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Offerta non formale: quando è valida per il debitore?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8763/2024, chiarisce i requisiti dell’offerta non formale. Un committente, dopo aver ricevuto una richiesta di pagamento per lavori edili, inviava un telefax offrendo una somma inferiore. La Corte ha stabilito che tale comunicazione non costituisce un’offerta non formale valida ai sensi dell’art. 1220 c.c., poiché non metteva effettivamente e immediatamente la somma a disposizione del creditore. Di conseguenza, il debitore è stato condannato al pagamento degli interessi maturati fino al momento del pagamento effettivo, avvenuto in corso di causa.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Offerta non formale: quando una promessa di pagamento non basta?

L’istituto dell’offerta non formale previsto dall’articolo 1220 del Codice Civile è uno strumento cruciale per il debitore che intende evitare le conseguenze negative del ritardo nel pagamento, come la maturazione degli interessi di mora. Tuttavia, quali sono i requisiti affinché tale offerta sia considerata valida ed efficace? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 8763/2024) fa luce sulla questione, stabilendo che una mera dichiarazione di intenti non è sufficiente: l’offerta deve essere reale, seria e concreta.

I Fatti del Caso: Dai Lavori Edili al Contenzioso

La vicenda trae origine da una controversia sul pagamento di alcuni lavori di muratura. Un artigiano, dopo aver completato le opere presso l’abitazione estiva di un cliente, richiedeva il pagamento di 4.800 euro. A seguito di un procedimento per accertamento tecnico preventivo, il valore delle opere veniva stimato in 2.200 euro.

Il cliente, tramite un telefax, dichiarava di voler offrire tale somma a saldo e stralcio. L’artigiano, non ricevendo alcun pagamento, decideva di agire in giudizio per ottenere la condanna del cliente al pagamento dell’intera somma richiesta o, in subordine, della somma accertata, oltre a interessi e rivalutazione.

Il Tribunale di primo grado, pur riconoscendo il credito dell’artigiano per 2.200 euro, dava atto del pagamento avvenuto in corso di causa (banco iudicis) e riteneva il telefax una valida offerta non formale, condannando l’attore al pagamento integrale delle spese legali. La Corte d’Appello, invece, ribaltava la decisione, sostenendo che il telefax non avesse natura di offerta valida e condannava il cliente al pagamento degli interessi e di metà delle spese di entrambi i gradi di giudizio. La questione è quindi giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Validità e Requisiti dell’Offerta Non Formale

Il nodo centrale della controversia ruota attorno all’interpretazione dell’art. 1220 c.c. e alla natura dell’offerta non formale. Può una semplice comunicazione, come un telefax, con cui il debitore dichiara la propria disponibilità a pagare, essere considerata sufficiente a escludere la mora?

La Corte di Cassazione è stata chiamata a determinare se, per essere efficace, l’offerta debba consistere in una mera dichiarazione o se richieda un atto concreto che metta la somma nella piena disponibilità del creditore, consentendogli di riceverla senza ulteriori accordi o formalità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sull’Offerta Non Formale

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del cliente, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo importanti chiarimenti sui requisiti dell’offerta non formale.

Richiamando la propria consolidata giurisprudenza, la Corte ha affermato che l’offerta ai sensi dell’art. 1220 c.c. esclude la mora del debitore solo se è reale ed effettiva. Questo significa che deve possedere i caratteri della serietà, tempestività e completezza. Non basta una semplice dichiarazione di disponibilità, ma è necessario che l’oggetto della prestazione (in questo caso, la somma di denaro) sia effettivamente messo a disposizione del creditore, in modo che quest’ultimo possa semplicemente accettare e ricevere il pagamento.

Nel caso specifico, il telefax inviato dal cliente era una mera dichiarazione di intenti e non un’offerta reale. La somma di 2.200 euro non era stata concretamente messa a disposizione dell’artigiano, il quale non avrebbe potuto incassarla sulla base di quella sola comunicazione. La Corte ha sottolineato che il comportamento successivo del debitore, ovvero il pagamento avvenuto banco iudicis alla prima udienza, non può sanare retroattivamente l’inefficacia della precedente offerta. La serietà e la tempestività devono essere valutate al momento in cui l’offerta viene fatta.

Infine, la Corte ha ritenuto corretta anche la ripartizione delle spese legali operata dalla Corte d’Appello. Sebbene la richiesta iniziale dell’artigiano fosse stata notevolmente ridotta, l’accoglimento parziale della domanda giustifica una compensazione parziale delle spese, ma non un’inversione totale dell’onere a carico della parte parzialmente vittoriosa.

Conclusioni: Cosa Implica questa Decisione per Debitori e Creditori

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: per evitare la mora e il conseguente addebito di interessi, il debitore deve fare di più che promettere di pagare. L’offerta non formale deve essere un atto concreto che renda la prestazione immediatamente fruibile per il creditore. Un debitore che intenda liberarsi dagli effetti del ritardo deve quindi assicurarsi di mettere la somma dovuta nella sfera di effettiva disponibilità del creditore, ad esempio tramite un assegno circolare o un bonifico, e non limitarsi a una semplice comunicazione. Per i creditori, questa pronuncia conferma il diritto a ricevere gli interessi di mora fino al momento in cui la somma dovuta non sia stata effettivamente e incondizionatamente messa a loro disposizione.

A cosa serve l’offerta non formale secondo la legge?
Secondo l’art. 1220 c.c., l’offerta non formale serve a evitare che il debitore sia considerato in mora, preservandolo dalla responsabilità per il ritardo e dalla conseguente maturazione degli interessi, a condizione che l’offerta sia stata fatta tempestivamente.

Un fax in cui si dichiara di voler pagare una somma è sufficiente come offerta non formale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che una mera dichiarazione di disponibilità all’adempimento, come un telefax, non costituisce un’offerta non formale idonea a escludere la mora del debitore, in quanto non mette effettivamente la prestazione a disposizione del creditore.

Cosa deve fare un debitore per effettuare un’offerta non formale valida?
Per essere valida, l’offerta non formale deve essere reale ed effettiva. Deve avere i caratteri di serietà, tempestività e completezza e consistere nell’effettiva introduzione dell’oggetto della prestazione (es. la somma di denaro) nella sfera di disponibilità del creditore, in modo che quest’ultimo possa riceverla senza bisogno di ulteriori accordi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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