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Patti successori: nulla la rinuncia all’eredità futura

Una sorella aveva rinunciato a pretese sull’eredità paterna, impegnandosi a non interferire nella divisione tra madre e fratello. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale rinuncia non può estendersi alla futura eredità della madre, in quanto costituirebbe patti successori vietati dalla legge e quindi nulli. La Corte ha cassato la precedente decisione, riaffermando l’impossibilità di disporre di diritti derivanti da una successione non ancora aperta.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile

Patti Successori: Nulla la Rinuncia a Diritti su un’Eredità Futura

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 366 del 2024, è intervenuta su un tema cruciale del diritto successorio: il divieto di patti successori. Questa pronuncia chiarisce che la rinuncia a far valere i propri diritti ereditari su una successione non ancora aperta è radicalmente nulla, anche se inserita in un accordo transattivo più ampio. La decisione offre importanti spunti di riflessione sulla tutela dei diritti dei legittimari e sull’interpretazione degli accordi familiari in materia di eredità.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una complessa disputa familiare tra due fratelli, sorta dopo la morte della madre. Anni prima, alla morte del padre, la figlia aveva definito la propria quota di eredità paterna attraverso un accordo di conciliazione giudiziale. In tale sede, aveva ricevuto alcuni beni immobili e si era impegnata a “non ingerirsi nella divisione del restante asse ereditario” che sarebbe avvenuta tra la madre e il fratello.

Successivamente, la madre e il fratello avevano stipulato un secondo accordo, con cui la madre otteneva l’usufrutto su alcuni immobili e il figlio la nuda proprietà. Alla morte della madre, la figlia agiva in giudizio sostenendo che questo secondo accordo dissimulasse in realtà una donazione in favore del fratello, lesiva della sua quota di legittima sull’eredità materna. Chiedeva quindi la riduzione di tale donazione e la divisione dell’asse ereditario materno.

La Corte d’Appello aveva rigettato la domanda della figlia, interpretando il suo precedente impegno a “non ingerirsi” come una rinuncia a qualsiasi pretesa futura, inclusa quella relativa alla successione della madre. Contro questa decisione, la sorella ha proposto ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Corte di Cassazione sulla Nullità dei Patti Successori

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso della sorella. Il punto centrale della sentenza è l’applicazione dell’articolo 458 del codice civile, che sancisce la nullità di ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione o dei diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta.

I giudici di legittimità hanno chiarito che l’interpretazione data dalla Corte d’Appello all’accordo di conciliazione era errata. Sebbene la figlia potesse validamente rinunciare a ulteriori pretese sull’eredità del padre (già deceduto), non poteva in alcun modo rinunciare preventivamente ai diritti che le sarebbero spettati sull’eredità della madre, all’epoca ancora in vita.

Un accordo con tale contenuto si configurerebbe, appunto, come un patto successorio dispositivo, espressamente vietato dall’ordinamento. La rinuncia della figlia, pertanto, non poteva che essere limitata alla successione paterna e non poteva precluderle il diritto di agire, in qualità di erede legittimaria, per tutelare la sua quota di legittima sull’eredità della madre una volta che questa fosse venuta a mancare.

La Gestione dei Fondi Materni e le Spese Funerarie

La sentenza ha affrontato anche il ricorso incidentale del fratello, condannato in appello a restituire alla sorella la metà delle somme prelevate senza giustificazione dal conto corrente della madre. La Cassazione ha ritenuto inammissibili gran parte delle censure del fratello, poiché miravano a una rivalutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità.

Tuttavia, ha accolto parzialmente il ricorso per un aspetto specifico: le spese funerarie. La Corte ha ricordato che le spese per il funerale costituiscono un peso ereditario che grava su tutti gli eredi in proporzione alle rispettive quote (ex art. 752 c.c.). Di conseguenza, il fratello, avendo anticipato l’intera spesa, aveva diritto al rimborso della metà dell’importo da parte della sorella coerede. Tale somma dovrà essere detratta da quanto egli è tenuto a restituire.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sul principio inderogabile della nullità dei patti successori. La sentenza sottolinea che la libertà di disporre dei propri beni tramite testamento può essere esercitata solo dal testatore ed è un atto strettamente personale e revocabile fino all’ultimo istante di vita. Permettere accordi su successioni future minerebbe questa libertà e potrebbe dar luogo a speculazioni moralmente e socialmente riprovevoli.

La Corte ha stabilito un chiaro principio di diritto: «è nulla per contrasto con il divieto di cui all’art. 458 cod. civ. la transazione con la quale uno dei futuri eredi, quando è ancora in vita la de cuius, rinunci a vantare i diritti, anche quale legittimario, sulla futura successione». L’errore della Corte d’Appello è stato quello di non considerare che, al momento della rinuncia, il patrimonio della madre includeva già la sua quota di eredità paterna e che una rinuncia estesa ai diritti sulla futura successione materna avrebbe violato il divieto dei patti successori.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio la sentenza impugnata, stabilendo che il giudice del rinvio dovrà riesaminare la domanda della sorella senza considerare la sua precedente rinuncia come un ostacolo all’esercizio dei suoi diritti di legittimaria sull’eredità della madre. La pronuncia riafferma con forza un principio cardine del nostro ordinamento, garantendo che i diritti successori possano essere fatti valere solo dopo l’apertura della successione e non possano essere oggetto di accordi preventivi.

È valida la rinuncia ai diritti sull’eredità di una persona ancora in vita?
No, non è valida. L’articolo 458 del codice civile vieta espressamente i cosiddetti “patti successori”, ossia qualsiasi accordo con cui si dispone di diritti che potrebbero spettare da una successione non ancora aperta. Una tale rinuncia è considerata nulla dalla legge.

Una transazione che definisce una successione già aperta può impedire di agire per la tutela dei propri diritti su una successione futura?
No. La rinuncia a ulteriori pretese su un’eredità già aperta (ad esempio, quella del padre già deceduto) è valida, ma non può essere interpretata come una rinuncia ai diritti ereditari su una successione non ancora aperta (quella della madre ancora in vita). Estendere l’efficacia della rinuncia a una successione futura la renderebbe nulla per violazione del divieto di patti successori.

A chi spettano le spese funerarie in caso di più eredi?
Le spese funerarie sono considerate un peso ereditario e, secondo l’articolo 752 del codice civile, gravano su tutti gli eredi in proporzione alla loro quota ereditaria. L’erede che le anticipa per intero ha diritto a ottenere il rimborso pro quota dagli altri coeredi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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