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Omessa registrazione LUL: Sanzione legittima?

La Corte d’Appello di Genova ha riformato una sentenza di primo grado, confermando la legittimità di una sanzione amministrativa a carico di un’azienda per l’omessa registrazione LUL delle ore di lavoro straordinario di un dipendente. La Corte ha stabilito che la violazione sussiste a prescindere dal fatto che le ore extra siano state retribuite sotto un’altra voce, come “premio di operosità”. Ha inoltre ritenuto tempestiva la notifica del verbale, poiché il termine decorre dalla conclusione delle indagini, e ha considerato provata la violazione sulla base delle testimonianze raccolte.

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Pubblicato il 4 dicembre 2024 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Omessa Registrazione LUL: Sanzione Valida Anche se lo Straordinario è Pagato Altrimenti

Una recente sentenza della Corte d’Appello di Genova, Sezione Lavoro, ribadisce un principio fondamentale per tutti i datori di lavoro: la corretta tenuta dei registri obbligatori. Il caso analizzato chiarisce che l’omessa registrazione LUL delle ore di lavoro straordinario costituisce un illecito amministrativo sanzionabile, anche qualora tali ore vengano retribuite al dipendente sotto altre forme, come un “premio di operosità”. Questa decisione sottolinea l’importanza della trasparenza e della correttezza formale nella gestione dei rapporti di lavoro.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’ordinanza-ingiunzione emessa da un ente ispettivo nei confronti di una società e del suo legale rappresentante. La sanzione, pari a circa 4.000 euro, era stata irrogata per la mancata registrazione, sul Libro Unico del Lavoro (LUL), di numerose ore di straordinario prestate da un dipendente nell’arco di diversi anni.

La società si era opposta alla sanzione e, in primo grado, il Tribunale le aveva dato ragione, annullando il provvedimento. Il giudice aveva ritenuto fondate due eccezioni: la tardività della notifica del verbale di accertamento e la mancata prova della violazione. Secondo il Tribunale, inoltre, il fatto che l’azienda avesse comunque retribuito molte ore extra sotto la voce “premio di operosità” escludeva un danno per il lavoratore o un’evasione contributiva, rendendo la sanzione illegittima.

L’Appello e la Prova dell’Omessa Registrazione LUL

L’ente ispettivo ha impugnato la decisione di primo grado, contestandone le conclusioni. La Corte d’Appello ha accolto il ricorso, ribaltando completamente il verdetto. In primo luogo, i giudici hanno ritenuto ampiamente provata la violazione contestata. Le dichiarazioni testimoniali raccolte durante l’ispezione e confermate nel corso del processo (incluse quelle dello stesso lavoratore interessato e di suoi colleghi) erano concordi nel descrivere un orario di lavoro sistematicamente superiore a quello registrato sul LUL. Emergeva un quadro di circa 10 ore lavorative giornaliere dal lunedì al venerdì e 5 ore il sabato, a fronte delle sole 8 ore giornaliere (dal lunedì al venerdì) ufficialmente annotate. A rafforzare tale quadro probatorio, la Corte ha considerato anche una transazione con cui, in un separato giudizio, la società aveva riconosciuto al lavoratore una somma di 22.000 euro a titolo di differenze retributive e straordinari.

La questione della Tempestività della Notifica

La Corte ha respinto anche l’eccezione sulla tardività della notifica. Richiamando un consolidato orientamento giurisprudenziale, ha chiarito che il termine di 90 giorni previsto dalla legge per la contestazione dell’illecito non decorre dalla data della segnalazione iniziale, ma dal momento in cui l’accertamento può ritenersi compiuto. Nel caso di specie, le indagini erano state complesse, richiedendo accessi in azienda, esame di documenti e audizione di più persone. Pertanto, il tempo impiegato dall’ente per concludere le verifiche e notificare il verbale è stato considerato congruo e ragionevole, rispettando i termini di legge.

Le Motivazioni della Corte d’Appello

Il fulcro della decisione della Corte d’Appello risiede nella natura dell’illecito contestato. I giudici hanno specificato che la sanzione non riguardava l’omesso pagamento delle retribuzioni o l’evasione dei contributi, ma la violazione formale dell’obbligo di registrare fedelmente sul LUL tutte le ore di lavoro effettivamente prestate. L’omessa registrazione LUL è un illecito autonomo, che prescinde dalle conseguenze retributive o contributive.

L’obiettivo della norma, infatti, è garantire la trasparenza e la tracciabilità del rapporto di lavoro, a tutela sia del lavoratore che degli stessi organi di vigilanza. Di conseguenza, il fatto che l’azienda avesse corrisposto delle somme sotto la causale “premio di operosità” è stato ritenuto irrilevante ai fini della configurabilità dell’illecito amministrativo. La violazione consiste proprio nella mancata corrispondenza tra la realtà fattuale (le ore lavorate) e la rappresentazione documentale (le ore registrate sul LUL).

Le Conclusioni

La sentenza riafferma con forza l’importanza della corretta e veritiera compilazione del Libro Unico del Lavoro. Per i datori di lavoro, la lezione è chiara: qualsiasi ora di lavoro prestata, inclusi gli straordinari, deve essere meticolosamente registrata. Tentare di mascherare le ore extra con voci di pagamento generiche o diverse non solo non sana l’irregolarità, ma espone l’azienda a sanzioni amministrative. La trasparenza documentale non è un optional, ma un obbligo di legge la cui violazione è sanzionata a prescindere da altre considerazioni sul pagamento o meno delle spettanze al lavoratore.

Quando inizia a decorrere il termine di 90 giorni per notificare una violazione sul lavoro?
Secondo la Corte, il termine decorre dal momento in cui l’accertamento della violazione è compiuto o avrebbe potuto ragionevolmente esserlo. In caso di indagini complesse, che richiedono tempo per acquisire documenti e testimonianze, il termine parte dalla conclusione effettiva dell’istruttoria da parte dell’organo di vigilanza.

Pagare lo straordinario con una voce diversa in busta paga (es. “premio”) sana l’omessa registrazione sul LUL?
No. La sentenza chiarisce che la violazione contestata è l’omessa registrazione delle ore sul Libro Unico del Lavoro. Questo è un illecito formale e autonomo che sussiste indipendentemente dal fatto che quelle ore siano state retribuite o meno, anche se sotto una causale diversa. L’obbligo è di registrare la realtà effettiva del rapporto di lavoro.

Una conciliazione economica in un’altra causa tra datore e lavoratore ha valore di prova?
Sì, nel caso di specie la Corte ha considerato la transazione, con cui l’azienda ha pagato una somma considerevole al lavoratore per differenze retributive e straordinari, come un elemento che rafforzava la conclusione che le ore di straordinario erano state effettivamente svolte e non registrate, confermando così la fondatezza della contestazione mossa dall’ente ispettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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