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Giurisprudenza Civile

Prestazioni professionali e vizi nell'esecuzione dell'opera

Il Tribunale, accertata l’infondatezza dell’eccezione di prescrizione, ha revocato il decreto ingiuntivo e condannato il committente al pagamento del compenso per le prestazioni professionali, seppur ridotto in ragione dell’applicazione di uno sconto. Parzialmente accolta, invece, la domanda riconvenzionale, essendo stata accertata la responsabilità del professionista per alcuni vizi e difformità riscontrati nell’esecuzione dell’opera.

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Risoluzione contratto d'appalto per grave inadempimento

Il mancato completamento dei lavori appaltati, con conseguente abbandono del cantiere, configura un grave inadempimento contrattuale che giustifica la risoluzione del contratto ex art. 1453 c.c.. L’appaltatore inadempiente ha diritto al solo compenso per le opere effettivamente eseguite e utilizzabili dal committente, con obbligo di restituzione dell’eccedenza. Le spese stragiudiziali sostenute dal committente per consulenze tecniche propedeutiche al giudizio sono risarcibili se risultano utili e necessarie in una prospettiva ex ante.

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Insolvenza come incapacità di far fronte alle obbligazioni

La sentenza definisce l’insolvenza come incapacità di far fronte alle obbligazioni con il proprio patrimonio. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, dichiara l’apertura della liquidazione giudiziale.

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Risarcimento danni da infiltrazioni da lastrico solare

Il condominio è responsabile dei danni causati da infiltrazioni provenienti da parti comuni dell’edificio. La responsabilità ex art. 2051 c.c. si configura anche in caso di omessa custodia del bene comune da parte dell’amministratore. Il condomino danneggiato ha diritto al risarcimento dei danni subiti.

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Esclusione da associazione per diniego uso immagini figlie

L’esclusione di un associato per motivi compatibili con lo statuto associativo, se supportata da delibera assembleare motivata, non è contestabile. Il diniego all’uso dell’immagine del minore, seppur legittimo, non può prevalere sulle regole associative.

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Sanzioni irrogate per violazione della normativa bancaria

La sentenza si concentra sulla legittimità delle sanzioni amministrative irrogate per violazione della normativa bancaria in materia di sana e prudente gestione. La Corte ha affermato la correttezza dell’operato dell’autorità di vigilanza, evidenziando l’importanza di una gestione aziendale prudente e consapevole dei rischi.

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Nullità clausola fideiussione per decorrenza termini

La sentenza conferma che il termine di sei mesi previsto dall’art. 1957 c.c. per l’azione di regresso del creditore contro il fideiussore decorre dalla scadenza dell’obbligazione principale e non dalla chiusura del conto corrente. Superato tale termine, la banca decade dal diritto di far valere la garanzia.

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Onere della prova nei contratti di servizio

La sentenza sottolinea l’importanza dell’onere della prova nei contratti di servizio. In assenza di prove concrete sull’esecuzione delle prestazioni, anche in presenza di fattura, la pretesa di pagamento non può essere accolta.

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Risoluzione contratto di leasing e clausole vessatorie

La sentenza analizza la distinzione tra leasing traslativo e di godimento, l’applicabilità dell’art. 1526 c.c. in caso di risoluzione, la validità della clausola penale e l’onere probatorio in caso di eccezione di usurarietà. Si esamina la validità della clausola di indicizzazione, la legittimità del tasso floor e la nullità della fideiussione omnibus in caso di clausole vessatorie.

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Istanza di sospensione dell'esecuzione

La Corte d’Appello ha rigettato l’istanza di sospensione dell’esecuzione di una sentenza di primo grado, ritenendo l’impugnazione non manifestamente fondata e non sussistendo il periculum in mora, in quanto l’importo della condanna è tale da poter essere oggetto di restituzione in caso di esito favorevole dell’appello.

