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Omologazione autovelox: multa nulla senza prova

Il Tribunale di Milano, in grado d’appello, ha annullato due multe per eccesso di velocità a causa della mancata prova della omologazione autovelox. La sentenza sottolinea che la semplice approvazione tecnica del dispositivo non è sufficiente. Basandosi su recenti orientamenti della Corte di Cassazione, il giudice ha stabilito che l’omologazione è un requisito indispensabile per la validità dell’accertamento e che l’onere di provarla spetta all’amministrazione. In assenza di tale prova, le sanzioni sono state dichiarate illegittime.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Omologazione Autovelox: La Prova che Annulla la Multa

Una recente sentenza del Tribunale di Milano ha riaffermato un principio cruciale per tutti gli automobilisti: la mancata prova della omologazione autovelox rende la multa per eccesso di velocità illegittima. Questa decisione chiarisce la netta differenza tra la semplice ‘approvazione’ di un dispositivo e la sua ‘omologazione’, un requisito fondamentale che l’amministrazione ha l’onere di dimostrare. Vediamo nel dettaglio i fatti e le motivazioni giuridiche che hanno portato all’annullamento delle sanzioni.

I Fatti di Causa: Dalle Multe all’Appello

Un automobilista si è visto notificare due verbali per superamento dei limiti di velocità, rilevati da un apparecchio elettronico. Dopo il rigetto dei suoi ricorsi da parte della Prefettura, l’automobilista ha impugnato le relative ordinanze ingiunzione davanti al Giudice di Pace. Tra i vari motivi di contestazione, spiccava la presunta assenza di omologazione del dispositivo di rilevamento.

Tuttavia, il Giudice di Pace ha respinto il ricorso, confermando la validità delle multe. Non dandosi per vinto, l’automobilista ha proposto appello davanti al Tribunale Ordinario di Milano, insistendo in particolare sul vizio legato alla mancanza di omologazione dell’autovelox.

La Questione Giuridica: Omologazione Autovelox vs. Approvazione

Il cuore della controversia legale ruota attorno alla distinzione tra due procedure amministrative che spesso vengono erroneamente confuse: l’approvazione e l’omologazione.

* Approvazione: Un procedimento più snello che autorizza l’uso di prototipi, consentendone la sperimentazione e l’installazione.
* Omologazione: Un procedimento più complesso e rigoroso. Esso verifica e certifica che un determinato modello di apparecchio possieda tutte le caratteristiche tecniche e funzionali richieste dalla legge per essere utilizzato come fonte di prova per l’accertamento delle infrazioni.

L’appellante ha sostenuto che, ai sensi dell’art. 142 del Codice della Strada, per l’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità è richiesta l’omologazione ministeriale e non la semplice approvazione. La Prefettura, costituita nel primo grado di giudizio ma contumace in appello, non aveva mai fornito la prova documentale di tale omologazione.

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Milano ha accolto l’appello, riformando integralmente la sentenza di primo grado. Il giudice ha fondato la sua decisione su un recente e consolidato orientamento della Corte di Cassazione (in particolare, l’ordinanza n. 10505 del 2024), che ha definitivamente chiarito la questione.

La Corte ha stabilito che l’accertamento eseguito con un autovelox ‘approvato’ ma non ‘debitamente omologato’ è illegittimo. I due procedimenti, si legge nella sentenza, hanno caratteristiche, natura e finalità diverse e non possono essere considerati equipollenti. L’omologazione rappresenta una garanzia di affidabilità e precisione dello strumento, indispensabile per poter sanzionare un cittadino.

Poiché l’onere di dimostrare la regolare omologazione dello strumento ricadeva sull’amministrazione, e tale prova non è mai stata fornita nel corso del giudizio, il Tribunale ha concluso per la nullità degli accertamenti e, di conseguenza, ha annullato le ordinanze ingiunzione impugnate. Interessante notare che le spese di lite sono state interamente compensate tra le parti, in considerazione del fatto che l’orientamento giurisprudenziale decisivo si è consolidato solo dopo l’inizio della causa.

Conclusioni: Cosa Cambia per gli Automobilisti

Questa sentenza del Tribunale di Milano conferma un principio di fondamentale importanza a tutela dei diritti degli automobilisti. Non è sufficiente che un ente installi un autovelox; è necessario che questo dispositivo sia stato sottoposto al rigoroso iter di omologazione previsto dalla legge. In caso di multa, l’automobilista ha il diritto di richiedere e ottenere la prova di tale certificazione.

L’onere della prova spetta all’ente accertatore. Se quest’ultimo non è in grado di dimostrare, con documenti alla mano, che l’apparecchio è regolarmente omologato, il verbale di contestazione può essere annullato con successo. Questa decisione rafforza le garanzie difensive del cittadino e impone alle amministrazioni un maggiore rigore nella gestione e nell’utilizzo degli strumenti di rilevamento della velocità.

È sufficiente l’approvazione di un autovelox per rendere valida una multa per eccesso di velocità?
No, secondo la sentenza non è sufficiente. L’apparecchio deve essere “debitamente omologato”, poiché l’approvazione e l’omologazione ministeriale sono procedimenti con caratteristiche, natura e finalità diverse e non equipollenti sul piano giuridico.

Su chi ricade l’onere di dimostrare che l’autovelox è stato regolarmente omologato?
L’onere della prova documentale relativa all’omologazione ricade sull’ente accertatore (in questo caso, il Prefetto). Se l’ente non fornisce tale prova, l’accertamento è considerato illegittimo.

Perché il Tribunale ha accolto l’appello riformando la sentenza di primo grado?
Il Tribunale ha accolto l’appello perché ha ritenuto fondato il motivo relativo alla mancanza di omologazione dell’apparecchio. Ha applicato un recente orientamento della Corte di Cassazione, stabilendo che l’omologazione è un requisito indispensabile per la legittimità della sanzione e che la sua assenza non poteva essere superata dalla semplice approvazione del dispositivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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