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Opposizione decreto ingiuntivo avvocato: vale il ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8325/2024, ha stabilito che l’opposizione a decreto ingiuntivo avvocato per compensi misti (giudiziali e stragiudiziali) può essere proposta anche con ricorso sommario ex art. 702-bis c.p.c. In tal caso, la tempestività dell’opposizione si valuta dalla data di deposito del ricorso, non dalla sua notifica, sanando l’errore sul rito e garantendo il diritto di difesa del cliente. La Corte ha cassato la decisione del Tribunale che aveva dichiarato tardiva l’opposizione.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Opposizione decreto ingiuntivo avvocato: il ricorso è valido

Quando un cliente contesta la parcella di un legale, la scelta della procedura corretta è fondamentale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 8325 del 27 marzo 2024) ha chiarito un punto cruciale riguardante l’opposizione a decreto ingiuntivo avvocato per compensi misti, cioè sia per attività giudiziali che stragiudiziali. La Corte ha stabilito che anche se il rito corretto sarebbe quello ordinario, l’utilizzo del ricorso sommario non rende l’opposizione tardiva, a patto che il deposito avvenga nei termini.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale a favore di una società, cessionaria del credito di un avvocato per prestazioni professionali svolte per due clienti. Il credito richiesto comprendeva compensi per attività sia giudiziali che stragiudiziali (come consulenze e studio di pratiche). I clienti, ricevuta la notifica del decreto, decidevano di opporsi.

Tuttavia, invece di utilizzare un atto di citazione (che introduce il rito ordinario), hanno presentato un ricorso secondo il rito sommario di cognizione (ex art. 702-bis c.p.c.). Il ricorso è stato depositato in cancelleria entro il termine di 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo, ma la sua notifica ai creditori, unitamente al decreto di fissazione dell’udienza, è avvenuta oltre tale termine.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale, in prima istanza, ha dichiarato l’opposizione inammissibile per tardività. Secondo il giudice, la presenza di compensi per attività stragiudiziali, accanto a quelli giudiziali, imponeva di seguire il rito ordinario. Di conseguenza, l’opposizione avrebbe dovuto essere proposta con atto di citazione. Poiché l’atto introduttivo (il ricorso) era stato notificato oltre i 40 giorni, il Tribunale ha ritenuto che non si fosse verificato l’effetto sanante previsto dalla legge e ha condannato gli opponenti al pagamento delle spese.

L’analisi della Cassazione sulla opposizione a decreto ingiuntivo avvocato

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso dei clienti. Gli Ermellini hanno seguito un principio giurisprudenziale consolidato, fornendo una lezione di pragmatismo processuale.

Il punto centrale della decisione è la distinzione tra il rito applicabile e la forma dell’atto introduttivo. La Corte ha confermato che, in caso di domanda di pagamento per compensi misti (giudiziali e stragiudiziali non collegati), la procedura corretta non è quella speciale prevista per i soli onorari giudiziali (d.lgs. 150/2011), ma quella ordinaria.

Tuttavia, questo non significa che l’opposizione debba essere presentata esclusivamente con atto di citazione. La Corte ha chiarito che l’opponente ha la facoltà di scegliere il rito sommario (art. 702-bis c.p.c.), che è un modello alternativo e fungibile rispetto al giudizio ordinario.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Cassazione si fonda su un principio fondamentale: la tutela del diritto di difesa e la prevalenza della sostanza sulla forma. Se l’opponente sceglie di introdurre la causa con ricorso sommario, la tempestività dell’opposizione deve essere valutata con riferimento alla data di deposito del ricorso in cancelleria, e non alla data della sua successiva notifica alla controparte.

Questo perché nel procedimento per ricorso, è il deposito dell’atto a instaurare il rapporto processuale e a impedire le decadenze. Nel caso di specie, il ricorso era stato depositato entro il termine di 40 giorni, rendendo l’opposizione tempestiva.

La Corte ha specificato che sarebbe contraddittorio consentire all’avvocato di ottenere un decreto ingiuntivo con una procedura monitoria e poi negare al debitore la possibilità di utilizzare un altro rito accelerato, come quello sommario, per contestarlo. La scelta del rito sommario da parte dell’opponente è legittima e, una volta fatta, i suoi effetti processuali, inclusa la verifica della tempestività, devono essere valutati secondo le regole di quel rito.

Conclusioni

La sentenza n. 8325/2024 rafforza un principio di flessibilità e ragionevolezza processuale. Stabilisce chiaramente che:
1. Per compensi legali misti, il rito applicabile all’opposizione è quello ordinario.
2. L’opponente può, tuttavia, scegliere legittimamente di avvalersi del rito sommario (art. 702-bis c.p.c.).
3. Se si sceglie il rito sommario, la tempestività dell’opposizione al decreto ingiuntivo si determina con riguardo alla data di deposito del ricorso, non a quella della notifica.

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: offre una tutela maggiore al debitore opponente, evitando che un errore sulla scelta del rito si traduca automaticamente in una declaratoria di inammissibilità per tardività. La Corte ha quindi cassato l’ordinanza del Tribunale e ha rinviato la causa allo stesso, in diversa composizione, per l’esame nel merito dell’opposizione.

Qual è il rito corretto per contestare un decreto ingiuntivo per compensi legali sia giudiziali che stragiudiziali?
Secondo la Cassazione, quando la richiesta di pagamento riguarda compensi per attività eterogenee (giudiziali e stragiudiziali), la controversia deve essere trattata con il rito ordinario e non con il rito speciale previsto per i soli compensi giudiziali.

Se si utilizza un ricorso sommario invece di un atto di citazione, l’opposizione è considerata tardiva?
No, non necessariamente. La Corte ha chiarito che l’opponente ha la facoltà di scegliere il procedimento sommario (ex art. 702-bis c.p.c.). In questo caso, l’opposizione non è tardiva se il ricorso è stato depositato in cancelleria entro il termine di 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo.

Come si calcola la tempestività dell’opposizione se viene presentata con ricorso?
Quando l’opposizione viene introdotta con ricorso (invece che con citazione), la tempestività viene valutata in base alla data di deposito del ricorso presso la cancelleria del giudice, e non alla data in cui il ricorso e il decreto di fissazione udienza vengono notificati alla controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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