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Pagamento debitor debitoris: chi citare in giudizio?

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha stabilito che, in caso di fallimento del debitore, l’azione per dichiarare l’inefficacia di un pagamento debitor debitoris eseguito dopo l’apertura della procedura concorsuale deve essere intentata contro il creditore che ha ricevuto la somma (accipiens) e non contro il terzo debitore che ha materialmente effettuato il pagamento. Il ricorso della procedura è stato dichiarato inammissibile per aver citato in giudizio il soggetto sbagliato.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Pagamento Debitor Debitoris Post-Fallimento: a Chi Chiedere la Restituzione?

In un contesto di crisi d’impresa, il recupero dei crediti diventa cruciale per la procedura concorsuale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico relativo al pagamento debitor debitoris avvenuto dopo l’apertura della liquidazione, chiarendo in modo definitivo contro chi deve essere indirizzata l’azione di inefficacia. La decisione sottolinea un principio fondamentale sulla legittimazione passiva, offrendo una guida preziosa per i curatori e i professionisti del settore.

I Fatti di Causa

Una società cooperativa, posta in liquidazione coatta amministrativa, aveva un credito verso un’azienda sanitaria locale. Prima della liquidazione, alcuni creditori della cooperativa avevano pignorato questo credito, ottenendo dal giudice dell’esecuzione un’ordinanza di assegnazione. Successivamente all’apertura della procedura concorsuale, l’azienda sanitaria, in qualità di debitor debitoris, ha eseguito i pagamenti in favore di questi creditori assegnatari.

La procedura di liquidazione, ritenendo tali pagamenti inefficaci ai sensi dell’art. 44 della Legge Fallimentare (poiché avvenuti dopo la dichiarazione di insolvenza), ha citato in giudizio l’azienda sanitaria per ottenere la restituzione delle somme.

Il Tribunale di primo grado ha accolto la domanda della procedura, ma la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, sostenendo che l’azione avrebbe dovuto essere proposta non contro il terzo debitore che aveva pagato, ma contro i creditori che avevano effettivamente ricevuto le somme. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione sul Pagamento Debitor Debitoris

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la correttezza della sentenza d’appello e consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai stabile. Il punto centrale della decisione riguarda l’individuazione del corretto legittimato passivo nell’azione volta a far dichiarare l’inefficacia di un pagamento debitor debitoris.

La Corte ha spiegato che, sebbene il pagamento eseguito dal terzo debitore dopo la dichiarazione di fallimento del proprio creditore sia inefficace verso la massa, l’azione di restituzione non può colpire chi ha eseguito il pagamento, bensì chi ne ha beneficiato.

Le Motivazioni della Decisione

Il ragionamento della Corte si basa sulla distinzione tra i due rapporti giuridici coinvolti:

1. Rapporto tra debitore fallito e creditore assegnatario: Il pagamento estingue un debito del soggetto fallito. Se questo pagamento avviene dopo l’apertura della procedura, viola la par condicio creditorum ed è quindi inefficace. L’obbligo di restituire la somma sorge in capo a chi l’ha ricevuta, ovvero il creditore assegnatario (accipiens), che ha beneficiato di un atto solutorio a danno della massa.

2. Rapporto tra debitor debitoris e creditore assegnatario: L’ordinanza di assegnazione trasferisce il credito dal patrimonio del debitore originario a quello del creditore assegnatario. Di conseguenza, quando il debitor debitoris paga, adempie correttamente la propria obbligazione nei confronti dell’unico soggetto legittimato a riceverla in quel momento. Il suo pagamento è, da questo punto di vista, valido e liberatorio. Egli non paga un debito verso il fallito, ma un debito che, per effetto dell’assegnazione, è stato ‘deviato’ verso un altro soggetto.

In sintesi, l’inefficacia colpisce l’atto estintivo del debito del fallito, non l’adempimento del terzo. Pertanto, l’azione di recupero deve essere esercitata nei confronti del solo accipiens, ossia colui che ha effettivamente beneficiato dell’atto solutorio in violazione delle regole concorsuali.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La pronuncia della Cassazione offre un’indicazione chiara e inequivocabile: la procedura concorsuale che intende recuperare somme versate da un terzo debitore a un creditore del fallito, dopo l’apertura della procedura, deve citare in giudizio il creditore che ha incassato il denaro. Agire contro il debitor debitoris costituisce un errore di individuazione del legittimato passivo, che porta inevitabilmente al rigetto della domanda. Questa regola garantisce certezza giuridica, proteggendo il terzo che adempie a un ordine del giudice, e concentra l’azione recuperatoria sul soggetto che ha effettivamente tratto vantaggio dalla violazione della par condicio creditorum.

Se un debitore di una società fallita paga un creditore di quest’ultima dopo la dichiarazione di fallimento, il pagamento è efficace?
No, il pagamento è inefficace nei confronti della procedura fallimentare ai sensi dell’art. 44 della Legge Fallimentare, perché viola il principio della parità di trattamento dei creditori (par condicio creditorum).

Chi deve citare in giudizio il curatore fallimentare per recuperare le somme pagate dal debitor debitoris?
Il curatore deve intentare l’azione di inefficacia e restituzione esclusivamente nei confronti del creditore che ha materialmente ricevuto il pagamento (l’accipiens), e non contro il terzo (debitor debitoris) che ha effettuato il versamento.

Perché il debitor debitoris non può essere citato in giudizio per la restituzione?
Perché, a seguito dell’ordinanza di assegnazione del credito, il debitor debitoris ha correttamente pagato all’unico soggetto che in quel momento era legittimato a ricevere la somma. Il suo pagamento è considerato valido e liberatorio nei suoi confronti. L’inefficacia riguarda il rapporto tra il fallito e il creditore che ha incassato la somma, non l’adempimento del terzo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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