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Onere della prova: i doveri del creditore verso la PA

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un istituto di credito contro un ente territoriale, chiarendo che l’onere della prova del credito spetta sempre al creditore, anche nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo. La sentenza sottolinea l’importanza del principio di non contestazione: i fatti allegati da una parte e non specificamente contestati dall’altra si considerano ammessi. In questo caso, la mancata contestazione delle prove di pagamento ha portato al rigetto della pretesa creditoria.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova contro la PA: Obblighi del Creditore

Quando un’impresa vanta un credito nei confronti di un Ente Pubblico, quali sono i suoi obblighi in giudizio? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale del processo civile: l’onere della prova. Questa decisione ribadisce che spetta sempre al creditore dimostrare i fatti a fondamento della propria pretesa, anche quando il debitore è una Pubblica Amministrazione. Analizziamo insieme la vicenda e le sue importanti implicazioni pratiche.

Il Caso: Forniture non Pagate e Opposizione del Comune

Un istituto bancario, cessionario di un credito derivante da forniture di gas ed energia elettrica, otteneva un decreto ingiuntivo nei confronti di un Comune per una somma di circa 68.000 euro. L’Ente territoriale si opponeva al decreto, contestando la validità del rapporto contrattuale e chiamando in causa un terzo soggetto.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello accoglievano l’opposizione del Comune. I giudici di merito ritenevano che la banca non avesse adempiuto al proprio onere della prova. In particolare, non aveva dimostrato l’esistenza di un valido impegno di spesa da parte dell’ente, requisito essenziale per la validità dei contratti stipulati con la Pubblica Amministrazione. Inoltre, la Corte d’Appello evidenziava come la banca non avesse specificamente contestato la documentazione prodotta dal terzo chiamato in giudizio, che attestava l’avvenuto pagamento delle somme richieste.

La gestione dell’Onere della Prova e il Principio di Non Contestazione

L’istituto di credito ricorreva quindi in Cassazione, lamentando un’errata applicazione delle norme sull’onere della prova (art. 2697 c.c.) e sul principio di non contestazione (art. 115 c.p.c.). Secondo la ricorrente, la Corte d’Appello avrebbe dovuto porre a carico del Comune la prova dell’inesistenza dell’impegno di spesa e non avrebbe dovuto considerare provato il pagamento sulla base di documenti non specificamente contestati.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito due principi cardine del processo civile:

1. La ripartizione dell’onere della prova: Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, che si configura come un ordinario giudizio di cognizione, il creditore (opposto) assume la veste di attore in senso sostanziale. Di conseguenza, su di lui grava l’onere della prova di tutti i fatti costitutivi del suo diritto. Al contrario, spetta al debitore (opponente) dimostrare eventuali fatti impeditivi, modificativi o estintivi del credito, come ad esempio l’avvenuto pagamento. Nel caso di specie, la banca avrebbe dovuto dimostrare l’esistenza di un valido contratto con l’ente, incluso il relativo impegno di spesa.

2. L’applicazione del principio di non contestazione: L’articolo 115 del codice di procedura civile stabilisce che i fatti non specificamente contestati dalla parte costituita non necessitano di prova. La Corte ha rilevato che la banca non aveva contestato in modo specifico le fatture e i mandati di pagamento prodotti in giudizio dal terzo, che attestavano il saldo del debito. Questa mancata contestazione ha portato il giudice a ritenere il fatto del pagamento come pacifico e provato, comportando l’estinzione dell’obbligazione.

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile il secondo motivo di ricorso, con cui si lamentava la nullità della sentenza di primo grado, poiché il ricorso per Cassazione contro una sentenza di primo grado è ammesso solo in casi eccezionali e concordati tra le parti, non verificatisi nella fattispecie.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per tutte le imprese e i professionisti che operano con la Pubblica Amministrazione. La decisione riafferma che il creditore deve essere sempre pronto a dimostrare in modo completo e documentato il fondamento della propria pretesa. Non è sufficiente affermare di avere un credito; è necessario provare tutti gli elementi costitutivi del rapporto, inclusi i requisiti formali come l’impegno di spesa quando si contratta con un ente pubblico. Inoltre, la sentenza evidenzia l’importanza strategica di una difesa attenta e puntuale: ignorare o non contestare specificamente le allegazioni e le prove della controparte può avere conseguenze decisive, portando il giudice a considerare come provati fatti che potrebbero estinguere il diritto vantato.

A chi spetta l’onere della prova in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo contro un ente pubblico?
Spetta al creditore, che agisce come attore sostanziale, dimostrare i fatti che costituiscono il fondamento del suo diritto, inclusa la validità del contratto e l’esistenza di un formale impegno di spesa da parte dell’ente.

Cosa comporta la mancata contestazione di un documento prodotto in giudizio dalla controparte?
In base al principio di non contestazione (art. 115 c.p.c.), un fatto allegato da una parte e provato con documenti, se non viene specificamente contestato dalla controparte, viene considerato dal giudice come ammesso e provato, senza necessità di ulteriori accertamenti.

Il pagamento può essere provato sulla base di mandati di pagamento non contestati?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il giudice ha legittimamente ritenuto provato il pagamento sulla base delle fatture e dei relativi mandati prodotti in giudizio, poiché la parte creditrice non li aveva specificamente contestati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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