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Opposizione a precetto: motivi e decisione del Giudice

Il Tribunale ha rigettato un’opposizione a precetto promossa da due garanti. Le eccezioni sulla nullità della procura speciale del creditore, sull’estinzione delle fideiussioni e sulla carenza di legittimazione attiva a seguito di una cessione in blocco sono state ritenute infondate. La corte ha stabilito che le contestazioni di merito dovevano essere sollevate contro il decreto ingiuntivo originario, ormai definitivo, e che il creditore aveva adeguatamente provato la propria titolarità del credito.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Opposizione a Precetto: Quando le Eccezioni del Garante Vengono Respinte

L’opposizione a precetto rappresenta uno strumento fondamentale a disposizione del debitore per contestare il diritto del creditore a procedere con l’esecuzione forzata. Una recente sentenza del Tribunale offre importanti chiarimenti sui limiti di tale azione, specialmente quando il debito si fonda su un decreto ingiuntivo non opposto e il credito è stato oggetto di cessioni. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per comprendere meglio la logica seguita dal Giudice.

I Fatti di Causa: Garanzie, Cessioni di Credito e l’Opposizione

Il caso nasce dall’azione di due persone che avevano prestato fideiussione a garanzia dei debiti di una società. A seguito del mancato pagamento, un istituto di credito aveva ottenuto un decreto ingiuntivo, provvisoriamente esecutivo, sia contro la società debitrice sia contro le garanti. Questo decreto non è mai stato opposto.

Successivamente, il credito è stato oggetto di una serie di cessioni in blocco, pervenendo infine a una società veicolo specializzata nella gestione di crediti deteriorati. Quest’ultima, tramite una sua procuratrice speciale, ha notificato un atto di precetto alle garanti per ottenere il pagamento delle somme dovute. Le garanti hanno quindi avviato un giudizio di opposizione a precetto, sollevando diverse eccezioni per ottenere la dichiarazione di nullità dell’atto.

Le Eccezioni dei Fideiussori nell’Opposizione a Precetto

Le opponenti hanno basato la loro difesa su tre motivi principali:

Nullità della Procura per Indeterminatezza

In primo luogo, hanno sostenuto che la procura notarile con cui la società titolare del credito aveva incaricato la società di recupero crediti fosse nulla per indeterminatezza dell’oggetto, in violazione degli artt. 1346 e 1324 c.c. A loro avviso, la procura non specificava quali crediti dovessero essere riscossi.

Estinzione della Garanzia Fideiussoria

In secondo luogo, hanno eccepito l’estinzione delle loro fideiussioni ai sensi dell’art. 1956 c.c. Sostenevano che la banca originaria avesse continuato a finanziare la società debitrice pur essendo a conoscenza del suo stato di crisi, senza la loro autorizzazione, violando così i loro diritti di garanti.

Difetto di Legittimazione Attiva del Creditore

Infine, hanno contestato la legittimazione attiva della società procedente, affermando che questa non avesse fornito prova adeguata della cessione del credito e della sua inclusione nella specifica operazione di cessione in blocco, in violazione dell’art. 58 del Testo Unico Bancario (TUB).

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale

Il Tribunale ha esaminato e respinto tutte le eccezioni sollevate dalle opponenti, giudicando l’opposizione a precetto infondata.

La Validità della Procura Speciale

Il Giudice ha ritenuto la procura pienamente valida. Ha osservato che la società mandante non era una banca con un portafoglio eterogeneo di crediti, ma una società specializzata nel recupero di crediti deteriorati. Pertanto, l’oggetto della procura, ovvero “il compimento dell’attività di recupero dei propri crediti”, era sufficientemente determinato e specifico per il contesto operativo della società.

L’Inammissibilità delle Eccezioni di Merito

Il motivo più significativo della decisione riguarda l’eccezione sull’estinzione della fideiussione. Il Tribunale ha sottolineato che l’atto di precetto si fondava su un titolo esecutivo di natura giudiziale: un decreto ingiuntivo non opposto e, quindi, divenuto definitivo. Qualsiasi contestazione relativa al merito della pretesa creditoria, come quella basata sull’art. 1956 c.c., avrebbe dovuto essere proposta nel giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo. Non essendo stato fatto, tale questione non poteva più essere sollevata in sede di opposizione a precetto. Il Giudice ha inoltre aggiunto che, essendo le garanti socie della società debitrice, era ragionevole presumere la loro piena consapevolezza della situazione economica dell’azienda.

La Prova della Titolarità del Credito

Anche l’eccezione sulla carenza di legittimazione attiva è stata respinta. Il Tribunale ha chiarito che, sebbene la sola pubblicazione in Gazzetta Ufficiale possa non essere sempre sufficiente, nel caso di specie la società creditrice aveva fornito prove decisive. In particolare, aveva prodotto le dichiarazioni scritte delle società cedenti che confermavano esplicitamente l’inclusione del credito specifico oggetto di causa nelle operazioni di cessione in blocco. Tale documentazione è stata ritenuta idonea a dimostrare in modo inequivocabile la titolarità del credito in capo alla procedente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Debitori e Garanti

Questa sentenza ribadisce principi procedurali di fondamentale importanza. In primo luogo, sottolinea la natura definitiva del decreto ingiuntivo non opposto, che cristallizza il diritto di credito e preclude la possibilità di sollevare eccezioni di merito in una fase successiva come l’opposizione all’esecuzione. Per i garanti, ciò significa che ogni contestazione sulla validità o efficacia della propria garanzia deve essere mossa tempestivamente contro il titolo che accerta il debito. In secondo luogo, la decisione offre un’indicazione pratica su come un cessionario di crediti in blocco possa efficacemente provare la propria legittimazione attiva: non solo attraverso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma anche e soprattutto tramite la produzione di dichiarazioni di avvenuta cessione rilasciate dal cedente, che facciano specifico riferimento al rapporto controverso.

È possibile contestare la validità di una fideiussione in un’opposizione a precetto se il debito deriva da un decreto ingiuntivo non opposto?
No. Secondo la sentenza, ogni contestazione sul merito della pretesa creditoria, come l’estinzione della fideiussione, avrebbe dovuto essere sollevata nel giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo. Una volta che il decreto diventa definitivo, costituisce un titolo giudiziale e il merito non può essere più discusso.

Come può un creditore, che ha acquistato il credito in una cessione in blocco, provare la sua titolarità nel giudizio?
La sentenza chiarisce che, oltre alla pubblicazione dell’avviso di cessione in Gazzetta Ufficiale, la prova decisiva può essere fornita da dichiarazioni specifiche delle società cedenti che confermano l’avvenuto trasferimento proprio di quel singolo rapporto contrattuale oggetto della causa.

Una procura per il recupero crediti è nulla se non elenca specificamente ogni singolo credito da recuperare?
Non necessariamente. Il Tribunale ha ritenuto valida la procura anche se formulata per “il compimento dell’attività di recupero dei propri crediti”, poiché la società rappresentata era specializzata nel recupero di crediti deteriorati, rendendo così l’oggetto della procura sufficientemente determinato per quel contesto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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