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Onere della prova danno aereo: la Cassazione decide

Una passeggera ha citato in giudizio una compagnia aerea per un ritardo, chiedendo sia la compensazione pecuniaria prevista dalla normativa UE, sia il risarcimento del danno individuale. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 5613/2024, non decide nel merito ma rinvia la causa a pubblica udienza. La Corte ritiene di fondamentale importanza le questioni sollevate dalla compagnia aerea, in particolare quella relativa alla corretta individuazione del giudice competente e, soprattutto, alla ripartizione dell’onere della prova danno aereo per il danno non patrimoniale, che secondo la ricorrente spetterebbe al passeggero.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova per Danno Aereo: La Cassazione Fa il Punto su Ritardi e Risarcimenti

Un volo in ritardo può causare notevoli disagi. Ma chi deve dimostrare il danno subito? E in quale tribunale bisogna rivolgersi? Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione (n. 5613/2024) mette in luce due questioni cruciali per i diritti dei passeggeri, soffermandosi in particolare sull’onere della prova danno aereo e sulla competenza territoriale. La Corte ha ritenuto le questioni talmente complesse da meritare un approfondimento in una pubblica udienza, sospendendo di fatto la decisione finale.

I Fatti del Caso: Un Volo in Ritardo e la Duplice Richiesta di Risarcimento

Una passeggera, a seguito di un significativo ritardo del suo volo da Milano a Marrakech, ha intrapreso un’azione legale contro la compagnia aerea. La richiesta non si limitava a un solo tipo di risarcimento, ma ne comprendeva due distinti:

1. Danni forfettari: la compensazione pecuniaria (400 euro) e il rimborso per mancata assistenza (150 euro), come previsto dal Regolamento UE 261/2004.
2. Danno individuale: un ulteriore risarcimento di 400 euro per il danno non patrimoniale, ovvero per il disagio e lo stress subiti, risarcibile secondo le norme della Convenzione di Montreal.

La causa è stata avviata presso il Giudice di Pace del luogo di residenza della passeggera.

La Questione della Competenza Territoriale

La compagnia aerea si è opposta fin da subito, contestando la competenza del giudice adito. Secondo la difesa, il tribunale competente avrebbe dovuto essere quello nella cui circoscrizione si trova la sede italiana della compagnia (presso l’aeroporto di partenza), e non quello di residenza della passeggera.

Il Tribunale, in sede di appello, ha dato ragione alla passeggera, affermando la propria competenza. La decisione si basava sull’interpretazione secondo cui il “luogo in cui il vettore ha un’impresa che ha provveduto a concludere il contratto” coincide con il domicilio dell’acquirente, specialmente per i contratti conclusi online. Questa interpretazione, tuttavia, è stata duramente contestata dalla compagnia aerea nel suo ricorso in Cassazione, citando una decisione contraria della Corte di Giustizia Europea.

L’Onere della Prova del Danno Aereo: Il Nodo Cruciale

Il punto più controverso del ricorso riguarda l’onere della prova danno aereo. Il Tribunale aveva concesso il risarcimento per il danno non patrimoniale ritenendo che la compagnia non avesse fornito prove sufficienti a escludere la propria responsabilità per il ritardo, come previsto dall’articolo 19 della Convenzione di Montreal.

La compagnia aerea ha sostenuto che il giudice avesse invertito l’onere della prova. Secondo la sua tesi, spetta prima di tutto al passeggero dimostrare di aver effettivamente subito un danno individuale, personale e concreto a causa del ritardo. Solo una volta che il passeggero ha fornito questa prova, scatta per la compagnia l’onere di dimostrare di aver adottato tutte le misure possibili per evitare il ritardo (la cosiddetta prova liberatoria). In altre parole, il danno non patrimoniale non può essere presunto solo perché c’è stato un ritardo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte a questi complessi motivi di ricorso, la Corte di Cassazione ha riconosciuto la rilevanza delle questioni sollevate. Invece di emettere una decisione sommaria in camera di consiglio, ha ritenuto necessario un approfondimento. Le motivazioni di questo rinvio risiedono nella necessità di chiarire due principi di diritto con importanti implicazioni pratiche:

1. La definizione del giudice competente: Stabilire se, per i contratti online, il foro competente possa essere quello del domicilio del passeggero o debba essere rigidamente legato a una sede fisica della compagnia aerea.
2. La ripartizione dell’onere della prova: Chiarire definitivamente se il passeggero che chiede un risarcimento per danno non patrimoniale debba prima provare l’esistenza di tale danno, o se questo possa essere considerato una conseguenza quasi automatica del ritardo, salvo prova contraria del vettore.

La Corte ha quindi disposto la trattazione del ricorso in pubblica udienza, un segnale della volontà di ponderare attentamente tutti gli argomenti prima di emettere una sentenza che potrebbe costituire un precedente fondamentale.

Conclusioni: Un Rinvio Strategico per Chiarire Punti Controversi

L’ordinanza interlocutoria della Cassazione lascia aperte le questioni, ma sottolinea la loro importanza. La decisione finale avrà un impatto significativo su innumerevoli futuri contenziosi tra passeggeri e compagnie aeree. Fornirà una guida chiara su dove i cittadini possono intentare causa e, soprattutto, su cosa devono dimostrare per ottenere un risarcimento per i disagi subiti che vada oltre gli indennizzi standard previsti dall’Unione Europea. La scelta di un dibattito pubblico indica la ricerca di una soluzione giuridica solida e ben motivata per bilanciare i diritti dei passeggeri con le responsabilità dei vettori aerei.

Quale giudice è competente a decidere una causa per ritardo aereo?
L’ordinanza evidenzia un dibattito giuridico in corso. Per la compensazione forfettaria UE, i fori competenti sono quelli del luogo di partenza o di arrivo del volo. Per il risarcimento del danno individuale ai sensi della Convenzione di Montreal, i criteri sono più ampi e l’interpretazione del “luogo in cui è stato concluso il contratto” è uno dei punti chiave che la Cassazione dovrà chiarire.

In caso di ritardo aereo, il passeggero deve sempre provare di aver subito un danno individuale?
Secondo la tesi della compagnia aerea riportata nell’ordinanza, sì. Per ottenere un risarcimento per danno non patrimoniale (es. stress, disagio), che va oltre la compensazione pecuniaria standard, il passeggero avrebbe l’onere di dimostrare che il ritardo gli ha causato un pregiudizio concreto e personale. La Corte di Cassazione dovrà decidere se questa interpretazione sia corretta.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso specifico?
La Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva. Ha stabilito che le questioni legali sollevate, in particolare quelle relative alla competenza territoriale e all’onere della prova del danno, sono di tale importanza da richiedere una discussione in una pubblica udienza. Pertanto, ha rinviato la causa per un’analisi più approfondita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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