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Opposizione decreto ingiuntivo avvocato: rito scelto

Un cliente ha presentato opposizione a un decreto ingiuntivo di un avvocato per compensi stragiudiziali. La Cassazione ha chiarito che l’opposizione può essere proposta con rito sommario (art. 702-bis c.p.c.) e la sua tempestività va valutata dalla data di deposito del ricorso, non dalla notifica.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Opposizione Decreto Ingiuntivo Avvocato: La Scelta del Rito Processuale

Quando si riceve un decreto ingiuntivo da parte di un avvocato per il pagamento dei suoi compensi, è fondamentale sapere come agire correttamente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto cruciale della procedura: la scelta del rito processuale per l’opposizione, specialmente quando le parcelle riguardano attività stragiudiziali. Capire le regole sull’opposizione a un decreto ingiuntivo di un avvocato è essenziale per non vedersi dichiarare inammissibile il proprio ricorso per un vizio di forma o per tardività.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di pagamento avanzata da due legali nei confronti di un loro ex cliente. I professionisti avevano ottenuto un decreto ingiuntivo per una somma di circa 11.500 euro, a titolo di compensi per attività professionale di natura stragiudiziale.

Il cliente, ritenendo non dovuta la somma, ha proposto opposizione al decreto ingiuntivo. Per farlo, ha scelto di utilizzare il rito sommario di cognizione, previsto dall’art. 702-bis del codice di procedura civile, depositando un ricorso in tribunale.

La Decisione del Tribunale di Primo Grado

Il Tribunale di Genova, in prima istanza, ha dichiarato l’opposizione inammissibile. Secondo il giudice, il rito speciale previsto per le controversie sui compensi degli avvocati (art. 14 del d.lgs. 150/2011) si applica solo alle prestazioni giudiziali, non a quelle stragiudiziali come nel caso in esame.

Partendo da questo presupposto, il Tribunale ha ritenuto che la scelta del rito sommario fosse errata e che non fosse possibile ‘convertire’ l’atto in un procedimento ordinario. Di conseguenza, ha considerato l’opposizione tardiva. Poiché nel rito ordinario la tempestività si valuta alla data di notifica dell’atto di citazione, e non alla data di deposito del ricorso, il giudice ha concluso che i termini non erano stati rispettati, rendendo inammissibile l’intera opposizione.

Il Rito Corretto nell’Opposizione Decreto Ingiuntivo Avvocato

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ribaltato completamente la decisione del Tribunale. I giudici supremi hanno chiarito un principio fondamentale: quando l’oggetto del contendere sono compensi per attività stragiudiziale, l’opponente ha una duplice facoltà.

Può scegliere:
1. Il rito ordinario, introducendo la causa con un atto di citazione (art. 163 e ss. c.p.c.).
2. Il rito sommario di cognizione (art. 702-bis c.p.c.), depositando un ricorso.

La scelta di uno di questi due riti è legittima e non può essere sanzionata con l’inammissibilità. L’errore del Tribunale è stato confondere il rito sommario ‘speciale’ per le parcelle giudiziali con il rito sommario ‘ordinario’ applicabile a molte controversie civili.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha stabilito che il Tribunale avrebbe dovuto qualificare correttamente l’azione intrapresa dal cliente. Avendo quest’ultimo scelto il rito sommario ordinario (art. 702-bis c.p.c.), la tempestività dell’opposizione doveva essere valutata con riferimento alla data di deposito del ricorso in cancelleria, e non alla successiva data di notifica.

Poiché il ricorso era stato depositato entro i termini di legge, l’opposizione era da considerarsi tempestiva e pienamente ammissibile. La Corte ha quindi affermato che il solo fatto che l’avvocato creditore abbia scelto la via del procedimento monitorio non obbliga l’opponente a utilizzare esclusivamente le forme del rito ordinario. L’opponente conserva la facoltà di optare per il procedimento sommario, se applicabile alla controversia.

Di conseguenza, la Corte ha cassato l’ordinanza del Tribunale e ha rinviato la causa allo stesso giudice, in diversa composizione, affinché proceda all’esame del merito dell’opposizione.

Conclusioni

Questa pronuncia offre un importante chiarimento procedurale. Chi intende contestare una richiesta di pagamento per compensi stragiudiziali di un avvocato può legittimamente scegliere il rito sommario di cognizione (ex art. 702-bis c.p.c.) per la propria opposizione. In tal caso, per rispettare i termini, farà fede la data di deposito del ricorso in tribunale. Questa flessibilità garantisce all’opponente la possibilità di scegliere una via processuale più snella e veloce, senza rischiare una declaratoria di inammissibilità che impedirebbe di discutere le ragioni della contestazione.

È possibile opporsi a un decreto ingiuntivo per compensi stragiudiziali di un avvocato usando il rito sommario?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’opposizione può essere proposta, in alternativa al rito ordinario, anche con le forme del procedimento sommario di cognizione previsto dall’art. 702-bis del codice di procedura civile.

Se si sceglie il rito sommario con ricorso, da quale momento si calcola la tempestività dell’opposizione?
La tempestività dell’opposizione va valutata con riferimento alla data del deposito del ricorso in tribunale, non dalla data della successiva notifica alla controparte.

La scelta dell’avvocato di usare il decreto ingiuntivo vincola il tipo di rito per l’opposizione?
No, il fatto che l’avvocato abbia utilizzato il procedimento monitorio non obbliga l’opponente a utilizzare esclusivamente il rito ordinario. Resta nella facoltà dell’opponente optare per il procedimento sommario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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