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Obbligo parcheggio gratuito: le eccezioni del Comune

Una cittadina ha impugnato alcune multe per sosta sulle strisce blu, lamentando la violazione dell’obbligo di prevedere stalli liberi. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20293/2024, ha accolto il ricorso del Comune, chiarendo che l’obbligo parcheggio gratuito non si applica nelle cosiddette “Zone A” (centri storici). In questi casi, l’esenzione è automatica e non richiede una specifica motivazione nella delibera comunale. Spetta però all’amministrazione dimostrare in giudizio che l’area rientri in tale classificazione.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obbligo parcheggio gratuito: la Cassazione fa chiarezza sulle eccezioni

La questione dell’obbligo parcheggio gratuito in presenza di stalli a pagamento (le cosiddette “strisce blu”) è un tema che tocca quotidianamente gli automobilisti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 20293 del 23 luglio 2024, offre un importante chiarimento sulle eccezioni a questa regola, in particolare per quanto riguarda i centri storici e le aree di pregio ambientale. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di un Comune contro la sentenza di un Tribunale che aveva annullato alcune multe per sosta irregolare. Una cittadina era stata multata per aver parcheggiato il proprio veicolo in spazi regolamentati a pagamento senza esporre il relativo biglietto. In sua difesa, l’automobilista aveva sostenuto che il Comune non avesse rispettato l’articolo 7 del Codice della Strada, il quale impone di riservare un’adeguata area a parcheggio libero nelle immediate vicinanze degli stalli a pagamento. Il Tribunale le aveva dato ragione, disapplicando la delibera comunale istitutiva delle strisce blu perché ritenuta priva di un’adeguata motivazione sul mancato rispetto di tale obbligo.

L’obbligo parcheggio gratuito e le sue eccezioni normative

Il principio generale, sancito dall’art. 7, comma 8, del Codice della Strada, è chiaro: se un Comune decide di istituire parcheggi a pagamento, deve garantire la presenza di un numero adeguato di parcheggi gratuiti nelle vicinanze. Questa regola, tuttavia, non è assoluta. La stessa norma prevede delle importanti eccezioni. L’obbligo parcheggio gratuito viene meno per:

* Aree pedonali e Zone a Traffico Limitato (ZTL).
* Le cosiddette “Zone A”, come definite dal D.M. 1444/1968, ossia quelle aree che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale (tipicamente i centri storici).
* Altre zone di particolare rilevanza urbanistica, individuate dalla giunta comunale, in cui sussistano specifiche esigenze e condizioni di traffico.

La distinzione fondamentale, evidenziata dalla Corte, risiede nella necessità di motivazione. Mentre per le prime tre categorie l’esenzione è automatica e prevista dalla legge (ex lege), per l’ultima categoria il Comune deve fornire una specifica motivazione che giustifichi la deroga.

La questione dell’onere della prova

Un altro aspetto cruciale affrontato dalla Corte riguarda l’onere della prova. Nel giudizio di opposizione a una sanzione amministrativa, l’amministrazione assume il ruolo di attore sostanziale. Pertanto, spetta a lei dimostrare la legittimità della propria pretesa. Ciò significa che, a fronte della contestazione dell’automobilista sulla mancanza di parcheggi liberi, è il Comune a dover produrre in giudizio la delibera che lo esonera da tale obbligo, provando ad esempio che l’area interessata rientra in una “Zona A”.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ritenendo che il Tribunale avesse commesso un errore di diritto. Il giudice di merito si era concentrato esclusivamente sulla presunta carenza di motivazione della delibera comunale, senza prima verificare se l’area in questione rientrasse in una delle categorie per cui l’esenzione dall’obbligo parcheggio gratuito è automatica. Secondo gli Ermellini, la motivazione sulle “particolari esigenze di traffico” è necessaria solo per le aree urbanistiche specifiche, non per le “Zone A”, le ZTL o le aree pedonali. Per queste ultime, la classificazione stessa dell’area è sufficiente a giustificare l’assenza di parcheggi gratuiti, in quanto l’esigenza di tutela del patrimonio storico-artistico o di limitazione del traffico è considerata prevalente e intrinseca alla natura della zona. Pertanto, il giudice avrebbe dovuto prima accertare la classificazione urbanistica delle vie in cui erano state elevate le multe e solo in un secondo momento, se non rientravano in una “Zona A”, valutare la motivazione della delibera. La Corte ha quindi cassato la sentenza e rinviato la causa al Tribunale per un nuovo esame che tenga conto di questo principio.

Le conclusioni

Questa ordinanza fornisce un’indicazione pratica fondamentale per gli automobilisti e le amministrazioni. L’obbligo parcheggio gratuito non è un dogma assoluto e incontra un limite importante nei centri storici e nelle aree di pregio. La presenza di sole strisce blu in queste zone è, in linea di principio, legittima. Tuttavia, in caso di contenzioso, è onere del Comune dimostrare che quella specifica area rientra effettivamente nella classificazione di “Zona A” o in un’altra delle categorie di esenzione. Per il cittadino che intende contestare una multa, non è sufficiente lamentare la generica assenza di parcheggi liberi, ma è necessario verificare la natura urbanistica dell’area in cui è avvenuta la sosta.

Il Comune è sempre obbligato a prevedere parcheggi gratuiti quando istituisce le strisce blu?
No. L’obbligo non sussiste in determinate aree come le zone pedonali, le Zone a Traffico Limitato (ZTL) e le cosiddette “Zone A” (centri storici o aree di pregio storico-artistico), per le quali l’esenzione è prevista direttamente dalla legge.

Cosa deve dimostrare il Comune in un giudizio di opposizione a una multa per sosta in zona a pagamento?
Se un cittadino contesta la mancanza di parcheggi liberi, il Comune ha l’onere di provare l’esistenza di una delibera che lo esonera da tale obbligo. Per le “Zone A”, deve dimostrare che l’area in cui è stata elevata la multa rientra in tale classificazione urbanistica.

La delibera comunale che istituisce i parcheggi a pagamento deve sempre essere motivata sulla mancanza di spazi liberi?
No. Una motivazione specifica sulle “esigenze e condizioni particolari di traffico” è richiesta solo per le “altre zone di particolare rilevanza urbanistica”. Per le aree come le “Zone A”, per le quali l’esonero dall’obbligo è automatico, tale motivazione non è necessaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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