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Onere probatorio: prova dell’indebito bancario

Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente versate a causa di clausole nulle. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda per la mancata produzione di tutti gli estratti conto. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha stabilito che l’onere probatorio del correntista può essere assolto anche con altri mezzi di prova, superando l’orientamento più restrittivo e rinviando la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere probatorio nell’indebito bancario: non solo estratti conto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta fondamentale in materia di contenzioso bancario, in particolare per quanto riguarda l’onere probatorio a carico del correntista che agisce per la ripetizione dell’indebito. Con la decisione in commento, la Suprema Corte ha chiarito che la mancata produzione di tutti gli estratti conto non è più un ostacolo insormontabile per dimostrare il proprio diritto alla restituzione delle somme illegittimamente addebitate dalla banca. Vediamo nel dettaglio la vicenda e la portata innovativa di questa pronuncia.

I Fatti di Causa

Una società citava in giudizio il proprio istituto di credito, contestando la validità di alcune clausole contrattuali relative a interessi ultralegali, anatocismo e commissioni di massimo scoperto. La società chiedeva quindi la restituzione delle somme che riteneva di aver versato indebitamente nel corso del rapporto.

La Corte d’Appello, pur riconoscendo la potenziale nullità di tali clausole, respingeva la domanda di restituzione. La motivazione? La società non aveva adempiuto al proprio onere probatorio, non avendo prodotto in giudizio la serie completa degli estratti conto relativi ai rapporti bancari oggetto di contestazione. Secondo i giudici di secondo grado, questa mancanza impediva una ricostruzione precisa dell’intero rapporto di dare e avere tra le parti, rendendo impossibile accogliere la domanda del correntista.

L’onere probatorio secondo la Corte di Cassazione

Contro questa decisione, la società ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando un’errata applicazione delle norme sull’onere probatorio (art. 2697 c.c.) e sulla valutazione delle prove (artt. 115 e 116 c.p.c.). La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la censura e cassando la sentenza impugnata.

La Corte ha affermato che l’orientamento seguito dai giudici d’appello è ormai superato da una giurisprudenza più recente e consolidata. Sebbene la produzione di tutti gli estratti conto rappresenti la modalità principale per assolvere all’onere probatorio, non è l’unica né esclusiva. La prova dell’indebito può essere raggiunta anche attraverso altri mezzi.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio di flessibilità probatoria. Il correntista può dimostrare il proprio credito verso la banca anche utilizzando prove alternative agli estratti conto integrali. Tra queste, la Corte menziona espressamente:

* Contabili bancarie relative alle singole operazioni.
* Altre risultanze emergenti dalle scritture contabili della banca stessa.
* Argomenti di prova desunti dalla condotta processuale delle parti.

In sostanza, il giudice non può respingere automaticamente la domanda solo perché manca qualche estratto conto. Deve, invece, valutare tutto il materiale probatorio a sua disposizione per ricostruire, anche solo per i periodi documentati, il saldo del conto corrente e l’eventuale esistenza di addebiti non dovuti. L’obiettivo è quello di individuare il saldo iniziale del periodo coperto dalla documentazione prodotta, utilizzando qualsiasi elemento idoneo a fornire indicazioni certe e complete.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rappresenta una vittoria importante per i correntisti. Spesso, soprattutto per rapporti di lunga data, è difficile o impossibile reperire la totalità degli estratti conto. L’approccio rigido seguito in passato dalla giurisprudenza poneva un ostacolo spesso insuperabile per chi voleva far valere i propri diritti.

La decisione della Cassazione, invece, riequilibra la posizione delle parti, affermando che la prova non è “legale” ed esclusiva, ma può essere fornita con un insieme di elementi documentali. Ciò impone ai giudici di merito un’analisi più approfondita e flessibile del quadro probatorio, valorizzando anche prove diverse dagli estratti conto. Di conseguenza, la causa è stata rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questi principi più evoluti in materia di onere probatorio.

È sempre necessario produrre tutti gli estratti conto per chiedere la restituzione di somme indebitamente pagate alla banca?
No. Secondo la Cassazione, sebbene la produzione degli estratti conto sia la via principale, l’onere probatorio può essere assolto anche con altri mezzi di prova idonei a fornire indicazioni certe e complete, come contabili bancarie o altre scritture.

Quali altri tipi di prove possono essere utilizzati in mancanza degli estratti conto completi?
Si possono utilizzare contabili bancarie relative a singole operazioni, altre risultanze emergenti dalle scritture bancarie, e persino argomenti di prova desunti dalla condotta processuale delle parti.

Cosa succede se un correntista non riesce a produrre la documentazione completa del rapporto bancario?
La sua domanda non viene automaticamente respinta. Il giudice deve valutare tutti gli altri elementi di prova forniti per ricostruire il saldo e determinare l’eventuale indebito, superando un orientamento giurisprudenziale precedente più rigoroso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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