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Onere della prova furto: quando basta la denuncia?

Un’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio chiave sull’onere della prova furto in ambito assicurativo. Se la compagnia non contesta esplicitamente e tempestivamente il sinistro, l’assicurato non è tenuto a fornire prove aggiuntive oltre alla denuncia. Il caso riguardava un utilizzatore di beni in leasing che, a seguito di un furto, si è visto negare l’indennizzo dalla Corte d’Appello per mancata prova. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’inerzia o la contestazione tardiva dell’assicuratore non possono aggravare la posizione dell’assicurato.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova Furto: Basta la Denuncia se l’Assicurazione non Contesta

L’onere della prova furto è un tema centrale nei contenziosi tra assicurati e compagnie assicurative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatta chiarezza su un punto fondamentale: quando è sufficiente la semplice denuncia sporta alle autorità e quando, invece, l’assicurato è tenuto a fornire prove più sostanziose? La risposta, secondo i giudici, dipende interamente dal comportamento dell’assicuratore.

I Fatti del Caso: Un Furto Conteso

La vicenda trae origine da un contratto di leasing per due attrezzi agricoli. L’utilizzatore di questi beni subisce il furto di entrambi e sporge regolare denuncia. La società di leasing, titolare di una polizza assicurativa, riceve un indennizzo dalla compagnia per uno solo dei due furti. Di conseguenza, la società di leasing agisce contro l’utilizzatore per recuperare le somme ancora dovute relative al secondo bene.

L’utilizzatore si oppone, sostenendo che l’indennizzo assicurativo avrebbe dovuto coprire l’intero danno, e chiama in causa la compagnia assicurativa. Mentre il Tribunale di primo grado nega all’utilizzatore il diritto di agire direttamente contro l’assicurazione, la Corte d’Appello, pur riconoscendogli tale diritto (in via di surroga), respinge la sua domanda nel merito. Il motivo? Secondo i giudici d’appello, l’utilizzatore non aveva fornito prove sufficienti del furto, limitandosi a produrre la denuncia, ritenuta inadeguata a fronte di una contestazione.

L’Onere della Prova Furto secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’utilizzatore, ribaltando la decisione d’appello e delineando un principio di cruciale importanza. I giudici supremi hanno stabilito che l’onere della prova furto si aggrava per l’assicurato, richiedendo elementi ulteriori rispetto alla denuncia, solo e soltanto se la compagnia assicurativa contesta in modo espresso, specifico e tempestivo l’effettiva avvenuta della sottrazione del bene.

In assenza di tale contestazione, per l’assicurato è sufficiente allegare il fatto costitutivo del suo diritto all’indennizzo (cioè il furto, come documentato dalla denuncia) secondo quanto previsto dal contratto. Il comportamento passivo dell’assicuratore, come il silenzio o la mancata costituzione in giudizio nel primo grado (contumacia), non può automaticamente far scattare un onere probatorio più pesante a carico del cliente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello “totalmente carente”, poiché non indicava da quali atti emergesse una tempestiva e specifica contestazione del furto da parte della compagnia assicurativa. La Cassazione ha sottolineato che la compagnia era rimasta contumace nel primo grado di giudizio, e che ogni contestazione sollevata per la prima volta in appello sarebbe stata, comunque, tardiva. Di conseguenza, non era legittimo pretendere dall’assicurato una prova del furto più rigorosa della semplice denuncia. Il principio affermato è che l’assicuratore non può rimanere inerte per poi, in un secondo momento, contestare l’evento per sottrarsi all’obbligo di indennizzo, imponendo all’assicurato una probatio diabolica.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela degli assicurati. Il messaggio è chiaro: in caso di furto, la denuncia alle autorità è il primo e fondamentale passo. Se la compagnia assicurativa non contesta formalmente e tempestivamente la veridicità dell’evento, non potrà successivamente pretendere dall’assicurato prove aggiuntive per negare l’indennizzo. L’onere di contestare specificamente il fatto storico ricade sull’assicuratore; in sua assenza, la richiesta dell’assicurato, basata sulla denuncia, deve considerarsi fondata. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso applicando questo principio.

In una richiesta di indennizzo per furto, la sola denuncia alle autorità è sempre sufficiente?
No, non è sempre sufficiente, ma lo è se la compagnia assicurativa non contesta in modo specifico e tempestivo la veridicità del furto. L’onere di fornire prove più sostanziose sorge solo in risposta a una contestazione esplicita dell’assicuratore.

Cosa succede se la compagnia assicurativa non si costituisce in giudizio o non risponde alla richiesta di indennizzo?
Secondo la sentenza, la mancata risposta o la contumacia (assenza in giudizio) dell’assicuratore nel primo grado non è di per sé sufficiente a far scattare un onere probatorio più gravoso in capo all’assicurato. In questo scenario, all’assicurato basta allegare il fatto previsto in polizza (il furto).

Quando scatta per l’assicurato l’onere di provare il furto con prove ulteriori rispetto alla denuncia?
L’onere di fornire prove aggiuntive sorge solo in presenza di un “espresso diniego o di una contestazione” da parte dell’assicuratore riguardo all’effettiva sottrazione del bene. La contestazione deve essere tempestiva e non può essere sollevata tardivamente, ad esempio solo in fase di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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