità’ di essere prescelto.

Il ricorso della lavoratrice si basava su tre motivi principali:
1. Violazione dei principi di buon andamento e imparzialità della P.A.
2. Mancata considerazione di un presunto conflitto di interessi del Presidente della Commissione.
3. Errata valutazione dei titoli, sostenendo che i suoi fossero superiori a quelli del vincitore.

La Corte ha ritenuto tutti i motivi inammissibili. In particolare, ha sottolineato che la critica mossa dalla ricorrente si concentrava sull’illegittimità della procedura, un aspetto già riconosciuto dalla Corte d’appello. Tuttavia, il punto cruciale non era l’invalidità in sé, ma le sue conseguenze sul diritto al risarcimento.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nella distinzione tra l’illegittimità della procedura e la prova del danno da perdita di chance. Richiamando un proprio precedente (Cass. n. 6485/2021), la Corte ha spiegato che l’atto di conferimento di un incarico dirigenziale richiede un’adeguata motivazione. Quando questa motivazione è mancante o illegittima, il giudice investito della domanda risarcitoria deve:

1. Procedere a una nuova valutazione comparativa: il giudice deve analizzare i profili dei candidati per verificare se chi agisce in giudizio avesse una probabilità seria e concreta di vincere.
2. Quantificare il danno: solo in caso di esito positivo di tale verifica, il giudice può calcolare il risarcimento, tenendo conto dell’inevitabile incertezza legata alla natura ipotetica del giudizio prognostico.

La Corte d’appello aveva seguito esattamente questo iter. Aveva accertato l’invalidità della procedura ma, procedendo alla valutazione comparativa, aveva escluso che la ricorrente avesse una probabilità ‘significativamente elevata’ di ottenere l’incarico. Questo tipo di accertamento, essendo una valutazione di merito basata sulle prove in atti, non può essere contestato in sede di legittimità se, come in questo caso, è sorretto da una motivazione logica e coerente.

In sintesi, la lavoratrice non poteva limitarsi a contestare la nullità della procedura, ma avrebbe dovuto censurare specificamente il giudizio probabilistico compiuto dal giudice di merito, cosa che non ha fatto in modo adeguato.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: per ottenere un risarcimento per perdita di chance in una selezione pubblica, non è sufficiente dimostrare un vizio procedurale. È indispensabile fornire al giudice elementi concreti che provino l’esistenza di una probabilità seria, concreta e apprezzabile di aver perso un’opportunità favorevole. La valutazione del giudice di merito su questo punto è cruciale e, se ben motivata, difficilmente potrà essere ribaltata in Cassazione. Il semplice ‘sogno’ di una vittoria non è sufficiente a fondare una richiesta di risarcimento.

È sufficiente dimostrare l’illegittimità di una procedura di selezione per ottenere il risarcimento del danno da perdita di chance?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, oltre a provare l’illegittimità della procedura, il candidato deve dimostrare di aver avuto una ‘significativa probabilità’ di ottenere l’incarico se la selezione si fosse svolta correttamente.

Cosa deve fare il giudice quando valuta una domanda di risarcimento per perdita di chance?
Il giudice non si limita ad annullare l’atto illegittimo, ma deve compiere un ‘giudizio prognostico’. Deve cioè procedere a una nuova valutazione comparativa dei profili e dei titoli dei candidati per stabilire se l’attore avesse una concreta possibilità di essere prescelto.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione del giudice di merito sulla probabilità di successo?
No, se la valutazione è un accertamento di merito ben motivato. La Corte di Cassazione può controllare solo la logicità e la coerenza della motivazione, ma non può riesaminare le prove e sostituire la propria valutazione a quella del giudice di grado inferiore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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