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Onere della prova: chi paga i danni all’immobile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11801/2025, interviene su un caso di locazione tra privati e un ente comunale. Al termine del contratto, i proprietari richiedevano un risarcimento per i danni all’immobile, adibito a scuola. La Corte ha stabilito un principio chiave sull’onere della prova: il locatore deve solo dimostrare il deterioramento del bene; spetta poi al conduttore (l’inquilino) provare che il danno deriva da un uso conforme al contratto o da cause a lui non imputabili. La sentenza d’appello, che aveva posto l’intero onere a carico dei proprietari, è stata annullata con rinvio.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova in Locazione: Chi Paga i Danni all’Immobile?

Nei rapporti di locazione, una delle questioni più spinose riguarda la responsabilità per i danni riscontrati sull’immobile al termine del contratto. A chi spetta dimostrare la causa del deterioramento? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale sul corretto riparto dell’onere della prova tra locatore e conduttore, ribaltando una decisione di merito che aveva erroneamente addossato l’intera responsabilità probatoria sul proprietario.

Il Caso: Un Immobile Scolastico Conteso

La vicenda ha origine da un contratto di locazione stipulato nel 1994 tra due privati e un ente comunale, avente ad oggetto un complesso immobiliare destinato a uso scolastico. Al momento del recesso dal contratto da parte del Comune, i proprietari agivano in giudizio per ottenere il pagamento delle somme necessarie a ripristinare l’immobile, lamentando un grave stato di deterioramento. La loro richiesta si basava su due punti: in via principale, il ripristino dello stato dei luoghi come descritto nel contratto originario; in via subordinata, il ripristino a un buono stato manutentivo, quantificando i danni in oltre 469.000 euro.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la domanda di risarcimento. I giudici di merito ritenevano che, per quanto riguarda la domanda principale, la descrizione contrattuale (che parlava di un immobile ad uso abitativo) non corrispondesse alla realtà dei fatti, dato che l’edificio era adibito a scuola sin dal 1971. Per quanto riguarda la domanda subordinata, pur riconoscendo il “precario stato di conservazione” dell’immobile, la Corte d’Appello sosteneva che i locatori non avessero fornito la prova che tale deterioramento fosse dipeso da un uso non conforme alla destinazione scolastica prevista dal contratto.

L’Onere della Prova secondo la Cassazione

I proprietari ricorrevano in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, la violazione delle norme che regolano l’onere della prova (artt. 1590 e 2697 c.c.). La Suprema Corte ha accolto questo motivo, ritenendolo fondato e decisivo. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale in materia di responsabilità del conduttore.

Il principio riaffermato

Secondo la Cassazione, in tema di risarcimento del danno per inadempimento dell’obbligo di restituire la cosa locata nello stesso stato in cui la si è ricevuta, la ripartizione dell’onere della prova funziona così:
1. Il locatore (proprietario) ha l’onere di provare il fatto costitutivo della sua pretesa: deve cioè dimostrare che l’immobile ha subito un deterioramento tra il momento della consegna e quello della restituzione.
2. Il conduttore (inquilino), per liberarsi dalla responsabilità, ha l’onere di provare il fatto impeditivo: deve cioè dimostrare che il deterioramento si è verificato per un uso conforme al contratto o per una causa a lui non imputabile.

La Corte d’Appello aveva erroneamente invertito questo schema, richiedendo al locatore di provare non solo il danno, ma anche la sua causa, ovvero l’uso non conforme da parte del Comune.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione della Cassazione si fonda sull’analisi dei motivi di ricorso. Il primo motivo, relativo alla violazione delle norme sull’onere probatorio, è stato accolto. La Corte ha chiarito che il principio stabilito dagli articoli 1590 e 2697 del codice civile è chiaro: una volta che il locatore ha provato l’esistenza di un danno materiale e misurabile, la presunzione di colpa ricade sul conduttore. Quest’ultimo deve attivarsi per dimostrare che la sua condotta è stata diligente e che il danno è riconducibile al normale deperimento d’uso o a un evento fortuito. La Corte d’Appello, rigettando la domanda per mancata prova dell’uso anomalo da parte del locatore, ha sovvertito questa regola.

Il secondo motivo, con cui i ricorrenti lamentavano un’omessa pronuncia sulla violazione degli obblighi di custodia per danni causati da terzi, è stato invece respinto. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito, pur non menzionandolo esplicitamente, avessero implicitamente valutato e escluso tale profilo, basandosi sulle risultanze della perizia tecnica (CTU) che attestava un degrado generale ma non specifici atti di vandalismo.

Infine, il terzo motivo, che denunciava un’errata valutazione delle prove, è stato dichiarato inammissibile per genericità e per non essere stato formulato secondo i rigorosi criteri richiesti per contestare in sede di legittimità l’apprezzamento dei fatti operato dal giudice di merito.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza la tutela del locatore. Stabilisce che, di fronte a un immobile riconsegnato in cattive condizioni, il proprietario non è tenuto a condurre complesse indagini per dimostrare la colpa dell’inquilino. È sufficiente che dimostri, anche tramite perizie e fotografie, la differenza tra lo stato iniziale e quello finale del bene. A quel punto, la palla passa al conduttore, che dovrà fornire una prova liberatoria convincente per evitare di essere condannato al risarcimento dei danni. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello di Napoli, che dovrà riesaminare la vicenda applicando il corretto principio sull’onere della prova.

A chi spetta l’onere della prova per i danni a un immobile in affitto?
Al locatore spetta provare il deterioramento dell’immobile avvenuto tra l’inizio e la fine del contratto. Una volta provato questo, l’onere si sposta sul conduttore, che deve dimostrare che il danno è derivato da un uso conforme al contratto o da una causa a lui non imputabile.

Il locatore può chiedere il risarcimento se non prova un uso scorretto della cosa da parte del conduttore?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il locatore deve solo dimostrare che l’immobile è stato danneggiato. Non è tenuto a provare che il conduttore ha usato il bene in modo scorretto. È il conduttore che, per non pagare, deve provare di averlo usato correttamente.

Cosa succede se un giudice sbaglia ad applicare il principio sull’onere della prova?
La sua sentenza può essere annullata (cassata) dalla Corte di Cassazione. In questo caso, la causa viene rinviata a un altro giudice dello stesso grado (in questa vicenda, un’altra sezione della Corte d’Appello), che dovrà decidere nuovamente la questione attenendosi al principio di diritto indicato dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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