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Onere della prova sinistro: la contestazione generica

Un automobilista chiede il risarcimento per i danni subiti alla propria auto in sosta, urtata da un altro veicolo. La richiesta viene rigettata in primo e secondo grado per insufficienza di prove. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che l’onere della prova nel sinistro stradale grava sul danneggiato e che la contestazione dell’assicurazione, basata sulla carenza probatoria, è da ritenersi sufficientemente specifica.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova nel Sinistro Stradale: Cosa Succede se l’Assicurazione Contesta?

L’esito di una richiesta di risarcimento danni a seguito di un incidente stradale dipende in larga misura dalla capacità di dimostrare i fatti. L’onere della prova nel sinistro stradale è un principio cardine che impone al danneggiato di provare la dinamica, la responsabilità altrui e l’entità dei danni subiti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su come questo principio si applichi quando la compagnia di assicurazione contesta la richiesta, anche in modo apparentemente generico.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un evento comune: un’automobile, regolarmente parcheggiata, viene urtata da un altro veicolo in manovra di retromarcia. Il proprietario del veicolo danneggiato agisce in giudizio contro la conducente, il proprietario e la compagnia assicuratrice del veicolo investitore per ottenere il risarcimento di circa 1.300 euro.

Nonostante la dinamica sembrasse semplice, sia il Giudice di Pace che, in seguito, il Tribunale in sede di appello, rigettano la domanda. La motivazione di fondo è la stessa: il danneggiato non ha fornito prove sufficienti a sostegno della sua versione dei fatti. La vicenda approda così in Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente basa la sua impugnazione su due motivi principali:

1. Violazione del dovere di buona fede: Sosteneva che la compagnia assicuratrice si fosse comportata in modo scorretto, non sollevando contestazioni specifiche nella fase stragiudiziale per poi farlo, per la prima volta, solo in tribunale. Questo, a suo dire, avrebbe leso il suo diritto di difesa.
2. Mancata contestazione specifica: Affermava che l’assicurazione non avesse negato l’accadimento storico del sinistro, ma solo le modalità descritte. Di conseguenza, secondo il ricorrente, il fatto doveva considerarsi non contestato e doveva scattare la presunzione di responsabilità a carico del conducente dell’altro veicolo.

L’Onere della Prova nel Sinistro Stradale secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando entrambe le argomentazioni e fornendo chiarimenti cruciali sull’onere della prova nel sinistro stradale. I giudici hanno stabilito che, di fronte a un’allegazione di sinistro, la compagnia assicuratrice, spesso estranea ai fatti diretti, può legittimamente difendersi contestando la richiesta sulla base della carenza di prove fornite dall’attore. Una simile difesa è considerata sufficientemente specifica e non viola l’art. 115 del codice di procedura civile.

Pretendere che l’assicurazione fornisca una ricostruzione alternativa dei fatti sarebbe irragionevole e, in molti casi, impossibile. Pertanto, spetta sempre e comunque al danneggiato dimostrare con prove concrete (testimonianze attendibili, documenti, perizie) che il sinistro si è verificato nei termini da lui descritti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto il primo motivo inammissibile per un vizio procedurale: il ricorrente non aveva riportato nel ricorso il contenuto specifico del motivo di appello che il Tribunale avrebbe omesso di esaminare. Nel merito, comunque, i giudici hanno chiarito che le comunicazioni avvenute in fase stragiudiziale ai sensi dell’art. 148 del Codice delle Assicurazioni Private non vincolano la strategia difensiva che l’assicurazione adotterà successivamente in giudizio. Il diritto di difesa è pienamente garantito dalle regole del processo.

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha validato la decisione del Tribunale, che aveva evidenziato una serie di gravi insufficienze probatorie:
* Testimonianza inattendibile: Il nominativo del principale testimone non era stato indicato né nel modulo di constatazione amichevole (CAI), né nella lettera di messa in mora inviata all’assicurazione, ma era comparso solo a giudizio inoltrato.
* Mancata ispezione del veicolo: Il veicolo danneggiato non era stato messo a disposizione del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) per le necessarie verifiche, nonostante la presenza del proprietario il giorno fissato per le operazioni peritali.

Queste gravi lacune probatorie, secondo la Corte, giustificavano ampiamente il rigetto della domanda di risarcimento e impedivano di ritenere i fatti come ammessi.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: nel contenzioso per sinistri stradali, non basta allegare un fatto, ma è indispensabile provarlo in modo rigoroso. L’onere della prova nel sinistro stradale grava interamente sul danneggiato. La decisione insegna che la cura nella raccolta delle prove sin dal primo momento è essenziale: compilare correttamente e integralmente il modulo CAI, indicare subito eventuali testimoni e collaborare attivamente durante le fasi peritali sono passaggi cruciali. Una contestazione da parte dell’assicurazione basata sulla mancanza di prove è una difesa legittima e sufficiente a far ricadere sul danneggiato tutto il peso di dimostrare il proprio diritto al risarcimento.

Un’assicurazione può contestare in tribunale un sinistro in modo diverso da come ha fatto in fase stragiudiziale?
Sì. Secondo la Corte, quanto manifestato dall’assicuratore in fase stragiudiziale non gli impedisce di svolgere in giudizio difese e allegazioni diverse, poiché la norma sulla procedura di liquidazione stragiudiziale (art. 148 Codice Assicurazioni) non pone alcun vincolo in tal senso.

Quando la contestazione di un sinistro da parte dell’assicurazione è considerata sufficientemente ‘specifica’?
Quando una delle parti, come una compagnia di assicurazione, è estranea ai fatti, la negazione del verificarsi del sinistro nei termini descritti dall’attore, motivata dalla carenza di prove, è sufficiente a integrare il requisito della contestazione specifica previsto dall’art. 115 c.p.c. Non è richiesta una ricostruzione alternativa dei fatti.

Cosa succede se il danneggiato non fornisce prove sufficienti per dimostrare la dinamica del sinistro?
Se le prove fornite dal danneggiato sono ritenute insufficienti o inattendibili (es. testimonianze tardive, incongruenze, mancata collaborazione con il perito), la sua domanda di risarcimento viene rigettata. L’onere della prova grava interamente su chi agisce in giudizio per far valere un proprio diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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