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Accettazione esplicita di un mutuo e vizio di consenso

La sentenza ribadisce che l’accettazione esplicita di un mutuo, anche in presenza di un eventuale interesse ad assumere la diversa posizione di garante, non può essere considerata come vizio di consenso, soprattutto se ratificata dalla sottoscrizione in presenza di un Notaio. Inoltre, la sentenza conferma che la compensazione di un credito può essere richiesta solo in presenza di un fatto illecito fonte di responsabilità civile.

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Recesso anticipato dal contratto di locazione

La Corte ha stabilito che in un contratto di locazione ad uso diverso dall’abitativo, le parti possono liberamente concordare le modalità del recesso anticipato, anche in assenza di gravi motivi. In questo caso, il conduttore è tenuto a rispettare il preavviso concordato nel contratto per esercitare il recesso anticipato, indipendentemente dalla presenza o meno di gravi motivi.

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Istanza inibitoria su sentenza contratti bancari

La Corte ha stabilito che l’impugnazione non presentava profili di evidente erroneità e che non sussistevano i presupposti per la concessione dell’inibitoria, in particolare il periculum in mora, non essendo emerso un concreto rischio di grave e irreparabile pregiudizio.

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Appello per difetto di prova del patto di prelazione

La sentenza ribadisce il principio secondo cui il diritto di prelazione immobiliare richiede la forma scritta e che spetta al beneficiario dimostrare l’esistenza del patto. Nel caso di specie, l’attore non ha fornito prove sufficienti a dimostrare l’esistenza di un accordo di prelazione sull’immobile oggetto di causa.

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Mancato pagamento oneri condominiali

La sentenza conferma l’obbligo del locatore di fornire documentazione dettagliata a supporto della richiesta di pagamento degli oneri condominiali, pena l’inammissibilità della richiesta stessa. Viene ribadita l’invalidità delle clausole contrattuali che prevedono l’aggiornamento automatico del canone.

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Contratti di appalto soggetti al D.Lgs. 81/2008

La sentenza chiarisce la distinzione tra contratti di appalto soggetti al D.Lgs. 81/2008 in materia di sicurezza e quelli esclusi. Inoltre, viene ribadito che l’eventuale mancata redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento non comporta la nullità del contratto, ma l’applicazione di specifiche sanzioni. Infine, la sentenza affronta il tema del risarcimento danni ex art. 96 c.p.c., escludendone l’applicabilità nel caso di specie.

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Riduzione assegno di mantenimento figlia maggiorenne

Il decreto affronta il tema dell’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni non autosufficienti, pur se inseriti nel mondo del lavoro. Si ribadisce che la precarietà lavorativa e la discontinuità dei rapporti di lavoro non consentono di ritenere raggiunta un’autonomia economica tale da escludere il diritto al mantenimento.

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Nullità contratto preliminare di permuta

In tema di permuta di cosa presente con cosa futura, la Corte d’Appello ha ribadito il principio per cui l’oggetto del contratto deve essere determinato o determinabile. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il contratto di permuta fosse nullo per indeterminatezza dell’oggetto, in quanto non era possibile individuare gli immobili oggetto della permuta. La Corte ha altresì precisato che, in caso di nullità del contratto, il giudice può disporre la restituzione di quanto pagato in esecuzione dello stesso, anche in assenza di una specifica domanda di restituzione dell’indebito.

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Sottoscrizioni scrittura privata e compravendita immobiliare

Il caso analizza la validità di una scrittura privata di compravendita immobiliare, confermando la regola secondo cui l’interesse della parte alla trascrizione del contratto non può essere tutelato con l’azione di esecuzione specifica prevista per i contratti preliminari (art. 2932 c.c.), ma solo con l’accertamento dell’autenticità delle sottoscrizioni. La sentenza chiarisce inoltre che, in tema di simulazione relativa, la confessione non può supplire alla mancanza della controdichiarazione scritta.

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Inammissibilità della revocazione per mancanza di procura speciale

La sentenza ribadisce il principio di diritto secondo cui la procura per la revocazione di una sentenza d’appello deve essere speciale e rilasciata successivamente al provvedimento impugnato. L’eventuale procura rilasciata per il giudizio di primo grado non può essere utilizzata per il giudizio di revocazione.

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