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Onere della prova: danni da montaggio errato

Una cliente agisce in giudizio contro un fornitore dopo che una cucina, installata da poco, le è rovinata addosso. La Corte di Cassazione conferma le decisioni dei gradi precedenti, negando il risarcimento. Il punto cruciale è l’onere della prova: sebbene l’installazione difettosa fosse presunta, la cliente non ha dimostrato con prove chiare e coerenti il nesso causale tra il difetto e l’incidente, a causa delle sue versioni contraddittorie sulla dinamica dei fatti. La Corte chiarisce che spetta al danneggiato provare come l’inadempimento abbia specificamente causato il danno.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

L’onere della prova in caso di danni da installazione difettosa

Quando si subisce un danno a causa di un prodotto installato in modo scorretto, si potrebbe pensare che ottenere un risarcimento sia automatico. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda la cruciale importanza dell’onere della prova a carico del danneggiato. Il caso riguarda un incidente domestico causato dal crollo di una cucina nuova, ma la cui dinamica non è stata provata in modo convincente, portando al rigetto della richiesta di risarcimento.

I Fatti: Una Cucina Nuova e un Incidente Domestico

Una cliente acquistava una cucina da un’azienda fornitrice, che provvedeva anche all’installazione. Circa un mese dopo, mentre la signora era intenta a pulire l’elettrodomestico, l’intera struttura le rovinava addosso, causandole danni fisici. La cliente citava quindi in giudizio l’azienda venditrice, chiedendo il risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello rigettavano la domanda. I giudici ritenevano che, sebbene l’azienda non avesse fornito una prova inconfutabile della corretta installazione, la danneggiata non era riuscita a dimostrare l’esatta dinamica dell’incidente. Le versioni fornite nel tempo erano state giudicate discordanti, lacunose e illogiche, rendendo oscuro il nesso di causa tra il montaggio e il danno.

L’Onere della Prova nella Responsabilità Contrattuale

La questione è giunta fino alla Corte di Cassazione, che ha colto l’occasione per chiarire un aspetto fondamentale dell’onere della prova nella responsabilità contrattuale (art. 1218 c.c.).

La ricorrente sosteneva che, trattandosi di responsabilità contrattuale, spettasse al fornitore (il debitore della prestazione di installazione) dimostrare di aver adempiuto correttamente. La Cassazione ha precisato questa regola, operando una distinzione fondamentale:

1. Prova dell’inadempimento: Spetta al debitore (il fornitore) provare di aver eseguito la prestazione correttamente o che l’impossibilità di farlo sia dovuta a cause a lui non imputabili. L’inadempimento (l’installazione difettosa) viene quindi presunto.
2. Prova del nesso causale: Spetta al creditore (il cliente danneggiato) dimostrare che da quell’inadempimento specifico è derivato un ulteriore danno (la lesione fisica). Questo legame di causa-effetto tra l’installazione errata e l’incidente non è automatico e deve essere provato.

In sostanza, non basta che la cucina fosse montata male; la cliente avrebbe dovuto provare che l’incidente si è verificato esattamente a causa di quel difetto e secondo una dinamica chiara e coerente.

La Decisione della Cassazione e il Rischio della “Causa Ignota”

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, confermando le sentenze precedenti. Ha stabilito che i giudici di merito avevano correttamente applicato il principio del cosiddetto “rischio della causa ignota”. Poiché le prove offerte dalla ricorrente erano contraddittorie e non permettevano di ricostruire con certezza la dinamica dell’evento, la causa dell’incidente rimaneva, di fatto, “ignota”.

Quando la causa di un danno resta incerta, la soccombenza ricade sulla parte su cui gravava l’onere della prova. In questo caso, l’onere di provare il nesso causale tra il difetto e la lesione fisica era a carico della cliente. Non avendolo assolto, la sua domanda è stata respinta.

Spese Legali e Chiamata in Garanzia

Un ulteriore motivo di ricorso riguardava la condanna della ricorrente a pagare le spese legali della compagnia assicurativa del fornitore. La Corte ha confermato anche questa statuizione, applicando il principio di causalità: è stata la domanda infondata dell’attrice a rendere necessaria la chiamata in causa dell’assicurazione da parte del convenuto. Di conseguenza, è corretto che l’attore soccombente si faccia carico anche di tali costi.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla netta separazione concettuale tra i diversi oneri probatori nella responsabilità contrattuale. Mentre l’inadempimento del debitore può essere semplicemente allegato dal creditore (spetterà al debitore dimostrare il contrario), le conseguenze dannose ulteriori, come le lesioni personali, devono essere pienamente provate dal danneggiato. Questo include la dimostrazione del nesso causale, ovvero che il danno è una “conseguenza immediata e diretta” dell’inadempimento. La mancanza di una prova chiara e coerente sulla dinamica dell’evento impedisce di stabilire questo nesso, lasciando il “rischio della causa ignota” a carico di chi aveva l’onere di provarla.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque intenda avviare un’azione di risarcimento danni. Non è sufficiente lamentare un difetto o un inadempimento. È essenziale essere in grado di ricostruire e provare in modo rigoroso, chiaro e coerente la sequenza di eventi che ha portato dal difetto al danno. Versioni dei fatti contraddittorie o poco credibili possono compromettere irrimediabilmente l’esito della causa, anche in presenza di un’evidente negligenza della controparte. La coerenza e la solidità delle prove sulla dinamica dell’evento sono, quindi, elementi tanto cruciali quanto la prova del difetto stesso.

In caso di danno da un prodotto installato male, a chi spetta provare cosa?
Al cliente danneggiato (creditore) spetta allegare l’inadempimento (l’installazione errata) e provare il nesso causale tra questo e il danno subito, oltre all’entità del danno stesso. Al fornitore (debitore) spetta invece provare di aver eseguito la prestazione correttamente o che l’inadempimento non è a lui imputabile.

Perché il risarcimento è stato negato nonostante si presumesse un’installazione difettosa?
Il risarcimento è stato negato perché la cliente non ha assolto al suo onere di provare il nesso causale tra il difetto di installazione e l’incidente. Le sue versioni sulla dinamica dei fatti sono state ritenute contraddittorie e inidonee a ricostruire con certezza come si sia verificato l’evento dannoso.

Chi paga le spese legali del terzo chiamato in garanzia se l’attore perde la causa?
Secondo il principio di causalità, l’attore che perde la causa è tenuto a rimborsare le spese legali anche del terzo (in questo caso, la compagnia assicurativa) chiamato in giudizio dal convenuto, se tale chiamata si è resa necessaria a causa della domanda iniziale dell’attore, poi risultata infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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