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Pagamenti termini d’uso: l’esenzione dalla revocatoria

Una procedura di amministrazione straordinaria ha intentato un’azione revocatoria contro un’agenzia di marketing per recuperare due pagamenti effettuati da un’impresa prima della dichiarazione di insolvenza. Il Tribunale ha respinto la domanda, applicando l’esenzione prevista per i pagamenti termini d’uso. La decisione sottolinea che, in assenza di una prassi consolidata a causa di un rapporto commerciale recente, le condizioni contrattuali pattuite diventano il parametro di riferimento per valutare la normalità delle transazioni, escludendole dalla revocatoria.

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Pagamenti Termini d’Uso: Come Evitare la Revocatoria Fallimentare

L’azione revocatoria fallimentare rappresenta uno degli strumenti più temuti dai creditori di un’impresa insolvente. Essa consente di annullare pagamenti ricevuti nel cosiddetto ‘periodo sospetto’, costringendo alla restituzione di somme legittimamente incassate. Tuttavia, la legge prevede delle eccezioni. Una recente sentenza del Tribunale di Venezia ha offerto un importante chiarimento sull’esenzione per i pagamenti termini d’uso, anche nel contesto di rapporti commerciali di recente costituzione.

I Fatti di Causa: Un’Agenzia di Marketing e Pagamenti Contestati

Una società operante nel settore della moda, successivamente ammessa all’amministrazione straordinaria, aveva stipulato un contratto con un’agenzia di marketing per la gestione delle campagne pubblicitarie e dell’e-commerce. Nel corso del 2018, l’impresa aveva effettuato due significativi pagamenti a favore dell’agenzia, per un totale di oltre 125.000 euro.

Dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza, la procedura concorsuale ha agito in giudizio per ottenere la revoca di tali pagamenti. La tesi dell’attrice si fondava su due pilastri: i pagamenti erano avvenuti nel ‘periodo sospetto’ (il semestre anteriore al deposito della domanda di concordato) e l’agenzia di marketing era a conoscenza dello stato di crisi dell’impresa (la cosiddetta scientia decoctionis), come dimostrabile da informative pubbliche e vicende societarie note.

La Difesa Basata sui Pagamenti Termini d’Uso

L’agenzia convenuta ha resistito alla domanda, invocando l’esenzione prevista dall’art. 67, comma 3, lett. a) della Legge Fallimentare. Questa norma esclude dalla revocatoria i pagamenti di beni e servizi effettuati nell’esercizio dell’attività d’impresa, a condizione che avvengano nei ‘termini d’uso’.

Secondo la convenuta, i pagamenti contestati non erano altro che il rimborso dei costi pubblicitari anticipati per conto del cliente, effettuati in stretta conformità con le previsioni contrattuali e le relative fatture. In particolare, un pagamento era stato eseguito a vista fattura, e l’altro dopo pochi giorni dalla trasmissione del documento fiscale, sebbene la fattura prevedesse un termine di 60 giorni.

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale

Il Tribunale ha accolto integralmente la tesi della convenuta, rigettando la domanda di revoca. La decisione si fonda su un’attenta analisi del concetto di pagamenti termini d’uso in un rapporto contrattuale sorto da poco tempo.

Il giudice ha osservato che la ratio dell’esenzione è quella di non paralizzare l’attività dell’impresa in difficoltà, consentendole di mantenere normali rapporti di fornitura. Per stabilire se un pagamento rientri nei ‘termini d’uso’, occorre guardare all’atteggiamento effettivo delle parti.

Nel caso specifico, essendo il rapporto commerciale iniziato da pochi mesi, non era possibile fare riferimento a una ‘prassi’ consolidata. La giurisprudenza di Cassazione (citando la recente sentenza n. 30127/24) chiarisce che, in tali circostanze, ‘il parametro di riferimento ai fini della valutazione torna ad essere costituito dalle condizioni contrattualmente pattuite’.

Il contratto quadro tra le parti prevedeva esplicitamente che il cliente dovesse anticipare i costi per l’attività di pubblicità a seguito della presentazione delle fatture. I pagamenti contestati, descritti nelle fatture come ‘anticipo acquisto spazi media’, erano quindi perfettamente conformi a tali pattuizioni. Il fatto che un pagamento sia avvenuto con largo anticipo rispetto alla scadenza di 60 giorni indicata in fattura è stato ritenuto irrilevante, poiché il termine di pagamento si presume a favore del debitore, il quale può legittimamente adempiere prima.

Conclusioni: L’Importanza delle Previsioni Contrattuali

La sentenza è di notevole interesse pratico per le imprese che operano con clienti in potenziale stato di crisi. Essa stabilisce un principio chiaro: quando non esiste una prassi storica a cui fare riferimento, la conformità dei pagamenti alle clausole contrattuali è sufficiente per integrare la nozione di ‘termini d’uso’ e garantire l’esenzione dalla revocatoria.

Il Tribunale ha ritenuto assorbita ogni altra questione, inclusa la presunta conoscenza dello stato di insolvenza da parte dell’agenzia. Una volta accertato che i pagamenti sono avvenuti nei termini d’uso, l’azione revocatoria non può trovare accoglimento. Questo rafforza la certezza dei rapporti giuridici e tutela i fornitori che, pur operando con diligenza, si trovano a intrattenere rapporti commerciali con aziende in difficoltà, purché le transazioni avvengano nel rispetto scrupoloso degli accordi presi.

Un pagamento può essere considerato ‘nei termini d’uso’ anche se il rapporto commerciale tra le parti è iniziato da poco?
Sì. Secondo la sentenza, in assenza di una prassi consolidata dovuta alla brevità del rapporto, il parametro principale per valutare se un pagamento è ‘nei termini d’uso’ è la sua conformità alle condizioni contrattualmente pattuite tra le parti.

Il pagamento anticipato di una fattura rispetto alla scadenza pattuita può essere oggetto di revocatoria?
No. Il Tribunale ha chiarito che il termine per il pagamento è stabilito a favore del debitore. Di conseguenza, un pagamento effettuato prima della scadenza non è considerato anomalo o difforme rispetto agli accordi e non giustifica un’azione di revoca.

Per applicare l’esenzione dei pagamenti nei termini d’uso, è rilevante che il creditore fosse a conoscenza dello stato di insolvenza del debitore?
No. La sentenza afferma che, una volta dimostrata l’applicabilità dell’esenzione per i pagamenti effettuati nei termini d’uso, ogni ulteriore questione diventa irrilevante, inclusa la prova della conoscenza dello stato di insolvenza (scientia decoctionis) da parte del creditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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