LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova pagamento: chi deve dimostrarlo?

Un fornitore ha ottenuto un decreto ingiuntivo contro gli eredi di un cliente per fatture non pagate. I debitori si sono opposti sostenendo di aver pagato parzialmente con assegni e cambiali. I tribunali di merito hanno dato loro ragione, invertendo l’onere della prova a carico del creditore. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che in caso di pagamento con titoli astratti (come gli assegni), spetta al debitore dimostrare il collegamento specifico tra il pagamento e il debito contestato. Pertanto, il semplice deposito di assegni non è sufficiente a provare l’estinzione del debito se il creditore ne contesta l’imputazione. La sentenza chiarisce un principio fondamentale sull’onere della prova del pagamento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della prova pagamento: la Cassazione chiarisce chi deve dimostrare cosa

Capire a chi spetta l’onere della prova del pagamento in una transazione commerciale è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: cosa succede quando un debitore sostiene di aver pagato tramite assegni e cambiali? La risposta non è così scontata come potrebbe sembrare e ribalta un principio spesso dato per assodato. Vediamo insieme cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Una società fornitrice di mangimi si era vista costretta a richiedere un decreto ingiuntivo per un valore di oltre 51.000 euro nei confronti degli eredi di un proprio cliente, a causa di diverse fatture non saldate. Gli eredi si sono opposti al decreto, sostenendo di aver già effettuato pagamenti parziali per circa 25.500 euro, producendo a sostegno della loro tesi alcuni assegni e cambiali emessi in favore della società creditrice.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno accolto, seppur parzialmente, l’opposizione dei debitori. I giudici di merito hanno ritenuto che, di fronte alla produzione di assegni e altri effetti, l’onere della prova del pagamento si spostasse sul creditore. Sarebbe stato quest’ultimo, quindi, a dover dimostrare che quei pagamenti si riferivano a debiti diversi e più antichi rispetto a quelli oggetto del decreto ingiuntivo. Non avendo fornito tale prova, le somme dovute sono state ridotte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La società fornitrice ha impugnato la decisione della Corte d’Appello, portando il caso davanti alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza precedente e rinviando la causa a una nuova sezione della Corte d’Appello. Il motivo? Un’errata applicazione delle regole sull’onere della prova del pagamento, specialmente quando si utilizzano titoli di credito “astratti” come assegni e cambiali.

Le Motivazioni: l’onere della prova del pagamento con assegni

La Corte ha ribadito un principio cardine del nostro ordinamento, sancito dall’art. 2697 del codice civile: chi agisce per ottenere il pagamento di un credito deve provare l’esistenza del titolo (ad esempio, il contratto o la fattura), mentre chi eccepisce l’avvenuta estinzione del debito deve provare il fatto estintivo, ovvero il pagamento.

Tuttavia, la questione si complica quando la prova del pagamento consiste nella produzione di assegni o cambiali. Questi sono “titoli astratti”, il cui valore legale è svincolato dalla causa sottostante. La loro semplice emissione e incasso non dimostra automaticamente che essi siano serviti a estinguere quello specifico debito oggetto di causa.

La Cassazione ha chiarito che, se il creditore contesta l’imputazione del pagamento, l’onere probatorio torna in capo al debitore. È quest’ultimo che deve dimostrare in modo inequivocabile il collegamento tra i titoli di credito prodotti e le specifiche fatture che sostiene di aver saldato. Non è sufficiente una semplice allegazione; serve una prova concreta che leghi quel pagamento a quel debito.

In assenza di tale prova, non si può invertire l’onere e pretendere che sia il creditore a dimostrare che quei soldi servivano a saldare altri conti. La Corte d’Appello aveva quindi errato nel limitarsi a constatare la mancata prova, da parte del creditore, di un accordo di dilazione per debiti pregressi, senza prima aver verificato se i debitori avessero effettivamente provato il nesso tra i pagamenti effettuati e le fatture contestate.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per imprenditori e privati. Quando si effettua un pagamento, specialmente se tramite assegno e in un contesto di rapporti commerciali continuativi, non basta conservare la matrice. È essenziale creare un collegamento documentale chiaro e inequivocabile tra il pagamento e la fattura che si sta saldando (ad esempio, indicando il numero di fattura nella causale del bonifico o dell’assegno).

Per i debitori, la sentenza sottolinea che la semplice esibizione di un assegno incassato dal creditore non è una prova tombale del pagamento di un debito specifico, se questo viene contestato. Per i creditori, rafforza la posizione di chi, a fronte di pagamenti non chiaramente imputati, può continuare a esigere il saldo delle fatture scoperte, a meno che il debitore non fornisca una prova rigorosa del contrario. In definitiva, la chiarezza e la tracciabilità nei pagamenti sono le migliori alleate per evitare contenziosi sull’onere della prova del pagamento.

In un rapporto commerciale, chi deve provare il pagamento di una fattura?
Di norma, il creditore deve provare l’esistenza del suo diritto (es. la fattura), mentre il debitore deve provare di aver effettuato il pagamento per estinguere l’obbligazione.

Se il debitore paga con assegni, l’onere della prova cambia?
Sì. Se il creditore contesta che l’assegno si riferisca a quella specifica fattura, l’onere della prova torna al debitore. Quest’ultimo deve dimostrare il collegamento specifico tra l’assegno emesso e il debito che sostiene di aver saldato.

È sufficiente per un debitore produrre in giudizio un assegno incassato dal creditore per dimostrare di aver pagato un debito?
No, non è sufficiente se il creditore contesta che quel pagamento si riferisca al debito oggetto della causa. La semplice allegazione di assegni non fornisce la prova di un pagamento con efficacia estintiva per un determinato credito; il debitore deve dimostrare il nesso causale tra la dazione del titolo e lo specifico debito azionato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati