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Omessa pronuncia: la Cassazione cassa la sentenza

Un committente cita in giudizio l’appaltatore per vizi in un’opera di ristrutturazione. L’appaltatore, a sua volta, chiama in causa il direttore dei lavori per essere manlevato da ogni condanna. La Corte d’Appello condanna l’appaltatore ma omette di decidere sulla domanda di garanzia. La Corte di Cassazione, rilevando l’errore di omessa pronuncia, cassa la sentenza e rinvia il caso al giudice d’appello per una nuova valutazione che includa la domanda di garanzia.

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Omessa Pronuncia: Quando il Giudice Dimentica una Domanda

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di omessa pronuncia, un vizio procedurale che può portare all’annullamento di una sentenza. Il caso riguarda una controversia nata da lavori di ristrutturazione e mette in luce l’importanza per il giudice di pronunciarsi su tutte le domande proposte dalle parti, incluse quelle di garanzia verso terzi. Vediamo nel dettaglio come si sono svolti i fatti e perché la Suprema Corte è intervenuta.

I Fatti di Causa: Dalla Ristrutturazione al Tribunale

La vicenda ha origine quando un committente cita in giudizio l’appaltatore responsabile dei lavori di ristrutturazione del suo immobile, lamentando la presenza di vizi e difetti. Il committente chiede un risarcimento del danno per le spese necessarie a eliminare i difetti e per il mancato utilizzo dell’immobile.

L’appaltatore si difende negando le accuse e, soprattutto, chiede di chiamare in causa il direttore dei lavori. La sua tesi è che, in caso di condanna, la responsabilità dovrebbe ricadere sul direttore dei lavori, dal quale chiede quindi di essere tenuto indenne (in gergo tecnico, “manlevato”).

Il Tribunale di primo grado rigetta la domanda del committente, ritenendo non provata la tempestiva denuncia dei vizi. In appello, la situazione si ribalta: la Corte d’Appello accoglie le ragioni del committente e condanna l’appaltatore a un risarcimento. Tuttavia, nella sua decisione, la Corte d’Appello ignora completamente la domanda di garanzia che l’appaltatore aveva riproposto nei confronti del direttore dei lavori. È proprio questo il punto cruciale che porta il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Domanda di Garanzia Ignorata e l’Omessa Pronuncia in Appello

Durante il giudizio di Cassazione, l’appaltatore e il committente raggiungono un accordo transattivo, chiudendo la loro controversia. L’appaltatore, però, mantiene vivo il ricorso nei confronti del direttore dei lavori, lamentando proprio l’omessa pronuncia da parte della Corte d’Appello.

Il secondo motivo di ricorso si fonda sulla violazione dell’articolo 112 del Codice di Procedura Civile, che impone al giudice di pronunciarsi su tutta la domanda e non oltre i limiti di essa. Avendo la Corte d’Appello condannato l’appaltatore, avrebbe dovuto necessariamente esaminare e decidere anche sulla sua richiesta di essere garantito dal direttore dei lavori. Non facendolo, ha lasciato una parte della controversia priva di una decisione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il motivo di ricorso relativo all’omessa pronuncia. Gli Ermellini hanno chiarito che, una volta accolta la domanda principale del committente contro l’appaltatore, il giudice di secondo grado aveva il dovere di pronunciarsi sulla domanda di garanzia che l’appaltatore aveva proposto nei confronti del terzo chiamato in causa, ovvero il direttore dei lavori.

La domanda di garanzia, assorbita in primo grado dal rigetto della domanda principale, era stata correttamente riproposta in appello e doveva essere esaminata. L’accordo transattivo tra le parti originarie non faceva venire meno l’interesse dell’appaltatore a una pronuncia sulla responsabilità del direttore dei lavori. L’accoglimento di questo motivo ha reso superfluo l’esame degli altri motivi di ricorso (relativi al presunto riconoscimento dei vizi e alle prove testimoniali), che sono stati dichiarati assorbiti.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione parziale del giudizio tra committente e appaltatore a seguito dell’accordo, ma ha accolto il ricorso dell’appaltatore nei confronti del direttore dei lavori. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa alla stessa Corte d’Appello, ma in diversa composizione.

Il nuovo giudice dovrà ora riesaminare la vicenda, pronunciandosi specificamente sulla domanda di garanzia dell’appaltatore verso il direttore dei lavori. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudice ha l’obbligo di rispondere a tutte le questioni sollevate dalle parti, garantendo che ogni domanda riceva una risposta e che nessuna pretesa resti “dimenticata” nel corso del giudizio.

Cosa significa “omessa pronuncia” in un processo civile?
Si ha un’omessa pronuncia quando il giudice non decide su una delle domande o eccezioni che le parti hanno sottoposto al suo esame. È un vizio della sentenza che viola il principio secondo cui il giudice deve pronunciarsi su tutto ciò che gli è stato chiesto.

Se le parti principali si accordano, cosa succede alla domanda di garanzia verso un terzo?
Come chiarito in questa ordinanza, l’accordo transattivo tra le parti principali (committente e appaltatore) non estingue automaticamente l’interesse di una di esse a ottenere una pronuncia sulla domanda di garanzia verso un terzo (il direttore dei lavori). Il giudizio su quella specifica domanda deve quindi proseguire.

Qual è la conseguenza di un’omessa pronuncia da parte della Corte d’Appello?
La conseguenza è la cassazione della sentenza, cioè il suo annullamento da parte della Corte di Cassazione. Il caso viene poi rinviato a un altro giudice dello stesso grado (in questo caso, un’altra sezione della Corte d’Appello) che dovrà emettere una nuova sentenza, decidendo anche sulla domanda che era stata precedentemente omessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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