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Onere prova consegna merci: la fattura non basta

Un fornitore otteneva un decreto ingiuntivo contro una farmacia per il pagamento di merci. La farmacia si opponeva, negando di aver mai ricevuto i prodotti. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della farmacia, ha stabilito che l’onere della prova della consegna merci spetta al fornitore. Le sole fatture non sono sufficienti se la consegna è contestata, né l’ordine di esibizione può essere usato per sopperire alla mancanza di prove adeguate, come i documenti di trasporto firmati dal destinatario.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere Prova Consegna Merci: Per la Cassazione la Fattura Non Basta

Nelle transazioni commerciali, la prova del credito è fondamentale. Ma cosa succede se un cliente contesta di aver ricevuto la merce? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: l’onere prova consegna merci. Viene ribadito un principio fondamentale: non basta emettere una fattura per dimostrare di aver diritto a un pagamento; è necessario provare l’effettiva consegna dei beni, specialmente quando questa viene negata.

I Fatti di Causa: Una Fornitura Contesa

Il caso ha origine da un decreto ingiuntivo ottenuto da una società cooperativa fornitrice di prodotti farmaceutici nei confronti del titolare di una farmacia. La richiesta di pagamento, per un importo superiore a 120.000 euro, si basava su una serie di fatture emesse per forniture di merci e servizi in un arco temporale di circa quattro anni.

Il farmacista, tuttavia, si opponeva al decreto, sostenendo l’inesistenza del credito e negando di aver mai ricevuto la merce oggetto delle fatture. Nonostante la sua opposizione, sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello confermavano la validità del decreto ingiuntivo, ritenendo provato il credito della società fornitrice. Insoddisfatto, il farmacista portava la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Onere della Prova Consegna Merci e i Limiti dell’Ordine di Esibizione

Il ricorrente ha lamentato che i giudici di merito avessero erroneamente ritenuto provato il credito sulla base delle sole fatture. Secondo la difesa, in caso di contestazione, spetta al venditore dimostrare l’avvenuta consegna, prova che non può essere sostituita dalla semplice emissione di documenti contabili. La critica principale si è concentrata sull’errata applicazione delle norme sull’onere prova consegna merci (art. 2697 c.c.) e sull’illegittimo ricorso all’ordine di esibizione documentale (art. 210 c.p.c.) da parte dei giudici per sopperire a una carenza probatoria del fornitore.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le ragioni del farmacista, cassando la sentenza d’appello e rinviando il caso per un nuovo esame. I giudici hanno chiarito che l’ordine di esibizione dei documenti è uno strumento istruttorio di natura residuale. Può essere utilizzato solo quando la prova non è acquisibile in altro modo e non deve avere una finalità meramente esplorativa. Soprattutto, l’iniziativa del giudice non può mai supplire al mancato assolvimento dell’onere della prova che grava sulla parte.

Le Motivazioni

La Corte ha sottolineato la palese contraddizione nella sentenza impugnata. Da un lato, i giudici d’appello affermavano di aver deciso sulla base del “principio di non contestazione e delle risultanze documentali”, ma dall’altro davano atto che i documenti prodotti dal fornitore erano stati specificamente “contestati” dal farmacista.

Il punto centrale della motivazione risiede nel principio secondo cui, a fronte della contestazione della consegna, il venditore ha l’obbligo di fornire la prova del proprio adempimento. Tale prova non è costituita dalle fatture, che sono documenti di formazione unilaterale, ma da documenti come le bolle di consegna o i documenti di trasporto (DDT) firmati per ricevuta dal destinatario.

Affermare, come ha fatto la corte di merito, che l’esibizione dei documenti rappresenta una semplice “modalità per acquisire prove”, significa disattendere la regola fondamentale per cui chi agisce in giudizio per ottenere un pagamento deve prima dimostrare la fonte del proprio diritto e l’avvenuto adempimento della propria prestazione.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio cardine per tutte le imprese che operano con forniture di beni: la gestione documentale è essenziale. La sola fatturazione non è una garanzia in caso di contenzioso. È imperativo conservare e, se necessario, produrre in giudizio, prove oggettive della consegna, come i documenti di trasporto controfirmati dal cliente. In mancanza di tale prova, l’onere prova consegna merci non è assolto e il rischio di vedere respinta la propria pretesa di pagamento è estremamente concreto. La sentenza serve da monito: la diligenza nella gestione della prova della consegna è la prima e più efficace forma di tutela del proprio credito.

Una fattura è sufficiente a provare la consegna della merce?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se la consegna viene contestata dalla controparte, la sola fattura, essendo un documento di formazione unilaterale, non costituisce prova sufficiente dell’avvenuta consegna.

A chi spetta l’onere di provare che la merce è stata consegnata in una fornitura commerciale?
L’onere della prova spetta al venditore (fornitore) che agisce in giudizio per ottenere il pagamento. È lui che deve dimostrare di aver adempiuto alla propria obbligazione, ovvero di aver effettivamente consegnato i beni al compratore.

L’ordine del giudice di esibire i documenti può sostituire la prova della consegna che il fornitore non ha?
No. La Corte ha stabilito che l’ordine di esibizione (art. 210 c.p.c.) è uno strumento utilizzabile solo in via residuale e non può essere impiegato per sopperire al mancato assolvimento dell’onere della prova da parte di chi era tenuto a fornirla, come il venditore in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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