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Onere della prova: bastano estratti conto parziali?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 15688/2024, ha stabilito un importante principio in materia di onere della prova nei contenziosi bancari. La Corte ha chiarito che un correntista può agire per la restituzione di specifiche somme indebitamente addebitate (ripetizione di indebito) anche senza produrre la serie completa degli estratti conto. Se la domanda è limitata a poste debitorie circoscritte e identificabili, l’onere della prova può essere soddisfatto dimostrando l’illegittimità di quelle singole operazioni, senza necessità di ricostruire l’intero andamento del rapporto. Nel caso di specie, la richiesta di rimborso per cambiali agrarie addebitate illegittimamente è stata accolta, respingendo il ricorso della banca che lamentava la documentazione incompleta.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Estratti Conto Incompleti? La Cassazione Chiarisce l’Onere della Prova

Quante volte un correntista, sentendosi leso da addebiti bancari ingiustificati, si è scontrato con la difficoltà di reperire l’intera documentazione del rapporto, magari decennale? L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 15688 del 5 giugno 2024 affronta proprio questo nodo cruciale, offrendo una prospettiva fondamentale sull’onere della prova a carico del cliente. La decisione stabilisce che, in determinate circostanze, non è necessario produrre tutti gli estratti conto per ottenere la restituzione di somme illegittimamente pagate.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una causa di opposizione a un’esecuzione immobiliare avviata da un istituto di credito nei confronti di due correntisti. Questi ultimi, a loro volta, avevano presentato una domanda riconvenzionale per accertare il reale saldo dei loro conti correnti e ottenere la restituzione delle somme indebitamente addebitate dalla banca a titolo di interessi ultrasoglia, anatocismo, commissioni di massimo scoperto e, in particolare, alcune cambiali agrarie.

Il Tribunale di primo grado, pur riconoscendo l’illegittimità di alcune clausole contrattuali, aveva respinto la domanda di restituzione a causa della documentazione incompleta: mancavano gli estratti conto di alcuni periodi. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la relazione del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) dimostrava chiaramente che, nonostante le lacune documentali, era possibile accertare l’illegittimo addebito delle cambiali agrarie. Di conseguenza, la Corte condannava la banca a restituire una cospicua somma ai correntisti.

La Questione dell’Onere della Prova Davanti alla Cassazione

L’istituto di credito ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali. Il primo, e più rilevante, riguardava la violazione dell’art. 2697 del codice civile, ossia la norma che disciplina l’onere della prova. Secondo la banca, gravava sui correntisti l’obbligo di fornire la serie integrale degli estratti conto per provare il loro diritto alla restituzione. La mancanza di alcuni documenti, a suo dire, rendeva impossibile la ricostruzione del saldo e, quindi, infondata la pretesa.

Con il secondo motivo, la banca denunciava un difetto assoluto di motivazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse presunto la persistenza dell’addebito delle cambiali nel periodo non documentato senza alcun supporto probatorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi, confermando la decisione della Corte d’Appello. Sul tema cruciale dell’onere della prova, i giudici hanno operato una distinzione fondamentale. Se la domanda del correntista mira a ricalcolare il saldo finale del conto corrente, rettificandolo da tutte le poste illegittime, allora la produzione della serie completa degli estratti conto è, di regola, indispensabile. Questo perché i saldi sono interdipendenti e ogni operazione influisce su quelle successive.

Tuttavia, la situazione cambia radicalmente quando la domanda è limitata alla restituzione di somme specifiche, pagate indebitamente a causa di precise e identificabili poste debitorie illegittime. In questo caso, come quello delle cambiali agrarie contestate, il correntista può limitare la sua richiesta e, di conseguenza, l’oggetto della prova. Non è più necessario ricostruire l’intero rapporto, ma è sufficiente dimostrare l’illegittimità del singolo addebito e il relativo pagamento non dovuto. La Corte ha richiamato un suo precedente (Cass. 5887/2021) per rafforzare questo principio, affermando che il correntista ha la facoltà di circoscrivere la sua domanda, alleggerendo così il proprio onere della prova.

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello non fosse né mancante né apparente. I giudici di merito avevano logicamente desunto la persistenza dell’addebito nel periodo non coperto da estratti conto dalla circostanza che tale addebito era presente sia nei documenti precedenti che in quelli successivi. Questa inferenza logica, secondo la Cassazione, è un ragionamento pienamente valido e sufficiente a supportare la decisione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento ha importanti implicazioni pratiche per i contenziosi tra clienti e banche. Essa conferma che il principio dell’onere della prova deve essere applicato con flessibilità, adattandolo alla specifica domanda giudiziale. I correntisti che agiscono per la ripetizione di indebiti specifici e ben identificati non sono più costretti a sostenere l’onere, spesso proibitivo, di produrre decenni di estratti conto. Possono invece concentrare la prova sull’illegittimità di singole operazioni, rendendo l’azione legale più accessibile ed efficace. Per le banche, ciò significa non poter più contare su una difesa basata unicamente sulla incompletezza formale della documentazione prodotta dal cliente, quando la pretesa è chiara e circoscritta.

È sempre necessario produrre tutti gli estratti conto per agire in giudizio contro una banca per la restituzione di somme?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è necessario produrre la serie integrale degli estratti conto se la domanda è limitata alla restituzione di specifiche poste debitorie illegittime e non alla rideterminazione del saldo finale del conto.

In cosa consiste l’onere della prova per il correntista che chiede la restituzione di addebiti specifici?
Il correntista deve provare l’esistenza di specifici addebiti illegittimi e di averli pagati. Se la domanda è circoscritta a queste poste, l’onere probatorio non si estende alla necessità di ricostruire l’intero rapporto di conto corrente attraverso tutti gli estratti conto.

Può un giudice ritenere provato un addebito anche in un periodo per cui mancano gli estratti conto?
Sì, la Corte lo ha ritenuto possibile. Nel caso specifico, il giudice ha desunto la persistenza dell’addebito nel periodo non documentato dal fatto che lo stesso addebito risultava presente sia negli estratti conto precedenti che in quelli successivi a tale periodo. Questo ragionamento presuntivo è stato considerato valido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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