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Perdita di chance: Cassazione chiarisce il risarcimento

A seguito di un ritardo nella diagnosi di un tumore che ha portato al decesso di una paziente, i suoi eredi hanno citato in giudizio la struttura sanitaria. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha annullato la decisione di merito, cogliendo l’occasione per fare chiarezza sulla fondamentale distinzione tra il ‘danno da perdita di chance’ di sopravvivenza, che è trasmissibile agli eredi, e il ‘danno da perdita anticipata della vita’, che spetta agli eredi iure proprio. La Corte ha censurato la sentenza precedente per aver confuso i due concetti e per la totale assenza di motivazione nell’aumentare la percentuale di chance perduta, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Perdita di Chance: La Cassazione Fa Chiarezza sul Risarcimento del Danno

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un tema delicato e complesso della responsabilità medica: la distinzione tra il danno da perdita di chance di sopravvivenza e il danno da perdita anticipata della vita. La pronuncia offre principi chiari per la corretta qualificazione e liquidazione di queste voci di danno, spesso confuse nella pratica forense. Il caso trae origine da una tragica vicenda di ritardo diagnostico che ha portato alla morte di una paziente.

I Fatti del Caso: Un Ritardo Diagnostico Fatale

Una paziente, a seguito di un controllo mammografico del 2006 risultato negativo, scopriva l’anno successivo di avere un carcinoma duttale infiltrante con metastasi. Nonostante le cure, la patologia progrediva, portando al decesso della donna alcuni anni dopo. I suoi familiari, ritenendo che il ritardo diagnostico di un anno avesse compromesso le possibilità di sopravvivenza, citavano in giudizio l’Azienda Sanitaria Locale per ottenere il risarcimento dei danni.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello riconoscevano la responsabilità della struttura, liquidando un danno da perdita di chance quantificato in una percentuale del 55%, superiore a quella indicata dal consulente tecnico d’ufficio (30%). Gli eredi proponevano inoltre un ricorso incidentale lamentando il mancato riconoscimento del danno da perdita di chance acquisito dalla defunta e a loro trasmesso iure successionis.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto i motivi principali del ricorso dell’Azienda Sanitaria e il ricorso incidentale degli eredi, cassando con rinvio la sentenza della Corte d’Appello. La decisione è stata annullata perché il giudice di merito ha commesso un errore fondamentale: ha confuso e sovrapposto i concetti di “danno da perdita di chance” e “danno da perdita anticipata della vita”, applicando in modo errato i relativi principi di risarcibilità.

Le Motivazioni: La Distinzione Cruciale sulla Perdita di Chance

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella netta demarcazione tra due diverse tipologie di danno, che non possono essere cumulate.

Danno da Perdita di Chance vs. Danno da Perdita Anticipata della Vita

La Corte chiarisce che:
1. Il danno da perdita di chance di sopravvivenza si configura quando la condotta colpevole del medico non ha causato con certezza la morte, ma ha privato il paziente di una concreta e apprezzabile possibilità di ottenere un esito migliore (maggiore sopravvivenza o guarigione). Questo danno, inteso come perdita di una possibilità, è un bene che entra nel patrimonio del paziente quando è ancora in vita e, di conseguenza, può essere trasmesso agli eredi iure successionis.
2. Il danno da perdita anticipata della vita si verifica quando è accertato, secondo il criterio del “più probabile che non”, che l’errore medico ha causato la morte anticipata del paziente. In questo caso, il danno non è risarcibile alla vittima (trattandosi del cosiddetto “danno tanatologico”), ma spetta ai congiunti iure proprio, ovvero come diritto autonomo al risarcimento per il minor tempo che hanno potuto trascorrere con il loro caro.

La Corte d’Appello aveva erroneamente liquidato un danno definito come perdita di chance, parametrandolo però alla certezza della perdita di una quota di vita, negando al contempo il diritto degli eredi a ricevere il risarcimento per la chance perduta dalla loro congiunta.

Il Vizio di Motivazione sulla Quantificazione del Danno

Un altro punto cruciale di censura riguarda la motivazione. La Cassazione ha ritenuto la decisione della Corte d’Appello totalmente immotivata nel punto in cui ha innalzato la percentuale di chance perduta dal 30% (indicato dal CTU) al 55%. I giudici di merito si erano limitati a un generico riferimento a “età e ritardo diagnostico”, una “vuota formula autoreferente” incapace di giustificare una simile maggiorazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi opera nel settore della responsabilità sanitaria. È essenziale qualificare correttamente la domanda di risarcimento fin dall’inizio: si sta chiedendo il ristoro per la perdita di una possibilità (chance) o per un evento certo (la morte anticipata)? La scelta determina non solo la tipologia di danno risarcibile, ma anche la legittimazione ad agire (gli eredi iure successionis o iure proprio). Inoltre, la decisione sottolinea ancora una volta l’obbligo per il giudice di motivare in modo puntuale e logico ogni sua statuizione, specialmente quando si discosta dalle risultanze tecniche e procede a una liquidazione equitativa del danno. Per le vittime di malasanità e i loro familiari, ciò si traduce nella necessità di impostare l’azione legale su basi giuridiche solide e prove rigorose, per evitare che la richiesta venga respinta per un’errata qualificazione del danno subito.

In caso di errore medico che porta alla morte, che differenza c’è tra ‘danno da perdita di chance’ e ‘danno da perdita anticipata della vita’?
Secondo l’ordinanza, il danno da perdita di chance riguarda la perdita di una possibilità concreta di sopravvivere più a lungo a causa dell’errore, ed è un diritto che la vittima acquisisce e può trasmettere agli eredi. Il danno da perdita anticipata della vita, invece, si configura quando l’errore ha causato con certezza una morte prematura; in questo caso, il danno non è della vittima, ma dei suoi congiunti, che subiscono la perdita del rapporto parentale per un tempo maggiore.

Il diritto al risarcimento per la perdita di chance di sopravvivenza può essere ereditato?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il danno da perdita di chance di (maggiore) sopravvivenza è una posta risarcitoria che matura in capo al paziente quando è ancora in vita. Pertanto, tale diritto entra a far parte del suo patrimonio e, alla sua morte, si trasmette agli eredi per successione (iure successionis).

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione precedente?
La Corte ha annullato la decisione per tre ragioni principali: 1) la Corte d’Appello ha confuso e sovrapposto i concetti di ‘perdita di chance’ e ‘perdita anticipata della vita’, applicandoli in modo contraddittorio; 2) ha negato erroneamente agli eredi il diritto a ottenere il risarcimento per la perdita di chance trasmessa loro per via ereditaria; 3) ha aumentato la percentuale del danno da perdita di chance in modo totalmente immotivato, senza fornire una spiegazione logica e concreta per tale aumento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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