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Oneri atto di liberalità: Cassazione rinvia a udienza

In un caso riguardante due fratelli contro una fondazione sanitaria, la Corte di Cassazione ha esaminato la complessa questione degli oneri apposti a un atto di liberalità. Riconoscendo l’eccezionale rilevanza giuridica e pratica della materia, disciplinata dagli artt. 793 e 794 c.c., la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Anziché decidere nel merito, ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza per consentire una discussione più approfondita, sottolineando l’importanza nomofilattica della futura decisione.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Oneri su Atto di Liberalità: la Cassazione Sceglie la Via della Massima Ponderazione

L’interpretazione degli oneri su un atto di liberalità rappresenta da sempre un terreno complesso del diritto civile. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha segnalato l’elevata importanza di questa tematica, decidendo di non risolvere un caso in camera di consiglio ma di rinviarlo a una pubblica udienza per una disamina più approfondita. Questa scelta procedurale non è una mera formalità, ma un chiaro indicatore della rilevanza nomofilattica che la Corte attribuisce alla questione.

Il Contesto della Controversia

Il caso trae origine da un ricorso presentato da due fratelli contro una sentenza della Corte d’Appello. La disputa vedeva contrapposti i due ricorrenti a una nota fondazione sanitaria e a un istituto clinico scientifico. Al centro del contendere vi erano le condizioni e gli obblighi (appunto, gli oneri) legati a un atto di liberalità precedentemente disposto. La complessità della vicenda risiedeva nella corretta qualificazione giuridica di tali oneri e nelle conseguenze derivanti dalla loro apposizione.

La Decisione della Corte e gli oneri su atto di liberalità

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non ha stabilito chi avesse ragione o torto. Ha invece preso una decisione di natura processuale, ma dal peso sostanziale enorme. I giudici hanno ritenuto che la causa presentasse “questioni di diritto di particolare rilevanza” ai sensi dell’art. 375 del codice di procedura civile.
In particolare, la Corte ha identificato la necessità di un approfondimento sulla “configurazione causale degli oneri apposti all’atto di liberalità” e sull’esegesi degli articoli 793 e 794 del codice civile, che disciplinano appunto il cosiddetto “modus” donativo. Di fronte a una materia così delicata e dalle molteplici implicazioni, la Corte ha scelto la via della massima cautela e approfondimento, disponendo il rinvio a una pubblica udienza.

Le Motivazioni: Perché un Rinvio a Pubblica Udienza?

La motivazione dell’ordinanza è illuminante. La Corte sottolinea che le problematiche sollevate non sono seriali o ripetitive, ma presentano un carattere di unicità e una rilevanza che va oltre il singolo caso. Si parla esplicitamente di “rilevanza, pratica e scientifica” delle questioni, elementi che giustificano una trattazione solenne e pubblica.
Il rinvio a pubblica udienza permette un dibattito più ampio e approfondito, coinvolgendo direttamente le parti e i loro difensori in una discussione orale, a differenza del rito più snello della camera di consiglio. Questa scelta procedurale è riservata a casi che possono avere un impatto significativo sull’interpretazione del diritto, fungendo da guida per la giurisprudenza futura. La Corte ha quindi riconosciuto che la decisione finale su questo caso è destinata a diventare un importante punto di riferimento in materia di donazioni modali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche e Giuridiche

L’ordinanza interlocutoria della Cassazione, pur non decidendo la controversia, lancia un messaggio forte: la regolamentazione degli oneri su un atto di liberalità richiede una riflessione attenta e ponderata. La futura sentenza, che scaturirà dalla pubblica udienza, è attesa con grande interesse dalla comunità giuridica. Essa avrà il compito non solo di risolvere la disputa tra le parti, ma anche di fornire criteri interpretativi chiari e uniformi su come bilanciare la volontà del donante con la posizione del beneficiario e la causa stessa dell’atto di liberalità. Per ora, la decisione di rinviare testimonia la prudenza e la responsabilità della Suprema Corte nell’esercitare la sua funzione nomofilattica su temi di così grande impatto sociale ed economico.

Qual è stata la decisione principale presa dalla Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha emesso una decisione finale sul merito della controversia, ma ha pronunciato un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza per la discussione.

Perché la Corte ha ritenuto necessario un rinvio a pubblica udienza?
La Corte ha ritenuto che il caso sollevasse questioni di diritto di “particolare rilevanza”, specialmente riguardo alla configurazione e interpretazione degli oneri apposti agli atti di liberalità (artt. 793 e 794 c.c.). Data la rilevanza pratica, scientifica e nomofilattica, ha giudicato opportuna una discussione più approfondita in pubblica udienza anziché una decisione in camera di consiglio.

Cosa sono gli ‘oneri’ o ‘modus’ in un atto di liberalità?
Nel contesto di una donazione, un ‘onere’ (o ‘modus’) è una clausola che impone al beneficiario un’obbligazione di fare, non fare o dare qualcosa. L’ordinanza evidenzia che l’interpretazione della natura e dei limiti di questi obblighi è una questione giuridica complessa e di grande importanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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