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Onere della prova parcometro: chi deve dimostrare?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 8313/2024, ha stabilito che in caso di multa per mancata esposizione del ticket di parcheggio, l’onere della prova parcometro ricade sull’automobilista. Non è sufficiente dimostrare che il pagamento con carta di credito non funzionava; l’automobilista deve provare l’impossibilità di effettuare il pagamento con qualsiasi altro mezzo disponibile, come i contanti. L’amministrazione, invece, deve solo provare l’avvenuta violazione, cioè la sosta senza ticket.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova Parcometro: La Cassazione Fa Chiarezza

Quante volte ci è capitato di trovarci di fronte a un parcometro che non accetta pagamenti con carta? In una società sempre più digitale, questa situazione può generare frustrazione e il dubbio su come comportarsi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione getta luce su un aspetto fondamentale: l’onere della prova parcometro. In sostanza, chi deve dimostrare cosa quando si riceve una multa per non aver esposto il ticket? La risposta della Suprema Corte è chiara e sposta la responsabilità sull’automobilista in modo più netto di quanto si potesse pensare.

I Fatti di Causa: Dalla Multa al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da una sanzione amministrativa elevata per sosta in un’area a pagamento senza l’esposizione del relativo ticket. Uno studio legale, sanzionato, decideva di opporsi all’ordinanza-ingiunzione del Prefetto. La tesi difensiva si basava su un punto specifico: il parcometro non era abilitato al pagamento con carta di credito, opzione resa obbligatoria da una legge del 2015 per tutti i prestatori di servizi, incluse le pubbliche amministrazioni.

Inizialmente, il Giudice di Pace accoglieva il ricorso, annullando la sanzione. Tuttavia, la decisione veniva ribaltata in appello dal Tribunale, che accoglieva il gravame del Ministero dell’Interno. Secondo il Tribunale, non solo i parcometri del Comune erano in regola, ma spettava al ricorrente dimostrare il malfunzionamento dell’apparecchio specifico. Insoddisfatto, lo studio legale portava la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica sull’Onere della Prova Parcometro

Il cuore della controversia ruota attorno all’articolo 2697 del Codice Civile, che disciplina l’onere della prova. La domanda è: in un giudizio di opposizione a una multa per divieto di sosta, chi deve provare cosa?

* L’Amministrazione deve dimostrare che il parcometro era funzionante e abilitato a tutti i tipi di pagamento previsti dalla legge?
* Oppure spetta all’automobilista (l’opponente) provare non solo che un metodo di pagamento non funzionava, ma anche che era impossibile pagare in qualsiasi altro modo?

La corretta distribuzione di questo onere è decisiva per l’esito del giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendo infondati entrambi i motivi presentati. Pur partendo dalla corretta premessa che nel giudizio di opposizione è l’Amministrazione a dover provare i fatti costitutivi della sua pretesa (la violazione), la Corte ha specificato i limiti di tale onere e, di contro, l’ampiezza dell’onere probatorio a carico dell’automobilista.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono cruciali per comprendere la portata della decisione. I giudici hanno chiarito che l’obbligo probatorio della Pubblica Amministrazione si esaurisce nella dimostrazione della violazione contestata: in questo caso, la sosta del veicolo senza ticket esposto. Questo è il “fatto costitutivo” della pretesa sanzionatoria.

Spetta invece all’opponente, cioè all’automobilista, dimostrare la sussistenza di “fatti impeditivi”, ovvero circostanze che rendono la violazione non punibile. La Corte ha però precisato un punto fondamentale: la prova del malfunzionamento del sistema di pagamento con carta di credito non è, di per sé, un fatto impeditivo sufficiente.

Per essere esonerato dalla responsabilità, l’automobilista avrebbe dovuto dimostrare l’impossibilità oggettiva di adempiere all’obbligo di pagamento con qualsiasi modalità disponibile. Questo include il pagamento in contanti. Il fatto di non avere con sé monete, sottolinea la Corte, non costituisce una causa di esenzione dalla sanzione, in quanto è una circostanza soggettiva e personale che non rende impossibile l’adempimento.

In altre parole, l’onere dell’automobilista non è solo dimostrare che il POS non funzionava, ma anche che era impossibile pagare con monete, ad esempio perché la macchina non le accettava o era anch’essa guasta.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Per gli automobilisti, il messaggio è chiaro: il malfunzionamento di un solo sistema di pagamento del parcometro non è una scusa valida per non pagare il parcheggio e rischiare una multa. L’onere della prova parcometro richiede di dimostrare che tutte le opzioni di pagamento erano inutilizzabili. Di fronte a un parcometro che non accetta carte, l’automobilista è tenuto a cercare di pagare in contanti. Se sprovvisto di monete, la responsabilità della violazione ricade su di lui. Questa decisione rafforza il principio secondo cui l’obbligo di pagamento del parcheggio deve essere adempiuto, e le difficoltà incontrate devono essere oggettive e totali, non legate a circostanze personali come la mancanza di contante.

A chi spetta l’onere della prova se un parcometro non funziona?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere della prova è ripartito: l’Amministrazione deve solo provare che il veicolo era in sosta senza ticket. Spetta invece all’automobilista dimostrare l’impossibilità oggettiva di effettuare il pagamento con qualsiasi mezzo a disposizione (carta, contanti, ecc.).

Se il parcometro non accetta la carta di credito, sono giustificato a non pagare il parcheggio?
No. La sola dimostrazione che il pagamento elettronico non funzionava non è sufficiente per evitare la multa. L’automobilista deve anche provare che era impossibile pagare con altri metodi, come i contanti. La mancanza personale di monete non è considerata una giustificazione valida.

Cosa deve dimostrare l’amministrazione per multare un’auto senza ticket?
L’obbligo probatorio dell’amministrazione si esaurisce nel dimostrare il fatto costitutivo della violazione, ovvero che il veicolo era parcheggiato in un’area a pagamento senza l’esposizione del ticket valido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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