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Onere della prova sinistro: quando il Fondo non paga?

La Corte d’Appello ha confermato il rigetto della richiesta di risarcimento avanzata dai familiari di una vittima di un incidente stradale mortale contro il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada. Il caso verteva sull’onere della prova sinistro, che i ricorrenti non sono riusciti a soddisfare. La Corte ha ritenuto le testimonianze a sostegno della tesi di un veicolo ‘pirata’ inaffidabili e contraddittorie, sottolineando che il danneggiato deve fornire una prova rigorosa della dinamica e della responsabilità di un veicolo rimasto sconosciuto.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova Sinistro: Veicolo Pirata? Senza Prove Certe il Fondo di Garanzia non Paga

Quando si verifica un incidente stradale causato da un veicolo che fugge senza essere identificato, la vittima o i suoi eredi si trovano di fronte a una sfida complessa. Per ottenere un risarcimento dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, non basta affermare la presenza di un ‘veicolo pirata’, ma è necessario soddisfare un rigoroso onere della prova sinistro. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Ancona chiarisce i contorni di questo obbligo, dimostrando come testimonianze contraddittorie e prove incerte possano portare al rigetto della domanda.

I fatti di causa

Il caso trae origine da un tragico incidente stradale in cui un automobilista perdeva la vita a seguito di una violenta uscita di strada. I suoi familiari, convinti che l’evento fosse stato causato da un SUV di colore scuro immessosi improvvisamente sulla carreggiata senza dare la precedenza per poi dileguarsi, citavano in giudizio l’impresa assicurativa designata dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada per ottenere il risarcimento di tutti i danni, sia quelli subiti personalmente (iure proprio) sia quelli ereditati dalla vittima (iure hereditatis).

La decisione del Tribunale e i motivi d’appello

In primo grado, il Tribunale di Fermo rigettava la domanda, ritenendo che i familiari non avessero fornito prove sufficienti a dimostrare la dinamica descritta e, in particolare, il coinvolgimento e la responsabilità del presunto veicolo non identificato. I congiunti venivano inoltre condannati al pagamento delle spese legali.
Contro questa decisione, i familiari proponevano appello, lamentando un’errata valutazione delle prove da parte del primo giudice, soprattutto con riferimento alla testimonianza di una persona che avrebbe assistito ai fatti. Contestavano, inoltre, la quantificazione delle spese di lite, ritenuta eccessiva.

L’onere della prova sinistro in caso di veicolo sconosciuto

La Corte d’Appello, nel decidere sul caso, ha ribadito un principio fondamentale: l’intervento del Fondo di Garanzia non attenua l’onere della prova sinistro che grava sul danneggiato. Chi chiede il risarcimento deve dimostrare non solo che l’incidente è avvenuto secondo una certa dinamica, ma anche che la responsabilità è attribuibile, in tutto o in parte, alla condotta colposa o dolosa del conducente del veicolo rimasto sconosciuto. In altre parole, non è sufficiente la mera ipotesi della presenza di un altro veicolo.

Le motivazioni della Corte d’Appello

Il cuore della decisione della Corte risiede nell’analisi della prova testimoniale, ritenuta inaffidabile e contraddittoria. Il testimone chiave ha fornito versioni diverse e contrastanti nel tempo: prima ha parlato di un SUV uscito da una ‘strada sterrata verso una casa privata’, poi, messo di fronte alle fotografie dei luoghi, ha indicato una ‘piazzola antistante un’abitazione’, e ancora, ai Carabinieri, aveva menzionato un punto ‘qualche metro dopo l’imbocco privato di un’abitazione’.

Queste incongruenze, unite ad altre discrepanze su ciò che aveva effettivamente visto (prima solo ‘i fari che deviavano’, poi ‘i fari uscire fuori strada ed in aria’, come se avesse assistito al ribaltamento), hanno minato la credibilità del suo racconto. La Corte ha inoltre considerato il rapporto dei Carabinieri, dal quale emergeva che la vittima procedeva a una velocità elevata (circa 100 km/h), un fattore che poteva da solo spiegare la perdita di controllo del veicolo in un tratto rettilineo.

Di fronte a un quadro probatorio così incerto e contraddittorio, i giudici hanno concluso che non era stata raggiunta la prova adeguata né della presenza di un secondo veicolo né, soprattutto, che il violento sbandamento fosse stato causato da una sua manovra imprudente.

Per quanto riguarda le spese legali, la Corte ha parzialmente accolto il motivo d’appello, rideterminando l’importo dovuto per il primo grado in una misura inferiore, pur confermando la condanna a carico degli appellanti in quanto parte soccombente.

Le conclusioni

La sentenza conferma che per attivare la tutela del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, il danneggiato ha l’obbligo di fornire un quadro probatorio solido, coerente e convincente. L’onere della prova sinistro non può basarsi su testimonianze vacillanti o ricostruzioni ipotetiche. La presenza di elementi alternativi che possono spiegare l’incidente, come l’alta velocità della stessa vittima, rende ancora più stringente la necessità di prove chiare e univoche sulla responsabilità del veicolo ‘pirata’. In assenza di tale rigore probatorio, la domanda di risarcimento è destinata ad essere respinta.

Chi deve provare la responsabilità in un incidente con un veicolo pirata?
La responsabilità deve essere provata dal danneggiato che chiede il risarcimento. Questi deve fornire prove idonee a dimostrare non solo le modalità dell’incidente, ma anche che la colpa (esclusiva o concorrente) sia attribuibile al conducente del veicolo non identificato.

Un testimone è sempre sufficiente per provare la dinamica di un sinistro?
No. Come dimostra questo caso, una testimonianza non è sufficiente se risulta contraddittoria, incerta o in contrasto con altri elementi probatori. La credibilità del testimone e la coerenza del suo racconto sono essenziali per il convincimento del giudice.

Il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada risarcisce sempre in caso di veicolo non identificato?
No, non risarcisce automaticamente. Il suo intervento è subordinato all’assolvimento dell’onere della prova da parte del danneggiato. Se non viene dimostrata in modo adeguato la responsabilità del veicolo sconosciuto nella causazione del danno, la richiesta di risarcimento viene respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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