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Onere della prova multa: multa annullata senza prove

Un automobilista fa appello contro una multa per infrazione stradale, contestata non immediatamente ma dopo un’indagine su un sinistro. Il Tribunale, dopo aver dichiarato nulla la sentenza di primo grado per un errore procedurale, annulla la multa. La motivazione è che la Pubblica Amministrazione non ha fornito prove sufficienti a sostegno dell’infrazione (onere della prova multa non assolto), come video o verbali dettagliati.

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Pubblicato il 16 ottobre 2024 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova per Multe Stradali: Quando la Sanzione è Annullabile

Il principio dell’onere della prova per una multa è un pilastro del diritto sanzionatorio. Non basta che la Pubblica Amministrazione affermi un’infrazione; deve provarla con elementi certi e verificabili. Una recente sentenza del Tribunale di Roma ha ribadito questo concetto, annullando una sanzione stradale proprio per la mancanza di prove concrete a sostegno dell’accusa, dopo aver rilevato un grave errore procedurale del giudice di primo grado.

Il Caso: Dalla Multa all’Appello

Tutto ha origine da una multa notificata a un automobilista per presunte violazioni al Codice della Strada, tra cui il mancato rispetto di un obbligo di svolta e di un segnale di stop, che avrebbero causato un incidente. La particolarità del caso risiede nel fatto che la contestazione non è avvenuta nell’immediato, ma solo in un secondo momento, a seguito di un “rilievo di sinistro stradale” e di una “attenta valutazione della dinamica”.

L’automobilista ha proposto opposizione davanti al Giudice di Pace, il quale, tuttavia, ha rigettato il ricorso. La questione è quindi approdata in appello davanti al Tribunale di Roma.

L’Errore Procedurale e la Nullità della Prima Sentenza

Prima ancora di entrare nel merito della multa, il Tribunale ha riscontrato un vizio fondamentale nella gestione del processo di primo grado. All’udienza decisiva, nessuna delle parti era comparsa. In una situazione del genere, le norme procedurali (artt. 309 e 181 c.p.c.) prevedono che il giudice debba fissare una nuova udienza, e solo in caso di un’ulteriore assenza, può dichiarare l’estinzione del giudizio.

Il Giudice di Pace, invece, aveva deciso la causa nel merito, rigettando l’opposizione. Il Tribunale ha qualificato questa azione come un grave error in procedendo, dichiarando di conseguenza la nullità della sentenza di primo grado.

L’Onere della Prova Multa: La Decisione nel Merito del Tribunale

Annullata la prima sentenza, il Tribunale è passato a decidere direttamente la causa. Qui emerge il punto cruciale: l’onere della prova della multa. Poiché la multa era stata elevata non in flagranza, ma sulla base di una ricostruzione postuma, spettava all’Amministrazione dimostrare, con prove concrete, che l’infrazione fosse stata effettivamente commessa.

Il verbale si basava su non meglio specificati “elementi oggettivi riscontrati sul posto” e “altri acquisiti successivamente”. Sebbene l’Amministrazione avesse menzionato nelle sue difese di aver visionato dei video di sorveglianza, tali video non sono mai stati prodotti in giudizio. In assenza del rapporto dell’incidente, dei video o di qualsiasi altro elemento di prova, il Tribunale ha concluso che l’accertamento era rimasto privo di fondamento probatorio.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni del Tribunale sono state nette e si fondano su due pilastri:

1. Nullità della sentenza di primo grado: Il Giudice di Pace ha violato le regole procedurali (artt. 309 e 181 c.p.c.) non rinviando la causa dopo l’assenza delle parti. Questo costituisce un error in procedendo insanabile che invalida la sua decisione.

2. Mancato assolvimento dell’onere della prova: Nel giudizio di opposizione a una sanzione, la Pubblica Amministrazione agisce come attore sostanziale e deve quindi provare i fatti che costituiscono l’illecito. In questo caso, non è stata fornita alcuna prova oggettiva (come il verbale completo del sinistro o i filmati citati) a sostegno della ricostruzione accusatoria. L’accertamento si è rivelato, quindi, immotivato e non provato.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

Questa decisione offre importanti spunti pratici per i cittadini. In primo luogo, una multa, specialmente se contestata in un secondo momento, non è un atto di fede. L’Amministrazione ha il dovere di motivare la sanzione e, in caso di contestazione, di provare l’infrazione con elementi concreti. Affermazioni generiche come “valutazione della dinamica” non sono sufficienti se non supportate da prove tangibili. In secondo luogo, il rispetto delle regole procedurali è una garanzia fondamentale per un giusto processo, e la loro violazione può avere conseguenze drastiche, come la nullità di una sentenza. La sentenza riafferma un principio di civiltà giuridica: chi accusa ha l’onere di provare, e il cittadino ha il diritto di difendersi sulla base di fatti concreti e non di mere supposizioni.

Domanda 1: Una multa può essere emessa dopo un incidente senza che l’agente abbia visto l’infrazione?
Risposta: Sì, è possibile. Tuttavia, come stabilito dalla sentenza, l’Amministrazione deve basare la sanzione su “elementi di prova anche indiretti o indizi univocamente convergenti” e ha l’onere di dimostrare in giudizio la fondatezza dell’accertamento.

Domanda 2: Cosa succede se le parti non si presentano a un’udienza davanti al Giudice di Pace?
Risposta: Secondo il Tribunale, in base agli artt. 309 e 181 c.p.c., il giudice non può decidere la causa nel merito ma deve fissare una nuova udienza. Solo in caso di ulteriore assenza, il processo può essere dichiarato estinto. Decidere la causa è un errore procedurale (error in procedendo) che rende la sentenza nulla.

Domanda 3: Chi deve provare che un’infrazione stradale è stata commessa se si fa ricorso?
Risposta: La sentenza chiarisce che l’onere della prova spetta alla Pubblica Amministrazione. Nel caso di specie, non avendo fornito elementi oggettivi (come verbali di incidente o video) a sostegno della ricostruzione dei fatti, la multa è stata annullata perché l’Amministrazione non ha adempiuto al proprio onere probatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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