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Onere della prova parcheggio: chi deve dimostrare?

Una società ha impugnato una multa per sosta in un’area a pagamento, lamentando l’assenza di parcheggi gratuiti nelle vicinanze. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in tali casi, l’onere della prova spetta all’amministrazione pubblica. È il Comune a dover dimostrare di aver adempiuto all’obbligo di legge di istituire adeguate aree di sosta libera, e non il cittadino a doverne provare la mancanza.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova Parcheggio: La Cassazione Stabilisce a Chi Spetta

Quante volte, cercando parcheggio in città, ci si imbatte quasi esclusivamente in strisce blu? La questione dei parcheggi a pagamento e della correlata esistenza di aree di sosta gratuite è un tema quotidiano che spesso sfocia in contenziosi legali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un punto cruciale: in caso di multa, a chi spetta l’onere della prova parcheggio gratuito? La risposta, come vedremo, rafforza la posizione del cittadino. L’ordinanza chiarisce che non spetta all’automobilista dimostrare l’assenza di stalli liberi, ma all’amministrazione provare la legittimità del proprio operato.

Il Caso: Dalla Multa per Sosta a Pagamento al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da un verbale di contestazione elevato nei confronti di una società per aver parcheggiato un veicolo di sua proprietà in un’area di sosta a pagamento (le cosiddette strisce blu) senza esporre il titolo di pagamento. La società ha contestato la sanzione, prima con un ricorso amministrativo al Prefetto, poi con un’opposizione davanti al Giudice di Pace e infine in appello presso il Tribunale.

Il motivo centrale della contestazione era la presunta violazione dell’art. 7, comma 8, del Codice della Strada, che impone ai Comuni, quando istituiscono parcheggi a pagamento, di riservare nelle immediate vicinanze un’adeguata area destinata a parcheggio libero. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale avevano respinto le ragioni della società, sostenendo che fosse onere di quest’ultima fornire la prova dell’inesistenza di parcheggi gratuiti nella zona. La questione è così giunta fino alla Corte di Cassazione.

L’Onere della Prova Parcheggio secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso della società. Richiamando un proprio consolidato orientamento, la Corte ha affermato un principio di diritto fondamentale: nel giudizio di opposizione a una sanzione per sosta in area a pagamento, se l’opponente contesta specificamente la mancanza di un’adeguata area per il parcheggio libero, l’onere della prova parcheggio grava sull’autorità amministrativa.

In altre parole, non è il cittadino a dover dimostrare un fatto negativo (l’assenza di parcheggi liberi), ma è l’amministrazione (il Comune, rappresentato in giudizio dalla Prefettura) a dover provare la legittimità del proprio provvedimento. L’ente deve dimostrare di aver rispettato la legge, provando l’esistenza della delibera che istituisce le aree di sosta gratuite o che, in alternativa, esclude tale obbligo per ragioni specifiche previste dalla legge stessa.

Il Principio di Diritto e l’Obbligo del Comune

L’articolo 7, comma 8, del Codice della Strada è chiaro: quando un comune decide di gestire direttamente o in concessione parcheggi con custodia o con dispositivi di controllo della durata della sosta (parcometri), deve “riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”.

Esistono delle eccezioni a questo obbligo. Non è necessario prevedere parcheggi gratuiti nelle aree pedonali, nelle zone a traffico limitato (ZTL), nei centri storici (zone A secondo il D.M. 1444/1968) o in altre zone di particolare rilevanza urbanistica dove sussistano specifiche esigenze di traffico. Tuttavia, anche in questi casi, è necessaria un’apposita e motivata delibera della Giunta comunale che individui e delimiti tali aree. La prova di tale delibera spetta sempre all’amministrazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto fondata la censura della ricorrente, sottolineando come il Tribunale avesse errato nell’invertire l’onere probatorio. L’affermazione secondo cui spettava all’automobilista “fornire la dimostrazione dell’elemento costitutivo della propria pretesa” è stata giudicata giuridicamente errata. La contestazione specifica da parte del cittadino circa l’inesistenza di stalli liberi è sufficiente a far scattare l’obbligo per la pubblica amministrazione di provare la conformità del proprio operato alla legge.

L’amministrazione deve quindi produrre in giudizio gli atti amministrativi (come le delibere della Giunta comunale) che dimostrino o l’istituzione di adeguate aree di parcheggio gratuito o l’esistenza di una legittima causa di esenzione da tale obbligo. Porre questo onere a carico del cittadino sarebbe eccessivamente gravoso e contrario ai principi che regolano il rapporto tra amministrazione e amministrati.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassato la sentenza del Tribunale e rinviato la causa ad altro magistrato dello stesso ufficio per una nuova decisione. Il nuovo giudice dovrà attenersi al principio di diritto enunciato, secondo cui l’onere di provare la legittimità dell’istituzione dei parcheggi a pagamento, a fronte della contestazione sulla mancanza di aree libere, grava sull’amministrazione.

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli automobilisti. Chi riceve una multa per sosta sulle strisce blu in un’area dove ritiene non vi siano sufficienti parcheggi gratuiti (strisce bianche) ha uno strumento di difesa più forte. In caso di opposizione, basterà sollevare specificamente la questione, e sarà poi il Comune a dover dimostrare in tribunale di essere in regola. Questo principio riequilibra la posizione delle parti nel contenzioso, tutelando maggiormente il cittadino da possibili abusi o illegittimità nell’istituzione di aree di sosta a pagamento.

Chi deve provare la presenza di parcheggi gratuiti quando si contesta una multa per sosta a pagamento?
Secondo la sentenza, l’onere della prova grava sulla Pubblica Amministrazione (ad esempio, il Comune rappresentato dalla Prefettura). È l’ente che deve dimostrare di aver adempiuto all’obbligo di legge di istituire parcheggi liberi, non il cittadino a doverne provare l’assenza.

È sempre obbligatorio per un Comune prevedere parcheggi gratuiti vicino a quelli a pagamento?
In linea di principio sì, come previsto dall’art. 7, comma 8, del Codice della Strada. Tuttavia, tale obbligo non sussiste per zone particolari come aree pedonali, zone a traffico limitato (ZTL), centri storici (zone ‘A’) o altre aree di particolare rilevanza urbanistica, a condizione che una delibera della Giunta comunale le individui e motivi l’esenzione.

Cosa succede se l’Amministrazione non riesce a provare di aver rispettato l’obbligo?
Se l’Amministrazione non fornisce in giudizio la prova di aver istituito adeguate aree di sosta gratuita o di rientrare in una delle eccezioni previste dalla legge, la sanzione amministrativa per la sosta a pagamento senza ticket può essere considerata illegittima e, di conseguenza, annullata dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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