LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pagamento assegno non trasferibile: diligenza banca

Una società inviava per posta ordinaria degli assegni non trasferibili, che venivano rubati e incassati da impostori. La banca negoziatrice li identificava con documenti d’identità che apparivano validi. La Corte d’Appello, ribaltando la sentenza di primo grado, ha escluso la responsabilità della banca. Ha stabilito che il pagamento di un assegno non trasferibile, effettuato dopo aver verificato un singolo documento d’identità valido e senza palesi segni di falsificazione, soddisfa l’obbligo di diligenza professionale, liberando la banca da colpa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 febbraio 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Pagamento assegno non trasferibile: la diligenza della banca si ferma al documento d’identità?

Il tema del pagamento assegno non trasferibile a un soggetto non legittimato è un classico del contenzioso bancario. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma offre un’importante chiave di lettura sui limiti della responsabilità della banca, chiarendo quale sia il livello di diligenza esigibile nell’identificazione del presentatore. La decisione ribalta un precedente verdetto, stabilendo che l’identificazione tramite un solo documento d’identità, seppur poi risultato appartenente a un impostore, può essere sufficiente a escludere la colpa dell’istituto di credito.

I Fatti di Causa

Una società commerciale spediva tramite posta ordinaria tre assegni bancari, tutti muniti della clausola ‘non trasferibile’, destinati a diversi beneficiari. I titoli venivano sottratti e successivamente presentati per l’incasso presso gli sportelli di un istituto finanziario da soggetti che non erano gli effettivi beneficiari. Gli impostori, per incassare gli assegni, aprivano dei libretti di risparmio presso lo stesso istituto, versavano i titoli e, poco dopo, prelevavano le somme. L’istituto finanziario procedeva al pagamento dopo aver identificato i presentatori tramite l’esibizione della carta d’identità e della tessera sanitaria, documenti che a un primo esame (ictu oculi) non presentavano anomalie evidenti. Il Tribunale di primo grado aveva ravvisato un concorso di colpa, addebitando il 70% della responsabilità alla banca per negligenza e il 30% alla società mittente per l’imprudenza di aver usato la posta ordinaria.

La Decisione della Corte d’Appello sul pagamento assegno non trasferibile

La Corte d’Appello ha completamente riformato la sentenza di primo grado, accogliendo l’appello dell’istituto finanziario. Secondo i giudici d’appello, la banca aveva assolto al proprio obbligo di diligenza professionale. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa dei più recenti orientamenti della Corte di Cassazione, che hanno delineato con maggiore precisione i contorni della responsabilità della banca negoziatrice.

La Corte ha ritenuto che non si potesse pretendere dalla banca un’attività di verifica ulteriore rispetto a quella effettuata. L’identificazione tramite un documento d’identità valido e una tessera sanitaria, in assenza di evidenti segni di falsificazione, è stata giudicata una procedura adeguata e conforme agli standard richiesti.

Le Motivazioni

Il cuore della sentenza risiede nell’analisi della diligenza professionale richiesta alla banca ai sensi dell’art. 1176, comma 2, del Codice Civile. La Corte ha chiarito che la responsabilità della banca per il pagamento di un assegno non trasferibile non è una responsabilità oggettiva, ma presuppone la colpa. La banca può quindi liberarsi provando di aver agito con la perizia richiesta.

I giudici hanno specificato i seguenti punti cruciali:

1. Sufficienza di un solo documento: Contrariamente a quanto sostenuto in primo grado, l’identificazione tramite un solo documento d’identità valido e munito di fotografia (come la carta d’identità) è considerata sufficiente. Le circolari ABI, che suggeriscono la richiesta di un secondo documento, hanno valore di mera raccomandazione e non costituiscono un obbligo di legge.

2. Irrilevanza delle ‘circostanze neutre’: Il fatto che gli impostori avessero aperto un nuovo libretto appositamente per l’operazione, non fossero residenti nel comune dell’ufficio postale e avessero ritirato la somma poco dopo, sono state definite circostanze ‘neutre’. In assenza di anomalie sui documenti o sull’assegno, questi elementi non sono di per sé sufficienti a generare un sospetto tale da imporre alla banca controlli più approfonditi, come una verifica anagrafica.

3. Allineamento alla giurisprudenza di legittimità: La decisione si allinea a numerose pronunce della Cassazione, secondo cui la diligenza della banca si esaurisce nel controllo della corrispondenza tra il nome sul titolo e quello sul documento d’identità, a patto che quest’ultimo appaia genuino.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un principio di notevole importanza pratica: la responsabilità per il pagamento di un assegno non trasferibile a un truffatore non ricade automaticamente sulla banca. Se l’istituto di credito dimostra di aver seguito le procedure standard di identificazione e di aver controllato un documento d’identità apparentemente valido, senza riscontrare anomalie evidenti, ha assolto il suo onere di diligenza. Di conseguenza, il rischio derivante dalla spedizione di assegni con mezzi non sicuri, come la posta ordinaria, ricade in misura preponderante sul mittente, il quale, scegliendo tale modalità, si espone volontariamente a un pericolo maggiore di furto e frode.

La banca è sempre responsabile per il pagamento di un assegno non trasferibile a una persona diversa dal beneficiario?
No, la responsabilità è esclusa se la banca dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta. La sua non è una responsabilità oggettiva, ma è legata alla prova di una condotta colposa.Quale livello di diligenza è richiesto alla banca per identificare chi incassa un assegno?
È richiesta la diligenza professionale qualificata, secondo l’art. 1176, comma 2, c.c. La sentenza chiarisce che tale diligenza si considera assolta se l’identificazione del presentatore avviene tramite un documento d’identità in corso di validità e privo di palesi segni di falsificazione.

Richiedere un solo documento d’identità è sufficiente per la banca?
Sì. Secondo la Corte d’Appello, in linea con la giurisprudenza della Cassazione, il controllo di un singolo documento d’identità valido (come la carta d’identità) è sufficiente per adempiere all’obbligo di diligenza, a meno che non vi siano evidenti indizi di falsità o altre circostanze specifiche che impongano una cautela maggiore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati