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Onere della prova: estratti conto non sono l’unica prova

Una società cita in giudizio una banca per la restituzione di somme indebitamente pagate. La Corte d’Appello respinge la domanda per la mancanza dell’estratto conto finale. La Cassazione cassa la sentenza, affermando che l’onere della prova può essere assolto anche con altri mezzi documentali, poiché gli estratti conto non costituiscono l’unica prova possibile per ricostruire i movimenti del rapporto.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova e Conti Correnti: Gli Estratti Conto non sono l’Unico Mezzo

Nelle controversie bancarie, l’onere della prova a carico del correntista che agisce per la restituzione di somme indebitamente addebitate è un tema cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: la mancanza di alcuni estratti conto, incluso quello finale, non preclude automaticamente la possibilità di dimostrare il proprio diritto. Vediamo come la Suprema Corte è giunta a questa conclusione, analizzando un caso pratico.

I Fatti di Causa: Dalla Richiesta di Restituzione alla Cassazione

Una società del settore mobiliare aveva citato in giudizio il proprio istituto di credito, lamentando l’applicazione di interessi anatocistici, ultralegali e altre commissioni illegittime su due conti correnti. La richiesta era la restituzione delle somme pagate in eccesso.

Il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto la domanda, condannando la banca a rimborsare oltre 137.000 euro. Tuttavia, la Corte d’appello, su ricorso della banca, aveva riformato la decisione. Il motivo? Per uno dei conti, la società non aveva prodotto tutti gli estratti conto, in particolare mancava quello di chiusura. Secondo i giudici d’appello, questa lacuna documentale rendeva impossibile determinare con certezza l’esistenza e l’ammontare del credito vantato dalla società, violando così l’onere della prova.

Contro questa decisione, la società ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’appello avesse errato nel considerare la mancanza di un documento come un ostacolo insormontabile alla prova del suo diritto.

La Questione dell’Onere della Prova Analizzata dalla Corte

La Cassazione ha esaminato i motivi di ricorso, concentrandosi sul terzo, che si è rivelato fondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato ma spesso dibattuto nella pratica: l’assolvimento dell’onere della prova non è legato indissolubilmente alla produzione di tutti gli estratti conto periodici.

I giudici di legittimità hanno chiarito che l’estratto conto non è una “prova legale”, ovvero un documento la cui efficacia probatoria è predeterminata dalla legge e vincolante per il giudice. Si tratta, invece, di un elemento di prova documentale come altri, suscettibile di essere integrato e corroborato da ulteriori elementi.

La Decisione della Corte: La Prova dell’Indebito non Dipende solo dagli Estratti Conto

Il cuore della decisione risiede nell’affermazione che la ricostruzione dei movimenti di un rapporto di conto corrente può avvenire anche aliunde, cioè attraverso altre fonti di prova. Il correntista non è obbligato a documentare ogni singola rimessa solo ed esclusivamente con gli estratti conto.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la prova dei movimenti può essere desunta da altri mezzi, come le risultanze contabili dell’azienda, i cosiddetti riassunti scalari, o qualsiasi altro documento idoneo a fornire indicazioni certe e complete. Il giudice di merito ha il dovere di valutare l’intero compendio probatorio nel suo complesso. Di fronte a una documentazione parziale, il giudice può, e in certi casi deve, avvalersi di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) per ricostruire, sulla base dei dati disponibili, il saldo del conto e determinare l’eventuale indebito.

L’errore della Corte d’appello è stato quello di elevare la mancanza dell’ultimo estratto conto a prova insuperabile dell’assenza del diritto, senza considerare che il saldo del penultimo estratto e altri elementi avrebbero potuto costituire una base solida per una ricostruzione contabile. In pratica, ha trasformato un’eventuale difficoltà nella quantificazione del quantum in una negazione dell’esistenza stessa del diritto (an debeatur).

Le Conclusioni

La Cassazione ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’appello in diversa composizione. Quest’ultima dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio secondo cui l’onere della prova del correntista può essere assolto anche in assenza di una serie completa di estratti conto, valorizzando tutti gli altri elementi probatori disponibili e potendo ricorrere a una CTU per la ricostruzione del rapporto. Questa decisione rafforza la tutela dei correntisti, confermando che le lacune documentali non sono necessariamente fatali se è possibile ricostruire i fatti attraverso altri validi strumenti probatori.

È possibile chiedere la restituzione di somme indebitamente pagate alla banca se mancano alcuni estratti conto?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’onere della prova a carico del correntista può essere soddisfatto anche in assenza della serie completa degli estratti conto, poiché questi non costituiscono l’unica fonte di prova possibile.

Cosa può usare il correntista per provare i suoi pagamenti se non ha tutti gli estratti conto?
Il correntista può utilizzare altri mezzi di prova per ricostruire i movimenti del conto, come le proprie scritture contabili, i riassunti scalari, o altri documenti. Il giudice può inoltre disporre una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per elaborare i dati disponibili e rideterminare il saldo.

La mancanza dell’estratto conto finale impedisce sempre di vincere una causa di ripetizione dell’indebito?
No. Secondo la Suprema Corte, la mancanza dell’estratto conto finale non è un ostacolo insormontabile. Il giudice di merito deve valutare tutte le risultanze istruttorie nel loro complesso e non può automaticamente respingere la domanda, ma deve verificare se sia possibile ricostruire l’andamento del rapporto con gli elementi di prova disponibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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