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Patrocinio Ente Riscossione: quando il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato dall’Ente di Riscossione per un vizio di rappresentanza legale. La decisione si fonda sul mancato rispetto di un protocollo che affida il patrocinio Ente Riscossione all’Avvocatura dello Stato, salvo specifiche eccezioni. L’assenza di tali eccezioni ha reso invalida la nomina di un avvocato privato, portando all’inammissibilità del ricorso.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Patrocinio Ente Riscossione: La Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso per Difetto di Rappresentanza

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale di natura procedurale: la validità del patrocinio Ente Riscossione nei giudizi di legittimità. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’Agenzia per un vizio insanabile nella procura conferita al proprio difensore, ribadendo la regola generale che affida la rappresentanza legale all’Avvocatura Generale dello Stato.

I Fatti di Causa: Dalla Cartella Esattoriale al Ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine dall’opposizione di una società a responsabilità limitata avverso alcune intimazioni di pagamento relative a crediti previdenziali. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla società, accertando l’avvenuta prescrizione quinquennale dei crediti per la maggior parte delle cartelle esattoriali contestate.

L’Ente di Riscossione, soccombente in entrambi i gradi di merito, decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidando la propria difesa a un avvocato del libero foro. Tuttavia, la controversia davanti alla Suprema Corte non è mai entrata nel merito delle questioni sulla prescrizione, fermandosi a un ostacolo preliminare di natura procedurale.

La Questione del Patrocinio Ente Riscossione: Analisi della Decisione

Il cuore della pronuncia della Cassazione risiede nella verifica della regolarità della costituzione in giudizio dell’Ente ricorrente. La Corte ha rilevato d’ufficio la carenza di jus postulandi, ovvero del potere del difensore di rappresentare la parte in giudizio.

Il Protocollo d’Intesa e la Rappresentanza Legale

La Corte ha fondato la sua decisione su un Protocollo d’Intesa stipulato il 22 giugno 2017 tra l’Agenzia delle Entrate Riscossione e l’Avvocatura Generale dello Stato. Tale accordo prevede che il patrocinio dell’Ente davanti alla Corte di Cassazione sia, di norma, affidato all’Avvocatura dello Stato. La possibilità di nominare un avvocato del libero foro è contemplata solo in casi eccezionali e tassativi:

1. Conflitto d’interessi;
2. Dichiarazione di indisponibilità da parte dell’Avvocatura ad assumere la difesa;
3. Adozione di un’apposita e motivata delibera da parte dell’Agenzia, come previsto dalla normativa di settore (R.D. n. 1611 del 1933).

Nel caso specifico, nessuna di queste condizioni eccezionali era stata dimostrata.

Il Principio del Rilievo d’Ufficio

La Corte ha sottolineato che la sussistenza di questi presupposti non è un mero dettaglio formale, ma incide direttamente sulla validità della procura e, di conseguenza, sulla regolare costituzione del rapporto processuale. Pertanto, il giudice ha il dovere di rilevare tale vizio anche d’ufficio, cioè senza una specifica eccezione della controparte, in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello di cassazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della Corte sono state nette e proceduralmente rigorose. L’invalidità del conferimento della procura a un avvocato del libero foro, in assenza dei presupposti di legge, comporta la nullità del ricorso stesso. Non essendo possibile sanare tale vizio, l’unica conseguenza è la declaratoria di inammissibilità. La Corte ha richiamato una giurisprudenza ormai consolidata sul punto, che conferma questa interpretazione restrittiva delle norme sulla rappresentanza processuale degli enti pubblici. In ragione della recente formazione di questo orientamento giurisprudenziale, le spese di lite sono state compensate tra le parti.

Conclusioni: L’Importanza della Rappresentanza Legale per l’Ente

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: le regole sulla rappresentanza processuale degli enti pubblici sono inderogabili e la loro violazione ha conseguenze drastiche. Per l’Ente di Riscossione, la scelta del difensore per un giudizio in Cassazione non è libera, ma vincolata alle previsioni del protocollo con l’Avvocatura dello Stato. La decisione serve da monito sulla necessità di una scrupolosa osservanza delle norme procedurali, la cui violazione può vanificare le ragioni di merito, anche se fondate, portando a una pronuncia di inammissibilità che chiude definitivamente il contenzioso.

Chi deve rappresentare in giudizio l’Ente di Riscossione davanti alla Corte di Cassazione?
Secondo la Corte, in base a un protocollo d’intesa, il patrocinio dell’Ente di Riscossione davanti alla Corte di Cassazione è convenzionalmente affidato all’Avvocatura Generale dello Stato.

Un avvocato del libero foro può difendere l’Ente di Riscossione in Cassazione?
Sì, ma solo in casi eccezionali e specifici: in presenza di un conflitto d’interessi, di una dichiarazione di indisponibilità da parte dell’Avvocatura dello Stato, o di un’apposita e motivata delibera dell’Ente stesso. In assenza di queste condizioni, la nomina è invalida.

Qual è la conseguenza di un vizio di rappresentanza legale per il ricorso dell’Ente di Riscossione?
La conseguenza è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Il giudice è tenuto a rilevare d’ufficio tale invalidità, poiché incide sulla regolare costituzione del rapporto processuale e non è sanabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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