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Opposizione alla stima: il termine per l’impugnazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di 30 giorni per l’opposizione alla stima dell’indennità di esproprio non decorre se l’ente pubblico omette di redigere e pubblicare la relazione della commissione provinciale. In assenza di tale adempimento, la domanda del proprietario non può essere considerata tardiva. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva dichiarato inammissibile il ricorso dei proprietari, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Opposizione alla Stima: Quando Inizia a Decorrere il Termine?

L’espropriazione per pubblica utilità è un procedimento complesso che incide profondamente sul diritto di proprietà. Una delle fasi più delicate è la determinazione della giusta indennità. Ma cosa succede se la Pubblica Amministrazione è inadempiente e non completa l’iter di valutazione? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale sul termine per proporre opposizione alla stima, tutelando i diritti del cittadino di fronte all’inerzia dell’ente. La pronuncia stabilisce che il termine di decadenza per impugnare l’indennità non può iniziare a decorrere se manca un passaggio procedurale cruciale previsto dalla legge.

Il Caso: Un’Espropriazione Contesa e un Complesso Iter Giudiziario

La vicenda trae origine dall’azione legale intrapresa da alcuni proprietari terrieri contro un’Amministrazione provinciale. L’ente aveva occupato i loro terreni per la realizzazione di una tangenziale senza emettere un formale decreto di esproprio, configurando un’occupazione illegittima. I proprietari avevano quindi chiesto la restituzione dei beni e il risarcimento dei danni.

Durante il giudizio, l’Amministrazione ha emesso un decreto di esproprio per una parte dei terreni, offrendo una determinata indennità. A questo punto, i proprietari hanno modificato la loro domanda, introducendo in via subordinata un’opposizione alla stima per contestare l’importo offerto.

Il percorso giudiziario è stato tortuoso. Il Tribunale di primo grado si è dichiarato privo di giurisdizione, ritenendo la causa di competenza del giudice amministrativo. Tuttavia, nella motivazione, ha specificato che la competenza per l’opposizione all’indennità spettava in unico grado alla Corte d’Appello. Basandosi su questa indicazione, i proprietari hanno riassunto la causa davanti alla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte d’Appello: un’Opposizione alla Stima Tardiva?

La Corte d’Appello ha dichiarato inammissibile l’opposizione, considerandola tardiva. Secondo i giudici di secondo grado, il termine di trenta giorni per impugnare l’indennità, previsto dalla legge applicabile all’epoca dei fatti (L. n. 865/1971), era iniziato a decorrere dalla data di notifica del decreto di esproprio, poiché tale atto conteneva già l’indicazione della somma offerta. Poiché l’atto di riassunzione era stato notificato ben oltre i trenta giorni, il diritto a contestare la stima era, secondo la Corte, decaduto.

Le Motivazioni della Cassazione: Tutela del Proprietario e Inerzia della P.A.

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione d’appello, accogliendo il ricorso dei proprietari. Gli Ermellini hanno chiarito che, secondo la disciplina prevista dalla L. n. 865/1971, la procedura per la determinazione dell’indennità definitiva prevede specifici adempimenti che non possono essere ignorati.

La Procedura Corretta e il Momento di Decorrenza del Termine

La legge stabilisce che, dopo l’offerta dell’indennità provvisoria non accettata, l’Amministrazione deve avviare la procedura per la determinazione dell’indennità definitiva attraverso un’apposita Commissione provinciale. Questa Commissione redige una relazione di stima che deve essere depositata e la cui notizia di deposito deve essere pubblicata nel Foglio degli annunci legali della provincia. È solo da questo momento, ovvero dalla pubblicazione, che inizia a decorrere il termine decadenziale di trenta giorni per proporre opposizione alla stima.

Nel caso di specie, l’Amministrazione aveva emesso il decreto di esproprio basandosi sulla sola indennità provvisoria, omettendo completamente la fase di determinazione definitiva da parte della Commissione, la redazione della relativa relazione e la sua pubblicazione. Di conseguenza, il presupposto legale per la decorrenza del termine non si era mai verificato.

Il Principio della Tutela Giurisdizionale

La Cassazione ha richiamato un’importante sentenza della Corte Costituzionale (n. 67/1990) che ha già dichiarato l’illegittimità della vecchia normativa nella parte in cui non consentiva al proprietario di agire in giudizio per ottenere la giusta indennità in caso di inerzia dell’Amministrazione nel completare la procedura di stima. La Pubblica Amministrazione non può trarre vantaggio dalle proprie omissioni procedurali per impedire al cittadino l’esercizio di un suo diritto fondamentale, garantito anche dall’art. 42 della Costituzione.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha enunciato il seguente principio di diritto: «In tema di espropriazione regolata dalla l. n. 865 del 1971, ove l’indennità provvisoria non sia accettata, e venga emesso il decreto di esproprio senza la redazione della relazione da parte della Commissione di cui all’art. 16 l. cit., non opera la decadenza prevista dal successivo art. 19 per proporre opposizione alla stima, il cui termine di trenta giorni decorre solo dall’inserzione dell’avviso del deposito di detta relazione nel Foglio degli annunci legali della provincia».

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: rafforza la tutela del proprietario espropriato, affermando che il suo diritto a contestare l’indennità non può essere annullato dall’inerzia o dalle omissioni della Pubblica Amministrazione. Il termine per agire decorre solo quando l’iter procedurale è stato completato correttamente, garantendo la piena conoscenza e la trasparenza degli atti.

Da quale momento decorre il termine di 30 giorni per proporre opposizione alla stima secondo la legge n. 865 del 1971?
Secondo la Corte, il termine di trenta giorni decorre solo dall’inserzione dell’avviso di deposito della relazione di stima della commissione provinciale nel Foglio degli annunci legali della provincia.

Cosa succede se la Pubblica Amministrazione emette il decreto di esproprio ma non completa la procedura di stima definitiva dell’indennità?
In questo caso, il termine decadenziale per proporre opposizione alla stima non inizia a decorrere. Il proprietario conserva il diritto di agire in giudizio per ottenere la determinazione della giusta indennità, anche in assenza della relazione di stima definitiva, in virtù di una precedente pronuncia della Corte Costituzionale.

La semplice notifica del decreto di esproprio, anche se contenente un’indicazione dell’indennità, è sufficiente a far decorrere il termine per l’opposizione?
No. Secondo questa ordinanza, la notifica del decreto di esproprio non è sufficiente. La legge richiede il completamento della procedura di stima definitiva, con la redazione della relazione e la successiva pubblicazione dell’avviso di deposito, come presupposto indispensabile per la decorrenza del termine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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