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Opposizione terzo esecuzione: termini e sospensione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per tardività nell’ambito di un’opposizione di terzo all’esecuzione. Il caso riguardava un terzo che rivendicava la proprietà per usucapione di un immobile pignorato. La Corte ha ribadito che ai giudizi di opposizione all’esecuzione forzata non si applica la sospensione feriale dei termini processuali, a causa delle esigenze di speditezza che caratterizzano tali procedure. Di conseguenza, il termine di sei mesi per l’impugnazione non è stato sospeso, rendendo il ricorso depositato oltre la scadenza inammissibile.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Opposizione di terzo all’esecuzione: la Cassazione chiarisce i termini per l’impugnazione

In materia di procedure esecutive, la tempestività è un fattore cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale riguardante i termini per impugnare le sentenze emesse nell’ambito di una opposizione di terzo all’esecuzione, chiarendo che a tali procedimenti non si applica la sospensione feriale dei termini. Questa decisione sottolinea l’importanza di calcolare con estrema attenzione le scadenze processuali per non incorrere in declaratorie di inammissibilità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un procedimento di espropriazione immobiliare avviato da una banca creditrice nei confronti di una società debitrice. Nel corso di tale procedura, due soggetti terzi hanno proposto opposizione ai sensi dell’art. 619 c.p.c., sostenendo di essere i legittimi proprietari dell’immobile pignorato per averlo acquistato a titolo di usucapione.

L’opposizione è stata rigettata sia in primo grado sia dalla Corte d’Appello. Uno dei terzi opponenti ha quindi deciso di presentare ricorso per cassazione avverso la sentenza d’appello.

L’Opposizione di terzo all’esecuzione e la questione della tardività

Il nodo cruciale della vicenda, sul quale la Suprema Corte è stata chiamata a pronunciarsi in via pregiudiziale, riguardava l’ammissibilità stessa del ricorso. La sentenza d’appello era stata pubblicata in data 11 maggio 2022. In assenza di notificazione della sentenza, si applica il cosiddetto “termine lungo” per impugnare, che, secondo l’art. 327 c.p.c. (nella versione applicabile al caso), è di sei mesi.

Di conseguenza, la scadenza per la notifica del ricorso era fissata all’11 novembre 2022. Tuttavia, il ricorrente aveva richiesto la notifica solo il 6 dicembre 2022, quindi oltre il termine previsto. La difesa del ricorrente implicitamente confidava nell’applicazione della sospensione feriale dei termini (dal 1 al 31 agosto), che avrebbe posticipato la scadenza. La Cassazione ha dovuto quindi stabilire se tale sospensione fosse applicabile a questa specifica tipologia di causa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’argomentazione netta e supportata da un consolidato orientamento giurisprudenziale, ha dichiarato il ricorso inammissibile per tardività. I giudici hanno ribadito che le cause di opposizione all’esecuzione forzata, inclusa l’opposizione di terzo all’esecuzione, rientrano tra quelle per le quali non opera la sospensione feriale dei termini processuali.

Il fondamento di questa esclusione risiede nelle esigenze di speditezza e urgenza che caratterizzano la materia dell’esecuzione forzata. Ritardare la risoluzione di tali controversie potrebbe compromettere l’efficacia stessa del processo esecutivo. La Corte ha precisato che la natura del diritto vantato dall’opponente (in questo caso, la proprietà per usucapione) non modifica la natura processuale della causa. Anche se l’accertamento del diritto di proprietà è un presupposto per la decisione, la domanda principale rimane un’opposizione esecutiva, soggetta al regime speciale che esclude la sospensione dei termini.

Pertanto, il calcolo dei sei mesi doveva essere effettuato senza interruzioni, confermando che il termine era scaduto a novembre. La notifica effettuata a dicembre era irrimediabilmente tardiva.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per tutti gli operatori del diritto. La regola della non applicabilità della sospensione feriale ai procedimenti esecutivi e alle relative opposizioni è ferrea e non ammette deroghe basate sulla natura sostanziale della pretesa dell’opponente. Chi agisce in giudizio con un’opposizione di terzo deve essere consapevole che i termini processuali, inclusi quelli per le impugnazioni, corrono ininterrottamente anche durante il mese di agosto. Un errore di calcolo può avere conseguenze fatali, come la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, precludendo ogni possibilità di esame nel merito delle proprie ragioni.

La sospensione feriale dei termini si applica alle cause di opposizione di terzo all’esecuzione?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che, data la necessità di speditezza dei procedimenti esecutivi, la sospensione feriale dei termini (1-31 agosto) non si applica alle cause di opposizione all’esecuzione, inclusa quella proposta dal terzo ai sensi dell’art. 619 c.p.c.

Come si calcola il termine ‘lungo’ per impugnare in questi casi?
Il termine lungo per impugnare, pari a sei mesi dalla pubblicazione della sentenza, si calcola senza tener conto del periodo di sospensione feriale. Pertanto, i sei mesi decorrono ininterrottamente dalla data di pubblicazione del provvedimento.

Il fatto di far valere un diritto come l’usucapione cambia le regole sui termini processuali?
No. La natura del diritto fatto valere dal terzo opponente (in questo caso, la proprietà acquisita per usucapione) non influisce sulla qualificazione processuale della causa. La domanda resta un’opposizione in materia esecutiva e, come tale, è soggetta alle regole procedurali specifiche, compresa l’esclusione della sospensione feriale dei termini.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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