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Obbligo di traduzione: sentenza in tedesco in Cassazione

La Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio civile perché la sentenza impugnata, proveniente dalla Sezione di Bolzano, era redatta in lingua tedesca e non tradotta. L’ordinanza interlocutoria ribadisce l’obbligo di traduzione a carico dell’ufficio giudiziario mittente, come previsto dalla normativa speciale per il Trentino-Alto Adige, rinviando la causa in attesa del documento in lingua italiana.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obbligo di Traduzione: Quando una Sentenza in Tedesco Ferma la Cassazione

Nel complesso iter della giustizia italiana, anche un dettaglio apparentemente formale può bloccare l’intero processo. Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione ne è un esempio lampante, ponendo al centro del dibattito l’obbligo di traduzione degli atti giudiziari redatti in lingua tedesca. Un’ordinanza interlocutoria ha sospeso un ricorso, non per questioni di merito, ma per un presupposto procedurale fondamentale: la mancanza della traduzione in italiano della sentenza impugnata. Questo provvedimento sottolinea l’importanza delle normative a tutela delle minoranze linguistiche e le loro implicazioni pratiche nei procedimenti giudiziari nazionali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia civile tra due soggetti. Uno di essi (il mandante) aveva conferito all’altro (il mandatario) l’incarico di vendere alcuni immobili. Eseguita la vendita, il mandatario tratteneva il ricavato, sostenendo di aver diritto a una compensazione per dei crediti pregressi che vantava nei confronti del mandante.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione al mandante, ritenendo che l’eccezione di compensazione sollevata dal mandatario fosse tardiva. La Corte d’Appello, sezione distaccata di Bolzano, aveva però ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado avevano accertato l’esistenza di un accordo preventivo tra le parti per una compensazione volontaria (ai sensi dell’art. 1252 c.c.), autorizzando di fatto il mandatario a trattenere le somme. Il mandante, insoddisfatto, proponeva quindi ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte: Focus sull’Obbligo di Traduzione

Arrivato il fascicolo dinanzi alla Suprema Corte, i giudici si sono trovati di fronte a un ostacolo insormontabile per l’esame del ricorso. La sentenza della Corte d’Appello di Bolzano, oggetto dell’impugnazione, era stata prodotta in atti esclusivamente in lingua tedesca. La Cassazione ha quindi emesso un’ordinanza interlocutoria, con la quale ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo. La decisione non entra nel merito della controversia sulla compensazione, ma si concentra interamente sulla violazione di un preciso obbligo di traduzione imposto dalla legge.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sul d.p.r. 15 luglio 1988, n. 574, che attua lo Statuto speciale per la Regione Trentino Alto-Adige in materia di uso della lingua tedesca nei procedimenti giudiziari. L’articolo 25 di tale normativa stabilisce chiaramente che gli atti processuali e le sentenze redatti in lingua tedesca, quando devono essere trasmessi a organi giurisdizionali situati fuori dalla regione (come la Corte di Cassazione a Roma), devono essere tradotti in lingua italiana.

La motivazione della Suprema Corte è stata netta: affinché il ricorso possa essere vagliato, è indispensabile che la sentenza impugnata sia disponibile in una versione italiana la cui conformità sia garantita. Aspetto cruciale, la Corte ha specificato che tale onere non grava sulle parti processuali, bensì sull’ufficio giudiziario che ha emesso l’atto e ne cura la trasmissione. È quindi la Cancelleria della Corte d’Appello di Trento, sezione di Bolzano, a dover provvedere alla traduzione e a inviarla alla Cassazione.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria in esame offre un importante spunto di riflessione sulle garanzie procedurali e sul funzionamento della giustizia in un ordinamento che tutela le minoranze linguistiche. La decisione dimostra come il rispetto delle norme procedurali, incluso l’obbligo di traduzione, sia un prerequisito essenziale per l’esercizio della giurisdizione. Il caso viene messo in pausa, in attesa che un adempimento formale, ma sostanziale, venga compiuto. Ciò garantisce che la Suprema Corte possa deliberare con piena e certa cognizione del provvedimento impugnato, assicurando il corretto svolgimento del processo e la tutela dei diritti di tutte le parti coinvolte.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la sentenza impugnata, emessa dalla Corte d’Appello di Bolzano, era stata depositata in lingua tedesca senza la necessaria traduzione ufficiale in lingua italiana, rendendo impossibile il suo esame.

Chi è responsabile della traduzione della sentenza in lingua italiana?
La responsabilità della traduzione non è a carico delle parti, ma dell’ufficio giudiziario che ha emesso l’atto e lo trasmette. In questo caso, la Corte d’Appello di Trento, Sezione Distaccata di Bolzano, deve provvedere alla traduzione a propria cura e spese.

Qual è la base normativa per l’obbligo di traduzione in questo caso?
La base normativa risiede nel d.p.r. 15 luglio 1988, n. 574 (e successive modifiche), che attua lo Statuto speciale per la Regione Trentino Alto-Adige e regola l’uso della lingua tedesca nei procedimenti giudiziari, imponendo la traduzione per gli atti trasmessi fuori dalla regione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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