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Giurisprudenza Civile

Rinvio pregiudiziale: inammissibile senza difficoltà

La Corte di Cassazione, con il decreto n. 19883/2025, ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma. La questione riguardava la competenza a decidere sul ricorso di un migrante, trasferito in Albania dopo una detenzione in Italia, avverso il diniego di protezione internazionale. La Corte ha ritenuto che non sussistessero le gravi difficoltà interpretative richieste dalla legge per ammettere il rinvio pregiudiziale, affermando il dovere del giudice di merito di interpretare la legge anche di fronte a più soluzioni possibili.

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Estinzione del processo: cosa accade se si rinuncia?

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del processo dopo che una società di trasporti ha rinunciato al ricorso contro un suo dipendente. Il decreto analizza le conseguenze della rinuncia, focalizzandosi sulla condanna della parte rinunciante al pagamento delle spese legali, liquidate in via definitiva.

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Congedo per dottorato: retribuzione e prescrizione

Una dipendente pubblica in congedo per dottorato ha richiesto il pagamento della retribuzione per tale periodo. La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso dell’amministrazione, rinviando alla Corte d’Appello la valutazione sulla prescrizione dei crediti. Ha però confermato un principio fondamentale: il trasferimento a un’altra amministrazione pubblica dopo il dottorato non comporta l’obbligo di restituire gli stipendi percepiti, poiché il dipendente rimane al servizio del settore pubblico. La questione centrale riguarda il diritto alla retribuzione durante il congedo per dottorato.

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Demansionamento: risarcimento anche senza prova diretta

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un’azienda di trasporti al risarcimento del danno per demansionamento nei confronti di un proprio dipendente, un avvocato. Il lavoratore era stato progressivamente privato di ogni mansione fino alla completa inattività. La Corte ha stabilito che la prova del danno alla professionalità può essere raggiunta tramite presunzioni e che la liquidazione basata sull’intera retribuzione mensile è un parametro valido in casi di inattività totale.

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Controllo ispettivo cantiere: legittimo in area privata

La Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità di un controllo ispettivo in un cantiere edile, anche se situato su proprietà privata. La Corte ha respinto il ricorso di un lavoratore che sosteneva la violazione di domicilio, chiarendo che un cantiere, per sua natura accessibile, non può essere qualificato come ‘privata dimora’. Di conseguenza, gli ispettori del lavoro hanno il diritto di accedervi per le loro verifiche, senza che ciò costituisca un’intrusione illecita.

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Azione revocatoria: la prova presuntiva è sufficiente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza che accoglieva un’azione revocatoria. La Corte ha stabilito che una serie di indizi gravi, precisi e concordanti, come il legame di parentela stretto tra venditore e acquirente, la loro convivenza e l’opacità sui fondi, sono sufficienti a costituire una prova presuntiva della consapevolezza del terzo acquirente del pregiudizio arrecato al creditore.

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Contributi imprenditore agricolo: a chi spetta la prova?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’imprenditrice agricola, confermando la sua obbligazione al versamento dei contributi previdenziali. La sentenza stabilisce che, una volta accertati i presupposti per l’iscrizione a una gestione previdenziale, spetta all’interessato dimostrare il loro venir meno. Le dichiarazioni rese agli ispettori dell’ente costituiscono un valido elemento di prova. La Corte ha inoltre precisato che l’ente previdenziale ha autonomi poteri di verifica ai fini contributivi, indipendentemente dalle competenze regionali sulla qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP).

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Opposizione stato passivo: ricorso inammissibile

Una società creditrice ha presentato ricorso in Cassazione contro il rigetto della sua opposizione allo stato passivo di un fallimento. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, evidenziando la genericità dei motivi, la mancata specificazione di fatti storici decisivi e l’incapacità di censurare la ratio decidendi del provvedimento impugnato. In particolare, la Corte ha sottolineato come nell’opposizione stato passivo sia necessario indicare con precisione i documenti su cui si fonda la pretesa, anche se già depositati in precedenza.

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Litisconsorzio necessario: appello nullo senza eredi

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello in una causa per gravi difetti di un immobile. La decisione si fonda sulla violazione del principio del litisconsorzio necessario, poiché l’atto di appello era stato notificato solo a uno degli eredi della parte originaria deceduta, invece che a tutti. Questo vizio procedurale ha reso la sentenza nulla per mancata integrità del contraddittorio, portando al rinvio del processo per una nuova valutazione.

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Prescrizione bollette: quando decorre il termine?

Un utente ha contestato una bolletta per consumi pregressi, eccependo la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la decisione di merito secondo cui la prescrizione bollette non decorre se il ritardo nella fatturazione è causato dalla mancata collaborazione dell’utente nel permettere la lettura del contatore. Il termine, infatti, inizia a decorrere solo da quando il fornitore può concretamente accertare il consumo e far valere il proprio diritto.

