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Obbligo di segnalazione notaio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a un notaio per la mancata segnalazione di un’operazione sospetta di antiriciclaggio. Il caso riguardava un aumento di capitale di 8 milioni di euro a favore di due società italiane, realizzato tramite il conferimento di titoli da parte di un’opaca società scozzese. La Corte ha stabilito che l’obbligo di segnalazione del notaio sorge in presenza di indici oggettivi di anomalia, come l’ingente valore, la complessità dell’operazione e l’impossibilità di identificare il titolare effettivo, a prescindere dalla prova concreta di un reato a monte. La sanzione originaria di 200.000 euro è stata ritenuta congrua nella misura ridotta a 100.000 euro.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obbligo di Segnalazione Notaio: Quando Scatta e Perché

La normativa antiriciclaggio impone ai professionisti, inclusi i notai, un ruolo cruciale di presidio della legalità. Tra i doveri più importanti vi è l’obbligo di segnalazione del notaio per le operazioni sospette. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i contorni di questo dovere, stabilendo che la segnalazione è necessaria anche in assenza di prove certe di un reato, basandosi su indici oggettivi di anomalia. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: un Aumento di Capitale Sospetto

La vicenda trae origine da due operazioni societarie rogitate da un notaio. Si trattava di aumenti di capitale per un valore complessivo di 8 milioni di euro a favore di due società italiane scarsamente capitalizzate. A sottoscrivere gli aumenti era una società scozzese, che apportava titoli obbligazionari emessi da una società statunitense.

Le autorità contestavano al professionista di non aver segnalato l’operazione come sospetta. Gli elementi che avrebbero dovuto allarmarlo erano molteplici: l’ingente valore dell’operazione, la sproporzione rispetto al capitale delle società beneficiarie, la complessità della struttura internazionale (società scozzese e titoli statunitensi) e, soprattutto, l’impossibilità di identificare il titolare effettivo della società scozzese, a causa del regime di segretezza previsto dal diritto societario di quel paese.

L’Obbligo di Segnalazione del Notaio e la Decisione della Corte

Il notaio si difendeva sostenendo che non vi fossero elementi concreti per sospettare un’attività di riciclaggio. Tuttavia, sia in primo grado che in appello, i giudici avevano confermato la sanzione, seppur riducendola. La Corte di Cassazione, adita dal professionista, ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della sanzione.

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’obbligo di segnalazione del notaio non richiede la prova di un reato a monte. Esso funge da “filtro”, attivandosi in presenza di elementi oggettivi che rendono l’operazione anomala e potenzialmente a rischio. Il professionista deve valutare le caratteristiche, l’entità e la natura dell’operazione, segnalando ogni situazione che presenti profili di incoerenza o opacità.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha specificato che gli elementi presenti nel caso di specie erano più che sufficienti a far sorgere un ragionevole sospetto. In particolare, i giudici hanno sottolineato che:

1. Indici Oggettivi di Anomalia: La combinazione tra l’elevato valore (8 milioni di euro), la scarsa capitalizzazione delle società italiane, le modalità atipiche di conferimento (titoli obbligazionari esteri non negoziati su mercati regolamentati) e l’opacità dei soggetti stranieri costituiva un quadro oggettivamente anomalo.
2. L’Opacità come Aggravante: Lungi dall’essere una scusante, l’impossibilità di identificare il titolare effettivo della società scozzese a causa del regime di segretezza societaria estero era un fattore che avrebbe dovuto aumentare il livello di allerta del notaio. Tale opacità, infatti, rendeva la fattispecie ancora più a rischio, rafforzando il dovere di segnalazione.
3. La Funzione della Segnalazione: L’obbligo di segnalazione serve a consentire all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) di effettuare gli approfondimenti necessari. Il ruolo del professionista è quello di intercettare le anomalie e portarle all’attenzione dell’autorità competente, non di condurre indagini per accertare la commissione di un reato.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rappresenta un monito importante per tutti i professionisti soggetti alla normativa antiriciclaggio. La decisione chiarisce che la diligenza richiesta non si ferma alla mera raccolta documentale, ma implica una valutazione critica e sostanziale dell’operazione nel suo complesso. La presenza di “campanelli d’allarme” oggettivi, come quelli evidenziati nel caso in esame, impone di procedere con la segnalazione. Ignorare tali indici, anche in assenza di una prova conclamata di riciclaggio, espone il professionista a gravi sanzioni, confermando il suo ruolo essenziale come primo baluardo a tutela della legalità economica.

Quando sorge l’obbligo di segnalazione per un notaio in un’operazione finanziaria?
L’obbligo di segnalazione sorge in presenza di elementi oggettivi di anomalia (come l’ingente valore, la provenienza atipica dei fondi, la sproporzione dell’operazione o l’opacità dei soggetti coinvolti) che facciano sospettare un possibile collegamento con attività di riciclaggio, anche senza la prova certa di un reato sottostante.

L’impossibilità di identificare il titolare effettivo di una società estera esonera il professionista dall’obbligo di segnalazione?
No, al contrario. Secondo la Corte, l’impossibilità di acquisire informazioni sul titolare effettivo a causa di limiti normativi esteri (come la segretezza societaria) rende la transazione ulteriormente opaca e, di conseguenza, rafforza e rende ancora più necessario l’obbligo di segnalazione.

Come viene determinata la gravità di una violazione antiriciclaggio ai fini della sanzione?
La gravità della violazione, e quindi l’entità della sanzione, viene determinata tenendo conto di specifici indici previsti dalla legge, come l’ingente entità dei valori coinvolti, la riferibilità dell’operazione a soggetti giuridici connotati da opacità (come una private limited company estera) e la concreta apprezzabilità della sussistenza dei presupposti per la segnalazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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