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Onere della prova: documenti bancari e CTU

Un correntista ha citato in giudizio un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente percepite, ma ha fornito solo documentazione parziale. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha rigettato il ricorso. Ha ribadito che l’onere della prova spetta al cliente e che l’ordine di esibizione dei documenti alla banca può essere negato se non si dimostra una precedente richiesta stragiudiziale. Allo stesso modo, una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) non può essere disposta se basata su prove lacunose, poiché assumerebbe un carattere meramente esplorativo.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova del Correntista: La Cassazione Chiarisce i Limiti

Nel complesso mondo dei contenziosi bancari, una delle questioni più cruciali riguarda l’onere della prova. Chi deve dimostrare cosa? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, delineando chiaramente le responsabilità del cliente che agisce in giudizio per la ripetizione di somme indebite e i limiti degli strumenti processuali a sua disposizione, come la richiesta di esibizione di documenti e la Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU).

I Fatti di Causa

Un imprenditore individuale citava in giudizio il proprio istituto di credito, sostenendo di aver versato per anni somme non dovute sul suo conto corrente, aperto nel 1980. Le contestazioni riguardavano l’applicazione di interessi anatocistici, tassi usurari e altre commissioni mai pattuite. A supporto della sua domanda, il correntista presentava una perizia di parte che, tuttavia, si basava su una documentazione incompleta, ovvero una serie non continuativa di estratti conto.
Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello rigettavano la sua richiesta, sottolineando proprio la carenza probatoria. Il cliente, a loro avviso, non aveva adempiuto al proprio onere della prova, non avendo prodotto né il contratto originario né la sequenza completa degli estratti conto necessari a ricostruire l’intero andamento del rapporto.

L’Onere della Prova e la Richiesta di Documenti in Causa

Il correntista decideva di ricorrere in Cassazione. La sua difesa si basava su un punto centrale: la Corte d’Appello avrebbe errato nel non accogliere la sua richiesta di ordinare alla banca, ai sensi dell’art. 210 del codice di procedura civile, di esibire tutta la documentazione mancante. Sosteneva, inoltre, che il giudice avrebbe dovuto comunque disporre una CTU contabile per ricostruire il rapporto, anche partendo da dati parziali.
Secondo il ricorrente, il diritto del cliente a ottenere copia della documentazione bancaria (sancito dall’art. 119 del Testo Unico Bancario) poteva essere esercitato direttamente in corso di causa tramite l’ordine di esibizione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo in parte inammissibile e in parte infondato. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire e consolidare principi fondamentali in materia di onere della prova nel contenzioso bancario.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito due aspetti fondamentali.

1. Sulla richiesta di esibizione dei documenti (art. 210 c.p.c.): Sebbene il cliente abbia il diritto di ottenere copia della documentazione bancaria, questo diritto deve essere esercitato prima di avviare la causa. È possibile chiederne l’esibizione al giudice durante il processo, ma solo a una condizione precisa: il cliente deve dimostrare di aver già richiesto i documenti alla banca in via stragiudiziale e che quest’ultima si sia rifiutata di fornirli senza una valida giustificazione. Nel caso di specie, il ricorrente non aveva fornito tale prova, e la sua richiesta assumeva quindi i contorni di uno strumento per sopperire a una propria negligenza probatoria.

2. Sulla richiesta di CTU: La Consulenza Tecnica d’Ufficio non è un mezzo di prova per colmare le lacune della parte. Il giudice può nominarla per valutare tecnicamente i dati già acquisiti al processo, ma non per andare alla ricerca di prove che la parte aveva l’onere di fornire. Disporre una CTU su una base documentale palesemente incompleta e lacunosa, come nel caso esaminato, la trasformerebbe in uno strumento meramente “esplorativo”, finalizzato a ricercare fatti non provati, snaturando la sua funzione. La motivazione della Corte d’Appello, che aveva negato la CTU proprio per questa ragione, è stata quindi giudicata chiara, logica e corretta.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per chiunque intenda avviare una causa contro un istituto di credito per la ripetizione dell’indebito. L’onere della prova grava interamente sul cliente. Prima di rivolgersi al tribunale, è indispensabile attivarsi per raccogliere tutta la documentazione necessaria, a partire dal contratto e dalla serie completa degli estratti conto. Qualora la banca non collabori, è fondamentale formalizzare la richiesta di documenti (ad esempio tramite PEC o raccomandata A/R) per poter poi, in sede di giudizio, dimostrare al giudice di aver fatto tutto il possibile per ottenere le prove. Affidarsi alla speranza che sia il giudice a reperire i documenti o a ricostruire i fatti tramite una CTU in assenza di prove solide è una strategia destinata, come dimostra questo caso, all’insuccesso.

In una causa per la restituzione di somme indebite contro una banca, su chi ricade l’onere della prova?
L’onere della prova ricade interamente sul cliente. È il correntista che deve dimostrare sia l’avvenuto pagamento sia la mancanza di una valida causa giustificativa, producendo il contratto e tutti gli estratti conto necessari a ricostruire il rapporto.

È possibile chiedere al giudice di ordinare alla banca di produrre gli estratti conto mancanti durante il processo?
Sì, è possibile tramite un’istanza di esibizione (ex art. 210 c.p.c.), ma a condizione che il cliente dimostri di aver già richiesto formalmente tale documentazione alla banca prima di iniziare la causa e che la banca si sia ingiustificatamente rifiutata di consegnarla.

Il giudice è obbligato a nominare un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) se la documentazione prodotta è incompleta?
No. Il giudice può rifiutarsi di nominare un CTU se ritiene che la documentazione fornita dalla parte sia talmente parziale e lacunosa da non costituire una base sufficiente per l’indagine. In tal caso, la CTU avrebbe un carattere “esplorativo”, finalizzato a ricercare prove che la parte non ha fornito, il che non è consentito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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