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Estinzione giudizio Cassazione: rinuncia e accettazione

Una società di costruzioni aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello. Tuttavia, davanti alla Corte di Cassazione, ha rinunciato al ricorso. La controparte, un istituto di credito, ha accettato la rinuncia. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente il caso senza una decisione nel merito e senza statuire sulle spese legali, proprio in virtù dell’accordo tra le parti.

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Luce irregolare: quando un'apertura non è veduta

La Corte di Cassazione interviene in una disputa tra vicini, chiarendo i criteri per distinguere una “veduta” da una “luce irregolare”. L’ordinanza stabilisce che un’apertura non può essere considerata veduta se l’affaccio sul fondo del vicino non è esercitabile in condizioni di sufficiente comodità e sicurezza. Di conseguenza, una luce irregolare non può essere acquisita per usucapione e il vicino ha sempre il diritto di chiederne la regolarizzazione.

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Responsabilità solidale appalto e pagamento diretto

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiude un contenzioso in cui un ente committente, a fronte di un decreto ingiuntivo, aveva pagato direttamente i dipendenti dell’impresa appaltatrice inadempiente. I giudici di merito avevano stabilito che la responsabilità solidale appalto non autorizza il committente a sospendere i pagamenti verso l’appaltatore. La lite si è conclusa con un accordo e l’estinzione del procedimento prima della decisione finale della Cassazione.

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Nuova costruzione: distanze e ricostruzione edilizia

La Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale in materia di distanze edilizie. Una società aveva citato in giudizio un vicino che, dopo aver demolito e ricostruito un fabbricato, ne aveva aumentato altezza e volume. La Corte d’Appello aveva qualificato l’intervento come nuova costruzione, ordinando l’arretramento dell’intero edificio. La Cassazione, accogliendo il ricorso del proprietario, ha stabilito che, in assenza di specifiche norme locali, l’obbligo di rispettare le distanze per una nuova costruzione si applica solo alle parti che eccedono le dimensioni dell’edificio preesistente, e non all’intera struttura. La sentenza è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione.

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Estinzione giudizio per rinuncia: guida completa

Un decreto della Corte di Cassazione chiarisce il meccanismo dell’estinzione del giudizio. A seguito della rinuncia al ricorso principale da parte dell’appellante e della conseguente accettazione da parte dei resistenti e dei ricorrenti incidentali, la Corte ha dichiarato l’estinzione dell’intero procedimento. La decisione si fonda sull’articolo 391 del Codice di Procedura Civile, specificando che, data l’accettazione, non vi è luogo a provvedere sulle spese legali.

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TFR non versato: chi può agire in caso di fallimento?

Un lavoratore si è visto negare l’insinuazione al passivo per il TFR non versato al fondo pensione dal datore di lavoro poi fallito. I giudici di merito ritenevano che il diritto di agire spettasse solo al fondo. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che, di regola, il conferimento del TFR al fondo pensione costituisce una delegazione di pagamento e non una cessione del credito. Pertanto, la legittimazione attiva a recuperare le somme rimane in capo al lavoratore, a meno che non sia provata una specifica cessione del credito. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.

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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20776/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione tra il 1982 e il 1994. Il caso verteva sulla questione della prescrizione del diritto. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, secondo cui il termine decennale di prescrizione per queste richieste di risarcimento decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Poiché i ricorrenti non hanno interrotto la prescrizione entro il 2009, il loro diritto è stato considerato estinto.

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Frazionamento del credito: quando è legittimo?

Un’impresa di noleggio ponteggi ha ottenuto due decreti ingiuntivi distinti contro un cliente per canoni non pagati maturati in periodi diversi dello stesso contratto. Il cliente ha contestato la seconda azione come un illegittimo frazionamento del credito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il frazionamento del credito è legittimo quando il creditore ha un ‘apprezzabile interesse’. In questo caso, i canoni della seconda azione erano maturati dopo l’avvio della prima, giustificando una richiesta separata e rendendo la condotta del creditore non abusiva.

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Azione revocatoria: credito anteriore alla sentenza

La Corte di Cassazione conferma la revoca di una vendita immobiliare tra coniugi. Una ex datrice di lavoro aveva venduto un bene al marito dopo la fine del rapporto con una dipendente, la quale vantava crediti retributivi. La Corte stabilisce che ai fini dell’azione revocatoria, il credito del lavoratore sorge con il rapporto di lavoro e non con la sentenza che lo accerta, rendendo l’atto di vendita posteriore e quindi revocabile.

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Ammortamento alla francese: non è anatocismo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha respinto il ricorso di alcuni clienti contro un istituto di credito, stabilendo principi chiave in materia di mutui. I ricorrenti lamentavano usura, indeterminatezza e anatocismo nel loro contratto di mutuo, caratterizzato da un piano di ammortamento alla francese. La Corte ha rigettato tutte le doglianze, confermando la legittimità di tale piano di rimborso. In particolare, ha statuito che l’ammortamento alla francese non produce di per sé anatocismo, in quanto gli interessi vengono calcolati unicamente sul capitale residuo e non su interessi pregressi. La decisione ha inoltre affrontato temi processuali, come la discrezionalità del giudice nel disporre una consulenza tecnica.

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