LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Occupazione illegittima: no a danni presunti

Una società alberghiera chiede il risarcimento per l’occupazione illegittima di un locale da parte di una società di distribuzione elettrica. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni precedenti, rigetta la richiesta di risarcimento, stabilendo che il danno da occupazione illegittima non è presunto (in re ipsa), ma deve essere specificamente provato dal proprietario dimostrando una concreta perdita economica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Occupazione Illegittima: il Danno non è Automatico

L’occupazione illegittima di un immobile non garantisce di per sé il diritto al risarcimento del danno. È quanto emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha ribadito un principio fondamentale: il proprietario che subisce l’occupazione senza titolo deve fornire la prova concreta del pregiudizio economico sofferto. La mera indisponibilità del bene non è sufficiente. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla controversia tra una società proprietaria di un complesso alberghiero e una società di distribuzione di energia elettrica. Quest’ultima occupava un locale all’interno della struttura alberghiera con una cabina elettrica, a dire della proprietaria, senza alcun titolo legittimo fin dal 2002.

La società alberghiera ha quindi citato in giudizio la società di distribuzione chiedendo:
1. Il rilascio immediato del locale.
2. Il risarcimento dei danni derivanti dalla mancata disponibilità dell’immobile.

La società di distribuzione si è difesa sostenendo di avere diritto a occupare il locale sulla base di un contratto di fornitura stipulato nel 2007. Tuttavia, la società alberghiera ha replicato che tale contratto era cessato nel 2009, anno in cui aveva cambiato fornitore di energia.

Il Tribunale di primo grado ha ordinato il rilascio del locale ma ha respinto la domanda di risarcimento. La Corte d’Appello ha successivamente confermato questa decisione, rigettando sia l’appello della società di distribuzione (che voleva mantenere la cabina) sia quello della società alberghiera (che insisteva per i danni).

La Decisione della Cassazione sull’occupazione illegittima

Entrambe le parti hanno presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi, confermando di fatto la sentenza d’appello.

La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso della società di distribuzione per vizi procedurali, in quanto mescolava questioni di fatto e di diritto in modo inestricabile, tentando di ottenere un riesame del merito non consentito in sede di legittimità.

Di maggior interesse è la decisione sul ricorso della società alberghiera, la quale lamentava il mancato riconoscimento del danno da occupazione illegittima. L’albergo sosteneva che tale danno dovesse essere considerato in re ipsa, cioè presunto per il solo fatto dell’occupazione abusiva. Inoltre, si doleva del fatto che la Corte d’Appello non avesse considerato documenti che, a suo dire, provavano il danno (come la posizione strategica del locale e le offerte di locazione o vendita ricevute).

Le Motivazioni

La Cassazione ha smontato le argomentazioni della società alberghiera basandosi su principi consolidati, in particolare una fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite (n. 33645/2022).

Il punto centrale della motivazione è che il danno da occupazione illegittima non è mai presunto. Il proprietario non viene risarcito per la semplice perdita della facoltà astratta di godere del bene, ma per la perdita di una concreta possibilità di esercitare il proprio diritto.

Per ottenere il risarcimento, il proprietario deve allegare e provare specificamente il pregiudizio subito. Questo può consistere in:
* Danno emergente: la perdita di una specifica e concreta occasione di utilizzare direttamente l’immobile o di concederlo in locazione a terzi a un determinato canone di mercato.
* Lucro cessante: la perdita di opportunità vantaggiose, come la possibilità di vendere l’immobile a un prezzo superiore a quello di mercato o di affittarlo a un canone più elevato.

La prova può essere fornita anche tramite presunzioni, ma deve sempre essere ancorata a fatti concreti e specifici. Nel caso in esame, la società alberghiera non ha soddisfatto questo onere della prova.

Inoltre, la Corte ha dichiarato inammissibile anche il motivo relativo all’omesso esame dei documenti, poiché il ricorso non rispettava il principio di autosufficienza: non trascriveva il contenuto dei documenti né specificava in quali sedi processuali precedenti fossero stati discussi, impedendo alla Corte di valutarne la decisività.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato: chi subisce un’occupazione abusiva non può limitarsi a chiederne la cessazione, ma deve attivarsi per dimostrare con prove concrete il danno economico che ne è derivato. La sola affermazione di aver perso la disponibilità del bene non è sufficiente per ottenere un risarcimento. La decisione sottolinea l’importanza di una corretta impostazione processuale e del rispetto dell’onere della prova, elementi cruciali per la tutela effettiva dei propri diritti immobiliari.

L’occupazione illegittima di un immobile genera automaticamente un diritto al risarcimento del danno?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il danno da occupazione illegittima non è presunto (non è in re ipsa). Il proprietario deve allegare e provare specificamente il pregiudizio economico concreto che ha subito a causa della mancata disponibilità del bene.

Come deve essere provato il danno da occupazione illegittima?
Il proprietario deve dimostrare la perdita di una concreta possibilità di esercizio del diritto di godimento. Ad esempio, deve provare di aver perso un’occasione specifica di affittare l’immobile (danno emergente) o di venderlo a condizioni vantaggiose (lucro cessante). La prova può essere fornita anche tramite presunzioni basate su fatti noti e concreti.

Il diritto di un’azienda di distribuzione elettrica a mantenere una cabina in un immobile privato cessa se il proprietario cambia fornitore di energia?
Sì, nel caso specifico la Corte ha ritenuto che, una volta cessato il contratto di fornitura che legittimava la presenza della cabina, la detenzione del locale da parte della società di distribuzione non fosse più sorretta da alcun titolo giuridico, rendendo l’occupazione illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati