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Ordine di esibizione bancario: onere della prova

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due clienti contro un istituto di credito, confermando che l’onere della prova spetta al correntista. Un ordine di esibizione bancario per ottenere la documentazione può essere concesso solo se il cliente ha già richiesto i documenti alla banca ai sensi dell’art. 119 T.U.B. e quest’ultima non li ha forniti senza giustificato motivo. L’istanza al giudice non può essere uno strumento per eludere il proprio onere probatorio.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ordine di esibizione bancario: come funziona e quali sono i limiti?

In una causa contro un istituto di credito, ottenere la documentazione completa del rapporto, come contratti ed estratti conto, è fondamentale per far valere i propri diritti. Ma cosa succede se il cliente non possiede questi documenti? Può chiedere direttamente al giudice di ordinarne la produzione? Con l’ordinanza n. 9807/2024, la Corte di Cassazione fa chiarezza sul corretto utilizzo dell’ordine di esibizione bancario e sui suoi rapporti con il diritto del cliente previsto dall’art. 119 del Testo Unico Bancario (T.U.B.).

Il caso: la richiesta di documentazione in giudizio

Due clienti convenivano in giudizio un istituto bancario lamentando l’applicazione di interessi anatocistici (capitalizzazione trimestrale), tassi ultralegali e altre presunte illegittimità relative a un rapporto di conto corrente intrattenuto per oltre vent’anni. Poiché non disponevano della documentazione contrattuale e contabile necessaria a provare le loro affermazioni, i clienti chiedevano al Tribunale di emettere un ordine di esibizione ex art. 210 c.p.c. nei confronti della banca.

Il Tribunale, dopo aver inizialmente concesso l’ordine, lo revocava in sede di decisione finale, rigettando gran parte delle domande dei clienti. La Corte d’Appello confermava tale decisione, sottolineando che l’onere della prova gravava sui clienti e che questi non potevano utilizzare l’ordine di esibizione per invertire tale onere. Avrebbero dovuto, invece, avvalersi del diritto di ottenere copia della documentazione direttamente dalla banca, come previsto dall’art. 119 T.U.B.

L’onere della prova e l’ordine di esibizione bancario

Il principio generale sancito dall’art. 2697 del codice civile è chiaro: chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Nel contenzioso bancario, questo si traduce nel dovere per il correntista di produrre i contratti e gli estratti conto necessari a dimostrare, ad esempio, l’applicazione di interessi non dovuti. L’ordine di esibizione ex art. 210 c.p.c. è uno strumento processuale che consente al giudice di ordinare a una parte o a un terzo di produrre un documento. Tuttavia, il suo utilizzo non è indiscriminato e non serve a sopperire a una negligenza della parte nell’acquisire le prove.

La decisione della Corte d’Appello

La Corte territoriale ha respinto il gravame dei correntisti, ritenendo corretto l’operato del giudice di primo grado. Secondo i giudici d’appello, i clienti avevano avviato una causa senza avere le prove necessarie e avevano tentato di aggirare il proprio onere probatorio chiedendo al giudice di acquisirle al posto loro tramite l’ordine di esibizione. La Corte ha evidenziato che i clienti avrebbero potuto e dovuto ottenere i documenti utilizzando lo strumento specifico messo a disposizione dalla legge, ovvero la richiesta diretta alla banca ai sensi dell’art. 119 T.U.B., e non vi era prova di un infruttuoso tentativo in tal senso.

Le motivazioni della Cassazione sul rapporto tra art. 119 T.U.B. e art. 210 c.p.c.

La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso, ha consolidato un importante principio giurisprudenziale sul rapporto tra il diritto sostanziale del cliente (art. 119 T.U.B.) e lo strumento processuale dell’ordine di esibizione (art. 210 c.p.c.).

I giudici di legittimità hanno affermato che il diritto del cliente di ottenere copia della documentazione bancaria può essere esercitato in sede giudiziale tramite l’istanza ex art. 210 c.p.c., ma a una condizione precisa: che la documentazione sia stata precedentemente richiesta alla banca e che quest’ultima, senza giustificazione, non abbia ottemperato.

In altre parole, l’ordine del giudice non è una via alternativa o prioritaria, ma uno strumento residuale per superare l’inadempimento della banca al suo obbligo di trasparenza e consegna. Non è necessario che la richiesta alla banca avvenga prima dell’inizio della causa, potendo essere formulata anche a processo in corso. Tuttavia, il cliente deve agire con diligenza, tenendo conto dei 90 giorni a disposizione della banca per rispondere e dei termini processuali per il deposito dei documenti.

Conclusioni: le implicazioni pratiche

L’ordinanza in commento ribadisce un principio fondamentale per chi intende agire contro un istituto di credito: la preparazione della causa è essenziale. Il cliente non può intentare un’azione legale ‘al buio’, sperando che sia poi il giudice a reperire le prove necessarie.

Le conclusioni pratiche sono le seguenti:
1. Onere della Prova: Resta saldamente in capo al correntista, che deve attivarsi per raccogliere tutta la documentazione a sostegno delle proprie ragioni.
2. Diritto ex art. 119 T.U.B.: Prima di rivolgersi al giudice per un ordine di esibizione, è indispensabile aver già richiesto formalmente (preferibilmente tramite PEC o raccomandata A/R) i documenti alla banca.
3. Ordine di Esibizione: È uno strumento utilizzabile solo in caso di ingiustificato rifiuto o silenzio della banca, e la parte deve dimostrare in giudizio di aver esperito il tentativo stragiudiziale.

Un cliente può chiedere al giudice di ordinare alla banca di produrre i documenti del conto corrente senza averli prima richiesti direttamente all’istituto?
No. La Cassazione chiarisce che l’ordine di esibizione (art. 210 c.p.c.) può essere concesso solo a condizione che il cliente abbia precedentemente richiesto la documentazione alla banca ai sensi dell’art. 119 T.U.B. e che la banca, senza giustificazione, non vi abbia ottemperato.

Chi ha l’onere di provare i fatti in una causa contro una banca per anatocismo e interessi illegittimi?
L’onere della prova spetta al cliente che agisce in giudizio. Egli deve produrre i contratti e gli estratti conto per dimostrare le proprie pretese. L’ordine di esibizione non può essere utilizzato come strumento per invertire questo onere probatorio.

La richiesta di esibizione dei documenti alla banca ex art. 119 T.U.B. deve essere fatta prima di iniziare la causa?
Non necessariamente. La Corte precisa che la richiesta può essere avanzata anche in corso di causa. Tuttavia, il cliente deve tener conto dei termini processuali e dei 90 giorni che la banca ha a disposizione per rispondere, per poter depositare tempestivamente i documenti nel processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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