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Oneri condominiali: onere della prova del locatore

La Corte d’Appello di Roma ha respinto il ricorso di un locatore, confermando che per ottenere la risoluzione del contratto e il pagamento degli oneri condominiali, non basta una generica richiesta di pagamento. È necessario assolvere all’onere della prova, fornendo al conduttore i bilanci approvati e i criteri di riparto delle spese. In assenza di tale documentazione, la domanda del locatore è infondata.

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Oneri Condominiali: Quando il Locatore Deve Provare le Spese?

La gestione degli oneri condominiali rappresenta una delle questioni più comuni e spinose nei rapporti di locazione. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma chiarisce un punto fondamentale: l’onere della prova spetta interamente al locatore. Non è sufficiente una semplice richiesta di pagamento per giustificare un’azione di sfratto o la risoluzione del contratto. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Corte.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un’azione di sfratto per morosità avviata da un locatore nei confronti di una società conduttrice. L’accusa era il mancato pagamento di una somma consistente a titolo di oneri condominiali. La società conduttrice si è opposta fin da subito, sostenendo di non aver mai ricevuto dal locatore la documentazione necessaria a verificare la correttezza degli importi richiesti, come i bilanci condominiali e i criteri di ripartizione delle spese.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla società conduttrice, respingendo la domanda di risoluzione del contratto e di rilascio dell’immobile, pur condannando la società al pagamento di una somma ridotta. Il locatore, insoddisfatto, ha presentato appello, portando la questione davanti alla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte e l’Onere della Prova sugli Oneri Condominiali

La Corte d’Appello ha confermato integralmente la decisione di primo grado, rigettando l’appello del locatore. Il punto cruciale della sentenza risiede nell’applicazione del principio dell’onere della prova, sancito dall’art. 2697 del Codice Civile. Secondo i giudici, il locatore che agisce in giudizio per il recupero degli oneri condominiali non può limitarsi ad affermare il proprio credito.

Egli ha il dovere di provare i fatti che costituiscono il fondamento del suo diritto. Questo significa che deve dimostrare non solo l’esistenza del debito, ma anche il suo esatto ammontare e i criteri con cui è stato calcolato. Una generica richiesta di pagamento o la produzione di un semplice estratto conto redatto dall’amministratore di condominio non sono considerati prove sufficienti se contestati dal conduttore.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando consolidati orientamenti della Corte di Cassazione e l’art. 9 della Legge n. 392/1978. Questa norma stabilisce che il conduttore ha diritto, prima di effettuare il pagamento, di ottenere l’indicazione specifica delle spese e di prendere visione dei documenti giustificativi.

Nel caso specifico, il locatore non aveva mai fornito alla società conduttrice i bilanci preventivi e consuntivi approvati dall’assemblea condominiale, né i relativi criteri di ripartizione. Le uniche comunicazioni erano state delle raccomandate con richieste generiche di pagamento. Di fronte alle ripetute richieste di documentazione da parte del conduttore, anche durante il processo, il locatore non ha mai adempiuto a tale onere.

Di conseguenza, la Corte ha concluso che il credito del locatore non era sufficientemente provato. L’inadempimento del conduttore non poteva considerarsi grave al punto da giustificare la risoluzione del contratto, poiché la sua richiesta di visionare i documenti era legittima e propedeutica al pagamento. Inoltre, la Corte ha respinto anche la domanda relativa agli adeguamenti ISTAT, in quanto non richiesti formalmente a mezzo raccomandata come previsto dalla legge.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio di fondamentale importanza per la tutela dei diritti di entrambe le parti nel contratto di locazione. Per i locatori, emerge la necessità di una gestione trasparente e documentata degli oneri condominiali. Per poter agire legalmente in caso di morosità, è indispensabile essere in possesso e fornire tempestivamente al conduttore tutta la documentazione giustificativa, in particolare i bilanci approvati e i criteri di riparto. In caso contrario, il rischio è di vedere la propria domanda respinta in tribunale.

Per i conduttori, la sentenza conferma il diritto a non pagare “alla cieca”. Essi possono legittimamente richiedere e ottenere la documentazione relativa alle spese condominiali prima di procedere al pagamento. Se tale documentazione viene negata, la loro posizione in un eventuale contenzioso risulta rafforzata. La trasparenza, quindi, non è solo una questione di correttezza, ma un requisito legale imprescindibile per la validità delle richieste economiche legate al contratto di locazione.

È sufficiente per il locatore inviare un estratto conto per richiedere gli oneri condominiali?
No. Secondo la sentenza, un generico estratto conto dell’amministratore non è una prova sufficiente se il conduttore contesta la richiesta, in quanto non dimostra l’approvazione delle spese e i criteri di ripartizione.

Chi ha l’onere della prova in una causa per oneri condominiali non pagati?
L’onere della prova spetta interamente al locatore. Egli deve dimostrare i fatti costitutivi del suo diritto, fornendo la documentazione che giustifica l’importo richiesto.

Cosa deve fornire il locatore per provare il suo diritto al rimborso degli oneri condominiali?
Il locatore deve produrre i rendiconti condominiali (bilanci preventivi e consuntivi) approvati dall’assemblea dei condomini e i relativi criteri di ripartizione delle spese. Questi documenti sono necessari per rendere la richiesta di pagamento legittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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