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Omologazione autovelox: quando il verbale fa piena prova

Un automobilista ha impugnato una multa per eccesso di velocità, sostenendo la mancata omologazione autovelox. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che l’attestazione di omologazione contenuta nel verbale della polizia ha fede privilegiata e può essere contestata solo con querela di falso. Il giudizio di merito sull’effettiva omologazione non è sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Omologazione autovelox: quando il verbale fa piena prova

L’opposizione a una multa per eccesso di velocità è una situazione comune per molti automobilisti. Una delle contestazioni più frequenti riguarda la regolarità dei dispositivi di rilevamento, in particolare la questione della omologazione autovelox. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: il valore probatorio del verbale di accertamento e i limiti della sua contestazione. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: La Multa e i Ricorsi

Un automobilista riceveva una sanzione per superamento dei limiti di velocità, rilevata tramite un’apparecchiatura automatica. Deciso a contestare la multa, l’uomo adiva prima il Giudice di Pace e poi il Tribunale, sostenendo l’illegittimità dell’accertamento. Il suo argomento principale si basava sulla presunta mancanza di una corretta e adeguata omologazione dello strumento utilizzato per il rilevamento. Nello specifico, l’automobilista affermava che il dispositivo fosse meramente ‘approvato’ ma non ‘omologato’, una distinzione tecnica ma giuridicamente rilevante. Entrambi i giudici di merito, tuttavia, respingevano le sue ragioni, confermando la validità della sanzione e affermando che l’apparecchiatura risultava regolarmente omologata. La questione approdava così dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione della omologazione autovelox di fronte alla Cassazione

Davanti alla Suprema Corte, il ricorrente ha ribadito la sua tesi, denunciando la violazione di diverse norme del Codice della Strada e del Codice Civile. Il fulcro del ricorso era ancora una volta la distinzione tra approvazione e omologazione, sostenendo che la dichiarazione di conformità del dispositivo smentisse quanto affermato nel verbale dei verbalizzanti. Secondo il ricorrente, il Tribunale avrebbe errato nel considerare l’autovelox come omologato, viziando così la sentenza d’appello.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su due principi giuridici fondamentali.

In primo luogo, la Corte ha chiarito che la valutazione circa l’effettiva omologazione di un’apparecchiatura è un giudizio di fatto. Tale valutazione spetta esclusivamente ai giudici di merito (Giudice di Pace e Tribunale). La Corte di Cassazione, quale giudice di legittimità, non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici precedenti, ma solo verificare che la loro motivazione sia logica e non contraddittoria. Nel caso di specie, il Tribunale aveva adeguatamente motivato la sua decisione, basandosi sui documenti prodotti in giudizio, come la Dichiarazione di Conformità al Campione Omologato.

In secondo luogo, e questo è il punto più rilevante, la Corte ha ribadito il valore di fede privilegiata del verbale di accertamento. Il verbale, in quanto atto pubblico redatto da un pubblico ufficiale, fa piena prova, fino a querela di falso, dei fatti che l’agente attesta essere avvenuti in sua presenza o da lui compiuti. La Cassazione ha specificato che l’attestazione contenuta nel verbale circa l’avvenuta omologazione del dispositivo rientra in questa categoria. Di conseguenza, per contestare tale affermazione non è sufficiente una semplice negazione o la produzione di documenti contrari, ma è necessario intraprendere un procedimento specifico, la querela di falso, volto a dimostrare la falsità di quanto dichiarato dal pubblico ufficiale. Poiché il ricorrente non aveva avviato tale procedura, la sua contestazione è stata ritenuta inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Automobilisti

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale molto chiaro e fornisce indicazioni preziose per chi intende contestare una multa basata su rilevamenti automatici.

1. Il Peso del Verbale: Il verbale di accertamento ha una forza probatoria molto elevata. Le affermazioni in esso contenute, come quella relativa all’omologazione autovelox, non possono essere messe in discussione con una semplice opposizione.
2. La Querela di Falso: L’unico strumento giuridico per superare la fede privilegiata del verbale è la querela di falso, un procedimento complesso e oneroso che richiede prove solide per dimostrare la falsità dell’atto.
3. Limiti del Ricorso in Cassazione: La Corte di Cassazione non entra nel merito dei fatti. Pertanto, le contestazioni relative a questioni tecniche, come la verifica dell’omologazione, devono essere provate in modo convincente nei primi due gradi di giudizio.

In sintesi, contestare la regolarità di un autovelox è possibile, ma richiede un approccio giuridico rigoroso. Affermare semplicemente che il dispositivo non è omologato non è sufficiente se il verbale di accertamento dichiara il contrario. L’automobilista deve essere preparato a sfidare la veridicità dell’atto pubblico attraverso gli strumenti specifici previsti dalla legge.

È sufficiente contestare la mancata omologazione di un autovelox per far annullare una multa?
No. Secondo la Corte, se il verbale di accertamento redatto dal pubblico ufficiale attesta che il dispositivo è omologato, questa affermazione ha fede privilegiata. Per contestarla efficacemente non basta una semplice opposizione, ma è necessario avviare una specifica procedura chiamata ‘querela di falso’.

Che valore ha il verbale della polizia che attesta l’omologazione dell’autovelox?
Il verbale ha valore di atto pubblico con fede privilegiata. Ciò significa che fa piena prova dei fatti attestati dal pubblico ufficiale come da lui compiuti o avvenuti in sua presenza, fino a quando non ne venga accertata la falsità attraverso il procedimento di querela di falso.

La Corte di Cassazione può verificare se un autovelox è effettivamente omologato?
No. La verifica se un dispositivo sia o meno omologato è un ‘giudizio di fatto’, di competenza dei giudici di merito (Giudice di Pace, Tribunale). La Corte di Cassazione può solo controllare se la motivazione della loro decisione sia logica e priva di vizi giuridici, ma non può riesaminare le prove o i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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