Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 15326 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 15326 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 09/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso 4170-2024 proposto da:
COGNOME , elettivamente domiciliata in ROMA, INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato AVV_NOTAIO, che la rappresenta e difende;
– ricorrente –
contro
RAGIONE_RAGIONE_SOCIALE , in persona del legale rappresentante pro tempore, domiciliata in ROMA, INDIRIZZO, presso la CANCELLERIA DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE, rappresentata e difesa dall’avvocato NOME COGNOME;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 3188/2023 RAGIONE_SOCIALE CORTE D’APPELLO di ROMA, depositata il 26/09/2023 R.G.N. 291/2022;
Oggetto
Patto di prova
R.G.N.NUMERO_DOCUMENTO
COGNOME.
Rep.
Ud.27/02/2025
CC
udita la relazione RAGIONE_SOCIALE causa svolta nella camera di consiglio del 27/02/2025 dal AVV_NOTAIO.
RILEVATO CHE
la Corte di Appello di Roma, con la sentenza impugnata, ha confermato la pronuncia di primo grado che aveva respinto il ricorso di COGNOME NOME NOME ad accertare l’illegittimità del licenziamento intimatole il 2 marzo 2020 dalla RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_RAGIONE_SOCIALE, per mancato superamento del periodo di prova;
la sentenza, in sintesi, richiamando un precedente RAGIONE_SOCIALE medesima Corte (sent. n. 3741/22) nei confronti RAGIONE_SOCIALE stessa azienda, ha ritenuto che il patto di prova contenuto nel contratto di lavoro indicasse specificamente le mansioni con ‘il richiamo RAGIONE_SOCIALE contrattazione collettiva applicabile e RAGIONE_SOCIALE categoria di appartenenza’;
per la cassazione di tale sentenza, ha proposto ricorso la soccombente con un motivo; ha resistito con controricorso l’intimata RAGIONE_SOCIALE;
entrambe le parti hanno comunicato memorie;
all’esito RAGIONE_SOCIALE camera di consiglio, il Collegio si è riservato il deposito dell’ordinanza nel termine di sessanta giorni;
CONSIDERATO CHE
col motivo di ricorso si denuncia la violazione e falsa applicazione dell’art. 2096 c.c. ; si lamenta la non corrispondenza delle mansioni indicate nel contratto di assunzione a tempo indeterminato (operatrice di contact center e di back office ) ai profili professionali C1 RAGIONE_SOCIALE categoria C,
siccome tutti riguardanti mansioni di ambito socio -sanitario e di assistenza alla persona, proprie RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_RAGIONE_SOCIALE, ma estranee a quelle suindicate, effettivamente svolte presso RAGIONE_RAGIONE_SOCIALE per la realizzazione dell’RAGIONE_RAGIONE_SOCIALE, con il conseguente difetto di indicazione, anche per relationem , delle mansioni svolte nel patto di prova, pertanto nullo;
il ricorso non può trovare accoglimento per le ragioni già esposte da questa Corte su analogo motivo proposto nei confronti RAGIONE_SOCIALE medesima società avverso la sentenza RAGIONE_SOCIALE Corte di Appello di Roma richiamata nella motivazione di quella qui impugnata (Cass. n. 29078 del 2023);
va, quindi, ribadito che la causa del patto di prova è ravvisabile nella tutela dell’interesse di entrambe le parti contrattuali a sperimentare la reciproca convenienza al contratto di lavoro e, per evitare l’illegittimità del patto per incoerenza con la s uddetta causa, è necessario che esso contenga anche la specifica indicazione delle mansioni in relazione alle quali l’esperimento deve svolgersi (Cass. n. 3451 del 2000), atteso che la facoltà del datore di lavoro di esprimere la propria insindacabile valutazione sull’esito RAGIONE_SOCIALE prova presuppone che questa debba effettuarsi in ordine a mansioni esattamente identificate ed indicate (Cass. n. 9597 del 2017);
la specifica indicazione delle mansioni che ne costituiscono l’oggetto, e che il patto di prova deve contenere, può ben essere operata anche con riferimento alle declaratorie del contratto collettivo, sempre che il richiamo sia sufficientemente specifico e riferibile alla nozione classificatoria più dettagliata, sicché, se la categoria di un determinato livello accorpi un pluralità di profili, è necessaria l’indicazione del singolo profilo, mentre risulterebbe generica quella RAGIONE_SOCIALE sola categoria (Cass. n. 11722
del 2009; Cass. n. 9597 del 2017; Cass. n. 27785 del 2021; Cass. n. 5264 del 2023);
nel caso di specie, la Corte territoriale, dichiaratamente consapevole di tali principi, ha condiviso col Tribunale l’accertamento circa la specificità dell’indicazione, nel contratto di assunzione RAGIONE_SOCIALE lavoratrice, delle mansioni di operatrice di contact center e di back office con chiara individuazione del suo inquadramento, per il richiamo RAGIONE_SOCIALE contrattazione collettiva applicabile (CCNL Cooperative sociali) e RAGIONE_SOCIALE categoria di appartenenza (profilo professionale C1), con particolare riferimento a quello di ‘operatore tecnico dell’assistenza’;
la censura a tale apprezzamento si risolve in una diversa valutazione delle risultanze processuali rispetto a quella operata dai giudici di merito ai quali compete, invocando un controllo estraneo al sindacato di legittimità, per di più in una ipotesi in cui la ricostruzione del fatto è intangibile per la presenza di una cd. ‘doppia conforme’;
pertanto, il ricorso deve essere respinto, con spese che seguono la soccombenza liquidate come da dispositivo;
ai sensi dell’art. 13, comma 1 -quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, nel testo introdotto dall’art. 1, comma 17, RAGIONE_SOCIALE legge n. 228 del 2012, occorre altresì dare atto RAGIONE_SOCIALE sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte RAGIONE_SOCIALE ricorrente , dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello, ove dovuto, per il ricorso, a norma del comma 1bis dello stesso art. 13 (cfr. Cass. SS.UU. n. 4315 del 2020).
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso e condanna la soccombente al pagamento delle spese che liquida in € 200,00 per esborsi e €
4.000,00 per compensi professionali, oltre rimborso per spese generali in misura del 15% e accessori di legge.
Ai sensi dell’art. 13, co. 1 quater, d.P.R. n. 115 del 2002 dà atto RAGIONE_SOCIALE sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte RAGIONE_SOCIALE ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello per il ricorso a norma del comma 1 bis dello stesso art. 13, se dovuto.
Così deciso in Roma nell’adunanza camerale del 27 febbraio