LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova: pagamento a terzo e compravendita

Una venditrice appella una sentenza che riconosceva un pagamento di 30.000 €, effettuato dagli acquirenti a un terzo, come valido acconto sul prezzo. La Corte d’Appello respinge l’appello, confermando la decisione di primo grado. Si è ritenuto che la venditrice non abbia assolto al proprio onere della prova per superare le forti presunzioni e le prove testimoniali che indicavano come il pagamento fosse stato eseguito su sue precise istruzioni, liberando così gli acquirenti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 novembre 2024 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova nella Compravendita: il Pagamento al Terzo Libera il Debitore?

In una compravendita immobiliare, il momento del pagamento è cruciale. Ma cosa succede se il venditore indica di versare una parte del prezzo su un conto estero intestato a un’altra persona? Questa operazione libera l’acquirente dal suo debito? Una recente sentenza della Corte di Appello ha affrontato proprio questo tema, mettendo in luce il ruolo decisivo dell’onere della prova e delle presunzioni logiche nella risoluzione di controversie complesse e prive di prove scritte inequivocabili.

I Fatti di Causa: Una Compravendita e un Pagamento Controverso

La vicenda trae origine dalla vendita di un immobile per un prezzo pattuito di 150.000 €. A fronte di un residuo da saldare di 75.000 €, gli acquirenti sostenevano di averne versati 30.000 € tramite un bonifico su un conto corrente in Polonia, intestato a una terza persona, seguendo le istruzioni verbali della stessa venditrice.

La situazione si complicava a causa di un fatto singolare: il giorno seguente, anche la venditrice aveva effettuato un bonifico di 50.000 € sullo stesso conto polacco, per un investimento finanziario che si era poi rivelato una truffa. La venditrice, quindi, negava di aver mai dato istruzioni agli acquirenti, sostenendo che anche il loro versamento fosse un investimento autonomo e che, di conseguenza, il debito per la casa fosse ancora parzialmente insoluto.

La Decisione del Tribunale e i Motivi dell’Appello

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione agli acquirenti, ritenendo credibile che il pagamento fosse stato effettuato per estinguere parte del debito immobiliare. La decisione si basava su una serie di elementi presuntivi e su una testimonianza.

La venditrice ha quindi proposto appello, contestando la ricostruzione del Tribunale. A suo dire, era inverosimile che gli acquirenti avessero ricevuto un’istruzione verbale senza chiedere una quietanza scritta. Sosteneva, inoltre, che la testimonianza a favore degli acquirenti fosse inattendibile e smentita da quella del proprio figlio, e che l’ipotesi di una ‘incredibile coincidenza’ di due investimenti separati sullo stesso conto fosse plausibile.

Le Motivazioni della Corte d’Appello: L’Onere della Prova e il Ragionamento Presuntivo

La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, confermando integralmente la sentenza di primo grado. La decisione si fonda su un’attenta analisi dell’onere della prova e su un solido ragionamento presuntivo.

I giudici hanno definito l’ipotesi della coincidenza casuale come ‘improbabilissima’. Diversi elementi oggettivi, al contrario, creavano un quadro logico e coerente a favore della tesi degli acquirenti:

1. Identità del Beneficiario e del Conto: Il fatto che sia gli acquirenti che la venditrice avessero inviato denaro allo stesso beneficiario sullo stesso conto polacco a distanza di un solo giorno costituiva un forte indizio di collegamento.
2. La Causale del Bonifico: Il bonifico degli acquirenti riportava la causale ‘Saldo acquisto 1a casa’, un elemento difficilmente compatibile con la tesi di un investimento finanziario slegato dalla compravendita.
3. La Prova Testimoniale: La Corte ha ritenuto più attendibile la testimonianza di una persona terza che aveva dichiarato di aver sentito la venditrice dare istruzioni agli acquirenti per il pagamento sul conto estero. Questa testimonianza, seppur contestata, si inseriva perfettamente nel quadro logico ricostruito.
4. Logica Economica: Appariva improbabile che gli acquirenti, dovendo ancora saldare una cifra importante per la casa, decidessero di ‘immobilizzare’ 30.000 € in un investimento estero a bassa redditività (3% annuo) rivelatosi poi una truffa.

Di fronte a questo quadro probatorio, gravava sulla venditrice l’onere della prova di dimostrare che la sua versione dei fatti fosse quella corretta. Non è stata in grado di farlo, non riuscendo a smontare la ricostruzione logica e coerente operata dal giudice di primo grado e confermata in appello.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, evidenzia il rischio di impartire o accettare istruzioni di pagamento verbali, specialmente se dirette a terzi. Una dichiarazione scritta o una quietanza liberatoria avrebbero evitato l’intera controversia. In secondo luogo, dimostra come, in assenza di prove dirette, i giudici possano e debbano basare le proprie decisioni su presunzioni ‘gravi, precise e concordanti’. Quando una serie di indizi punta in modo univoco verso una determinata conclusione, spetta alla parte che sostiene una tesi contraria fornire prove concrete e convincenti per smentirla. In questo caso, l’incapacità della venditrice di assolvere a tale onere è stata decisiva per la sua sconfitta processuale.

Un pagamento fatto a una persona diversa dal venditore può essere considerato valido per saldare il prezzo di una casa?
Sì, un pagamento a un terzo può essere considerato liberatorio se viene dimostrato che è stato effettuato su indicazione del creditore (il venditore). In questo caso, la Corte ha ritenuto che le prove testimoniali e le presunzioni logiche fossero sufficienti a dimostrare che la venditrice avesse dato istruzioni agli acquirenti di pagare su un conto estero, rendendo così valido quel versamento ai fini dell’estinzione parziale del debito.

Come valuta un giudice le prove quando le versioni delle parti sono opposte e manca una prova scritta?
In assenza di una prova documentale decisiva, il giudice valuta l’intero quadro probatorio, comprese le testimonianze e gli indizi. Applica un ragionamento presuntivo, ovvero trae da fatti noti (come la coincidenza del conto corrente, la causale del bonifico, la tempistica dei pagamenti) la prova di un fatto ignoto (l’esistenza di un accordo per il pagamento a un terzo). La Corte sceglie la ricostruzione dei fatti che appare più logica, coerente e probabile.

Chi deve provare che un pagamento è stato eseguito secondo le istruzioni del venditore?
Secondo il principio dell’onere della prova, spetta a chi afferma un fatto fornirne la prova. In questo caso, gli acquirenti hanno fornito elementi sufficienti (bonifico con causale specifica, testimonianza) per sostenere la loro versione. A quel punto, l’onere si è spostato sulla venditrice, che avrebbe dovuto provare il contrario, ovvero che quel pagamento non era riconducibile alla compravendita. Non essendoci riuscita, la sua domanda è stata respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati