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Patrocinio a carico dello Stato: spese legali allo Stato

La Corte di Cassazione corregge un’ordinanza per errore materiale, chiarendo che in caso di vittoria di una parte ammessa al patrocinio a carico dello Stato, le spese legali liquidate non vanno pagate alla parte stessa, ma direttamente allo Stato. La decisione si fonda sull’art. 133 del d.P.R. 115/2002, che impone il versamento delle spese processuali in favore dell’Erario per recuperare i costi del patrocinio gratuito concesso.

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Patrocinio a carico dello Stato: a chi vanno pagate le spese legali?

Quando una parte vince una causa usufruendo del patrocinio a carico dello Stato, a chi devono essere versate le spese legali liquidate dal giudice? La risposta, netta e precisa, arriva da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha corretto un proprio precedente provvedimento per un errore materiale. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: le somme non vanno alla parte vittoriosa, ma direttamente nelle casse dello Stato.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una causa di scioglimento della comunione tra due ex coniugi. Inizialmente, la Corte d’Appello aveva respinto le richieste di uno dei due. Quest’ultimo ha quindi presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con una prima ordinanza, ha rigettato il ricorso, condannando il ricorrente a pagare le spese legali in favore dell’ex coniuge, risultata vittoriosa nel giudizio.

Tuttavia, vi era un dettaglio cruciale: la parte vittoriosa era stata ammessa al patrocinio a carico dello Stato. Di conseguenza, la stessa ha presentato un’istanza per la correzione dell’errore materiale contenuto nell’ordinanza, sostenendo che le spese legali non avrebbero dovuto essere liquidate in suo favore, ma a favore dello Stato, che si era fatto carico dei costi della sua difesa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza di correzione. I giudici hanno riconosciuto che l’ordinanza precedente conteneva un errore materiale nel disporre il pagamento delle spese direttamente alla parte, anziché all’Erario.

Di conseguenza, la Corte ha disposto la modifica del dispositivo della precedente ordinanza. La frase “in favore della controricorrente” è stata sostituita con la dicitura corretta: “in favore dello Stato, per essere stata la controricorrente ammessa al beneficio del patrocinio a carico dello Stato”.

Le Motivazioni: Il Principio del Patrocinio a carico dello Stato

La decisione della Corte si fonda su una regola chiara e consolidata, sancita dall’articolo 133 del Testo Unico sulle Spese di Giustizia (d.P.R. 115/2002). Questa norma stabilisce inequivocabilmente che il provvedimento che condanna la parte soccombente al pagamento delle spese processuali a favore della parte ammessa al patrocinio gratuito, deve disporre che il pagamento sia eseguito a favore dello Stato.

La logica di questa norma è duplice. Da un lato, si evita un ingiustificato arricchimento della parte vittoriosa, che non ha sostenuto alcun costo per la propria difesa. Dall’altro, si permette allo Stato di recuperare, almeno in parte, le somme anticipate per garantire il diritto di difesa a chi non ne avrebbe avuto i mezzi.

La Corte ha inoltre specificato che questo tipo di errore, essendo un mero errore materiale che non incide sulla sostanza della decisione, è correggibile anche d’ufficio, attraverso la procedura semplificata prevista dall’art. 391-bis del codice di procedura civile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza, pur risolvendo un caso specifico, riafferma un principio di fondamentale importanza pratica per avvocati e cittadini. Chiunque sia coinvolto in un contenzioso contro una parte ammessa al patrocinio a carico dello Stato deve essere consapevole che, in caso di sconfitta, le spese legali non dovranno essere versate alla controparte, ma direttamente allo Stato. Per la parte ammessa al beneficio, invece, è chiaro che non potrà incassare direttamente tali somme. Si tratta di un meccanismo di giustizia sociale che garantisce l’accesso alla tutela legale senza creare indebite locupletazioni.

A chi vanno pagate le spese legali se la parte vittoriosa è ammessa al patrocinio a carico dello Stato?
Le spese legali devono essere pagate direttamente a favore dello Stato e non alla parte personalmente. Lo Stato, in questo modo, recupera le somme anticipate per la difesa del cittadino non abbiente.

È possibile correggere un’ordinanza che assegna erroneamente le spese alla parte invece che allo Stato?
Sì, è possibile. Secondo la Corte, si tratta di un errore materiale correggibile, anche d’ufficio, attraverso la procedura specifica prevista dall’art. 391-bis del codice di procedura civile, in quanto non modifica la sostanza della decisione.

Qual è la base normativa per cui le spese legali vanno liquidate a favore dello Stato in caso di patrocinio gratuito?
La norma di riferimento è l’art. 133 del d.P.R. n. 115 del 2002 (Testo Unico sulle Spese di Giustizia), il quale prevede espressamente che il provvedimento che pone le spese a carico della parte soccombente disponga il pagamento a favore dello Stato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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