LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova contratto: chi deve produrlo?

Un cliente ha citato in giudizio un istituto di credito per addebiti ritenuti illegittimi su un conto corrente, sostenendo la nullità di alcune clausole. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, il caso è arrivato in Cassazione. La Corte Suprema ha respinto il ricorso, stabilendo che l’onere della prova del contratto spetta al cliente che agisce per la restituzione delle somme. La Corte ha chiarito che non è possibile sollevare la questione della mancanza del contratto solo nelle memorie conclusive e che il principio di vicinanza della prova non è applicabile in questo contesto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova Contratto Bancario: Spetta al Cliente Produrlo

Nelle controversie bancarie, una delle questioni più dibattute riguarda chi debba farsi carico di produrre in giudizio il contratto di conto corrente. È un dubbio che affligge molti correntisti che intendono contestare addebiti per interessi, spese e commissioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza, ribadendo un principio fondamentale: l’onere della prova del contratto grava sul cliente che agisce per la restituzione delle somme. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un correntista aveva avviato una causa contro il proprio istituto di credito, lamentando l’applicazione di interessi ultralegali e spese non validamente pattuite sul suo conto corrente. L’obiettivo era ottenere la dichiarazione di nullità delle relative clausole e, di conseguenza, la restituzione di quanto indebitamente pagato.

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte di Appello avevano respinto le sue richieste. La motivazione principale dei giudici di merito era stata la mancata dimostrazione, da parte del cliente, del difetto di una valida pattuizione scritta. Insoddisfatto, il correntista ha portato il caso davanti alla Corte di Cassazione, incentrando il suo ricorso proprio sulla questione dell’onere della prova del contratto.

La Questione Giuridica: A Chi Spetta l’Onere della Prova Contratto?

Il nodo centrale del ricorso in Cassazione era stabilire chi, tra cliente e banca, avesse il dovere di produrre il contratto di conto corrente. Il ricorrente sosteneva che, avendo egli tardivamente dedotto in giudizio l’inesistenza di un accordo scritto, la banca non avrebbe contestato tale circostanza, e che quindi il giudice avrebbe dovuto prenderne atto. Inoltre, invocava il principio di vicinanza della prova, secondo cui l’onere dovrebbe ricadere sulla parte che può più facilmente adempiervi, in questo caso la banca.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, ritenendo le argomentazioni del correntista infondate. Le motivazioni della decisione si basano su principi procedurali e sostanziali consolidati.

1. Tardività dell’Eccezione

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che l’allegazione relativa all’inesistenza del contratto era stata introdotta dal cliente solo nella comparsa conclusionale del primo grado. Questi atti, tuttavia, hanno una funzione meramente illustrativa delle difese già svolte e non possono introdurre nuovi temi di indagine (il cosiddetto thema decidendum). Un giudice può rilevare d’ufficio una nullità solo se essa emerge chiaramente dagli atti di causa tempestivamente acquisiti, non da una semplice e tardiva deduzione di una parte.

2. La Regola Generale sull’Onere della Prova

Il punto cruciale della decisione riguarda la regola generale sull’onere della prova contratto. La giurisprudenza costante della Cassazione afferma che il cliente che agisce in giudizio per la restituzione di somme che ritiene indebitamente versate (azione di ripetizione dell’indebito) ha il dovere di dimostrare la mancanza di una causa giustificativa per tali pagamenti. Per farlo, deve produrre il contratto che contiene le clausole nulle. Senza il contratto, non è possibile per il giudice verificare la fondatezza della pretesa.

3. Inapplicabilità del Principio di Vicinanza della Prova

La Corte ha escluso l’applicabilità del principio di vicinanza della prova in questo contesto. Tale principio non opera quando entrambe le parti, al momento della sottoscrizione, acquisiscono la disponibilità del documento. Si presume, infatti, che anche il cliente abbia ricevuto e conservato una copia del proprio contratto. Pertanto, non esiste una difficoltà probatoria tale da giustificare uno spostamento dell’onere sulla banca.

4. Irrilevanza della Richiesta Documentale Stragiudiziale

Infine, la Corte ha specificato che la richiesta di documenti fatta dal cliente alla banca prima della causa (ai sensi dell’art. 119 del Testo Unico Bancario) non altera le regole sull’onere della prova nel processo. L’eventuale inadempimento della banca a tale richiesta avrebbe potuto, al più, giustificare un’istanza di esibizione documentale in corso di causa (ex art. 210 c.p.c.), ma non sposta automaticamente l’onere probatorio sul convenuto.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro e rigoroso: nel contenzioso bancario, il cliente che lamenta l’illegittimità di addebiti deve assumersi la responsabilità di provare le sue affermazioni. Questo significa, in primis, produrre il contratto di conto corrente. La decisione serve da monito per i correntisti: è fondamentale conservare con cura tutta la documentazione contrattuale e impostare la strategia processuale in modo corretto e tempestivo, senza affidarsi a eccezioni tardive o a un’impropria inversione dell’onere della prova.

In una causa contro la banca per addebiti illegittimi, chi deve produrre il contratto di conto corrente?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere della prova del contratto spetta al cliente che agisce per ottenere la restituzione delle somme. È il cliente a dover dimostrare la nullità delle clausole e, quindi, a dover produrre il documento su cui si fonda la sua pretesa.

È possibile sollevare la questione della mancanza del contratto per la prima volta nelle memorie conclusive?
No. La Corte ha stabilito che un’allegazione tardiva, contenuta in un atto come la comparsa conclusionale che ha carattere meramente illustrativo, non è sufficiente per introdurre un nuovo tema di indagine nel processo.

Il principio di “vicinanza della prova” si applica per obbligare la banca a produrre il contratto in giudizio?
No, la Corte ha escluso l’applicazione di questo principio nei rapporti di conto corrente. Il motivo è che si presume che entrambe le parti, cliente e banca, abbiano la disponibilità del documento fin dal momento della sua sottoscrizione, quindi non c’è una posizione di vantaggio probatorio da parte della banca che giustifichi un’inversione dell’onere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati