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Pensione di anzianità: requisiti al momento domanda

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12822/2024, ha stabilito un principio fondamentale per la pensione di anzianità. Un lavoratore si era visto negare la pensione perché, al momento della domanda, non aveva raggiunto il requisito contributivo, maturato solo in un secondo momento. La Corte d’Appello aveva dato ragione al lavoratore, ma la Cassazione ha ribaltato la decisione. Ha chiarito che, a differenza delle pensioni di invalidità, per la pensione di anzianità tutti i requisiti devono essere perfezionati alla data esatta in cui si presenta la domanda amministrativa. Se i requisiti maturano dopo, è necessario presentare una nuova istanza.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Pensione di anzianità: il momento cruciale è la data della domanda

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale per chi si appresta a richiedere la pensione di anzianità: il momento esatto in cui tutti i requisiti necessari devono essere soddisfatti. La decisione chiarisce che, a differenza di altre prestazioni previdenziali, per la pensione di anzianità non sono ammesse deroghe: il diritto nasce e può essere esercitato solo se, alla data di presentazione dell’istanza amministrativa, il richiedente possiede già tutti i presupposti di legge, in particolare quello contributivo.

I fatti di causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un lavoratore che aveva presentato domanda di pensione di anzianità nel 2005. L’ente previdenziale aveva respinto la richiesta poiché, a quella data, non era ancora stato raggiunto il numero minimo di contributi. Tale requisito era stato però perfezionato nel corso del 2006, prima che il lavoratore avviasse la causa legale nel 2007.

La Corte d’Appello, in riforma della sentenza di primo grado, aveva dato ragione al lavoratore. I giudici di secondo grado avevano ritenuto applicabile, in via analogica, una norma prevista per le pensioni di invalidità (l’art. 149 att. c.p.c.), che consente di considerare perfezionati i requisiti sanitari anche in corso di causa. Di conseguenza, l’ente previdenziale era stato condannato al pagamento dei ratei pensionistici.

La decisione della Corte di Cassazione e la pensione di anzianità

L’ente previdenziale ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione della normativa specifica in materia di pensione di anzianità. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente il verdetto precedente e stabilendo un principio chiaro e rigoroso.

La regola generale: i requisiti alla data della domanda

I giudici di legittimità hanno affermato che il richiamo alla norma sulle pensioni di invalidità era del tutto inappropriato. La regola generale per la pensione di anzianità, sancita dall’articolo 22 della legge n. 153 del 1969, stabilisce che la prestazione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda. Questo principio implica, logicamente, che tutti gli elementi costitutivi del diritto, incluso il requisito contributivo, devono sussistere nel momento in cui la domanda viene inoltrata.

La differenza con le pensioni di invalidità

La Corte ha sottolineato la netta distinzione con le prestazioni di invalidità. Per queste ultime, la legge consente al giudice di tenere conto dell’aggravamento delle condizioni sanitarie avvenuto nel corso del giudizio. Questa è un’eccezione, dettata dalla natura stessa della prestazione, legata a uno stato di salute mutevole. Tale eccezione non può essere estesa alla pensione di anzianità, che si fonda su un dato oggettivo e calcolabile come il montante contributivo.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sulla necessità di dare certezza ai rapporti giuridici previdenziali. Permettere la maturazione dei requisiti dopo la domanda creerebbe incertezza e snaturerebbe il meccanismo previsto dal legislatore. Se al momento della richiesta manca uno degli elementi essenziali, la domanda deve essere respinta. Il lavoratore ha la facoltà di presentare una nuova istanza non appena tutti i requisiti saranno soddisfatti. Sarà da questa seconda, e valida, domanda che la pensione potrà decorrere.

La Corte ha ribadito un orientamento già consolidato in precedenti pronunce, rafforzando il principio secondo cui il procedimento amministrativo e quello giudiziario non possono ‘sanare’ una domanda originariamente infondata per mancanza dei presupposti di legge.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: prima di presentare la domanda per la pensione di anzianità, è cruciale verificare con la massima attenzione di possedere già tutti i requisiti richiesti dalla legge, in primis quello contributivo. In caso contrario, la domanda verrà inevitabilmente respinta e sarà necessario attendere il perfezionamento dei requisiti per poi presentare una nuova istanza, con conseguente slittamento della decorrenza della pensione. Una pianificazione attenta è, quindi, essenziale per evitare ritardi e complicazioni burocratiche.

Per ottenere la pensione di anzianità, quando devono essere maturati i requisiti contributivi?
Tutti i requisiti, inclusi quelli contributivi, devono essere già maturati alla data di presentazione della domanda amministrativa all’ente previdenziale.

Cosa succede se maturo i requisiti per la pensione di anzianità dopo aver presentato la domanda?
Se i requisiti maturano dopo la presentazione della domanda, quest’ultima viene respinta. È necessario presentare una nuova domanda e la pensione decorrerà dal mese successivo a questa nuova presentazione.

La regola che permette di maturare i requisiti sanitari in corso di causa per la pensione di invalidità si applica anche alla pensione di anzianità?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che quella regola (art. 149 att. c.p.c.) è specifica per le pensioni di invalidità e non può essere estesa alla pensione di anzianità, per la quale vale la regola generale della sussistenza dei requisiti al momento della domanda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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