Patrocinio a Spese dello Stato: L’Uso del Trust può Essere Considerato Mala Fede?
La Corte di Cassazione affronta una questione inedita e di grande impatto pratico: l’accesso al patrocinio a spese dello Stato può essere negato a chi ha volontariamente ridotto il proprio patrimonio apparente attraverso la costituzione di un trust? Con un’ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha deciso di non pronunciarsi immediatamente, ma di rimettere la causa a un’udienza pubblica per un esame più approfondito, data la rilevanza della materia.
I Fatti di Causa
Il caso nasce dal ricorso del Ministero della Giustizia contro un’ordinanza del Tribunale di Ancona. Un cittadino aveva richiesto l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato per una causa civile. Tuttavia, la sua situazione reddituale, rientrante nei limiti di legge, era il risultato di una precedente operazione: la segregazione dei propri beni all’interno di un trust. Il Ministero ha contestato tale ammissione, sostenendo che un simile comportamento, volto a ridurre artificiosamente il reddito per accedere al beneficio, potesse configurare una condotta contraria a buona fede.
La Questione Rimessa al vaglio della Corte sul patrocinio a spese dello Stato
La Seconda Sezione Civile della Cassazione, investita della decisione, ha riconosciuto che la questione sollevata non è mai stata affrontata prima dalla giurisprudenza di legittimità. Il quesito è fondamentale: la volontarietà o la colpevolezza nella condotta di chi, attraverso un trust, si pone al di sotto della soglia reddituale prevista dall’art. 76 del D.P.R. 115/2002, può assumere rilievo ai fini della concessione del patrocinio a spese dello Stato? In altre parole, un atto formalmente lecito come la costituzione di un trust può essere considerato un abuso del diritto se finalizzato a ottenere un beneficio statale?
Le Motivazioni dell’Ordinanza
La Corte ha ritenuto che la questione avesse un eccezionale ‘rilievo nomofilattico’. Questo significa che la decisione finale avrà un impatto significativo sull’interpretazione e l’applicazione uniforme della legge in tutto il territorio nazionale. Oltre all’importanza giuridica, i giudici hanno sottolineato anche la notevole rilevanza economica della questione. Concedere o negare il beneficio in queste circostanze crea un precedente con importanti conseguenze per le finanze pubbliche. Per questi motivi, invece di decidere in camera di consiglio, la Corte ha optato per un rinvio a un’udienza pubblica. Questa procedura consentirà di ‘stimolare la discussione delle parti’ e di acquisire le conclusioni della Procura Generale, garantendo una valutazione più completa e ponderata prima di stabilire un principio di diritto così cruciale.
Le Conclusioni
L’ordinanza interlocutoria non fornisce una risposta, ma apre un dibattito fondamentale sui limiti della buona fede nell’accesso al patrocinio a spese dello Stato. La futura sentenza della Corte di Cassazione è attesa con grande interesse, poiché definirà se l’utilizzo di strumenti giuridici come il trust per ridurre il proprio reddito possa essere considerato un espediente elusivo e, di conseguenza, un ostacolo all’ottenimento dell’assistenza legale gratuita. La decisione finale stabilirà un importante confine tra la legittima pianificazione patrimoniale e l’abuso di un diritto finalizzato a gravare sulla collettività.
Qual è la questione giuridica al centro di questa ordinanza?
La questione è se una persona che volontariamente e consapevolmente segrega i propri beni in un trust per scendere al di sotto del limite di reddito previsto dalla legge possa essere esclusa dal patrocinio a spese dello Stato per contrarietà a buona fede.
Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto la questione inedita, di notevole importanza per l’uniforme interpretazione della legge (rilievo nomofilattico) e con significative implicazioni economiche. Pertanto, ha rinviato la causa a un’udienza pubblica per consentire un dibattito più ampio tra le parti e acquisire il parere della Procura Generale.
Cosa accadrà adesso nel processo?
Verrà fissata una nuova udienza pubblica davanti alla Corte di Cassazione. In quella sede, le parti e la Procura Generale esporranno le loro argomentazioni in modo approfondito, dopodiché la Corte emetterà una sentenza che deciderà la questione e creerà un precedente per casi futuri.
Testo del provvedimento
Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 13363 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 2 Num. 13363 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 20/05/2025
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso iscritto al n. 29949/2020 R.G. proposto da:
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, domiciliato in ROMA INDIRIZZO presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che lo rappresenta e difende,
-ricorrente-
contro
ERCOLI NOME
-intimato- avverso l’ ORDINANZA del TRIBUNALE di ANCONA n. 1669/2019 depositata il 19.3.2020.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 15.5.2025 dal Consigliere NOME COGNOME
Rilevato che la controversia pone la questione di rilievo nomofilattico, se ai fini dell’ammissione di un soggetto al patrocinio
a spese dello Stato per una causa civile, e della valutazione del superamento, o meno, del limite reddituale previsto dall’art. 76 del D.P.R. n. 115/2002, ratione temporis applicabile, possa o meno assumere rilievo, per contrarietà a buona fede del diritto all’ammissione al patrocinio a spese dello Stato esercitato, la volontarietà, o colpevolezza della condotta del soggetto richiedente il beneficio, che risulti al di sotto di quel limite secondo i redditi dichiarati, per avere in precedenza segregato i propri beni in un trust , questione in precedenza mai trattata dalla Suprema Corte; considerato che su tale questione, di notevole rilevanza anche economica, risulta necessario stimolare la discussione delle parti ed acquisire le conclusioni della Procura Generale;
visto l’art. 375 cpc;
P.Q.M.
Rinvia la causa a nuovo ruolo per la fissazione di udienza pubblica. Si comunichi. Così deciso in Roma, il 15.5.2025.