LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova: risarcimento e CTU, il caso

Un locatore chiedeva il risarcimento per i gravi danni subiti da un immobile locato ad uso scolastico. Dopo una vittoria in primo grado basata su una CTU, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, negando il risarcimento per carenza di prove. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la decisione d’appello, dichiarando il ricorso inammissibile. Il punto centrale è l’onere della prova: non può essere soddisfatto da una perizia basata su ‘buon senso’ e supposizioni anziché su dati oggettivi. La Suprema Corte ribadisce che il suo ruolo non è rivalutare i fatti, ma verificare la corretta applicazione della legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Onere della Prova: Non Basta il ‘Buon Senso’ del Perito per Ottenere un Risarcimento

Nel complesso mondo delle controversie legali, il principio dell’onere della prova rappresenta una colonna portante. Chi afferma un diritto ha il dovere di dimostrarne i fatti costitutivi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda in modo netto, analizzando un caso di risarcimento danni per un immobile devastato. La vicenda evidenzia come neppure una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) possa colmare le lacune probatorie di una parte, specialmente se basata su ‘buon senso’ e supposizioni.

I Fatti di Causa: Un Immobile Scolastico Lasciato in Rovina

La vicenda ha origine dalla locazione di tre immobili a un ente pubblico per adibirli a istituto scolastico. Alla fine del contratto, i beni vengono restituiti al proprietario in uno stato di ‘totale devastazione’, a causa di incuria, mancata manutenzione e atti vandalici. Il locatore, dopo aver quantificato i danni per il ripristino e per il mancato utilizzo durante i lavori, agisce in giudizio per ottenere il risarcimento dalla pubblica amministrazione conduttrice.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Condanna alla Riforma in Appello

In primo grado, il Tribunale accoglie la domanda del proprietario. Basandosi sulle conclusioni di una CTU, condanna l’ente pubblico al pagamento di una cospicua somma a titolo di risarcimento.
Tuttavia, la Corte d’Appello ribalta la situazione. I giudici di secondo grado, accogliendo parzialmente l’appello dell’ente, rigettano la richiesta di risarcimento per i costi di ripristino (il cosiddetto danno emergente). La ragione? La domanda non era stata adeguatamente provata. Secondo la Corte territoriale, la CTU su cui si era basato il Tribunale era fondata non su dati certi e documentali, ma su ‘mere supposizioni e sul buon senso’, un approccio inammissibile per colmare le lacune probatorie della parte che aveva l’onere della prova.

L’approdo in Cassazione e l’Onere della Prova

L’erede del locatore decide di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, contestando la decisione d’appello con diversi motivi, sia procedurali che di merito. Il cuore della doglianza risiede nella presunta erronea valutazione delle prove, in particolare dei verbali di riconsegna e della CTU, che, a dire del ricorrente, sarebbero state ingiustamente svalutate dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile in ogni sua parte, offrendo importanti chiarimenti sul ruolo del giudice di legittimità e sul principio dell’onere della prova.

1. I Limiti del Giudizio di Cassazione

Innanzitutto, la Corte ribadisce un concetto fondamentale: il giudizio di cassazione non è un terzo grado di merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti o le prove (come una perizia tecnica), ma controllare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge. I motivi del ricorso che, di fatto, chiedono alla Corte di riesaminare le risultanze probatorie per giungere a una conclusione diversa sono inammissibili. Contestare le conclusioni di una CTU equivale a una critica sulla valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

2. L’Onere della Prova Non Ammette Scorciatoie

Il punto cruciale della decisione riguarda l’articolo 2697 del Codice Civile. La Corte d’Appello aveva correttamente osservato che il processo civile si fonda sul principio dell’onere della prova. La parte che chiede il risarcimento deve dimostrare in modo specifico l’entità del danno subito. Nel caso in esame, i verbali di riconsegna erano generici e lo stato dei luoghi era mutato, rendendo difficile una quantificazione precisa.
L’errore, secondo i giudici, è stato tentare di colmare questa ‘lacuna probatoria’ attraverso una CTU che ha fatto ricorso al ‘buon senso’ e a ‘supposizioni’. Una decisione basata su tali fragili fondamenta è contraria alla legge. Il consulente tecnico non può sostituirsi alla parte nel fornire le prove. Di conseguenza, in assenza di prove concrete, la domanda di risarcimento non poteva che essere rigettata.

Le Conclusioni

L’ordinanza è un monito per chiunque intraprenda un’azione legale per risarcimento danni: la preparazione della strategia probatoria è essenziale. Non si può sperare che le carenze nella raccolta delle prove vengano sanate da una perizia ‘creativa’. L’onere della prova è un principio rigoroso: chi chiede un risarcimento deve fornire al giudice tutti gli elementi concreti e oggettivi necessari a dimostrare il proprio diritto, senza affidarsi a scorciatoie o al ‘buon senso’ di un ausiliario. In mancanza, anche un diritto apparentemente fondato è destinato a non trovare tutela.

Può una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) basata su ‘buon senso’ e supposizioni essere sufficiente a provare un danno?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una CTU basata su mere supposizioni e ‘buon senso’ per colmare lacune probatorie non è sufficiente a soddisfare l’onere della prova che grava sulla parte che richiede il risarcimento. La prova del danno deve basarsi su elementi oggettivi e concreti.

Chi ha l’onere della prova in una causa per risarcimento danni da locazione?
L’onere della prova grava sul locatore (la parte che agisce in giudizio). È il locatore che deve dimostrare in modo specifico sia l’esistenza del danno all’immobile (superiore al normale degrado d’uso) sia la sua precisa quantificazione economica.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e le conclusioni di una CTU?
No. Il ricorso per cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. La Corte non può riesaminare le prove, come una CTU o dei documenti, per fornire una diversa valutazione dei fatti. Il suo compito è solo verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati