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Obbligo di informativa: la Cassazione tutela lo straniero

La Corte di Cassazione ha annullato la convalida di un trattenimento di un cittadino straniero, stabilendo che l’obbligo di informativa sul diritto di chiedere protezione internazionale è un requisito fondamentale e inderogabile. La Corte ha chiarito che tale dovere sussiste anche quando lo straniero dichiara di essere arrivato in Italia per motivi economici. La semplice dicitura burocratica di ‘aver informato’ non è sufficiente a provare l’adempimento di tale obbligo, rendendo illegittimo il conseguente decreto di respingimento e il trattenimento.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obbligo di Informativa: Un Diritto Fondamentale per Ogni Straniero

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5797 del 2024, ha riaffermato un principio cruciale in materia di immigrazione: l’obbligo di informativa sulla possibilità di richiedere la protezione internazionale è un diritto fondamentale che deve essere garantito a ogni straniero al suo arrivo in Italia. Questa pronuncia chiarisce che tale dovere non può essere eluso nemmeno di fronte a una dichiarazione dello straniero di essere un migrante economico. La mancata informazione rende illegittimi i successivi atti di respingimento e trattenimento.

I Fatti del Caso: Dall’Arrivo al Decreto di Trattenimento

Il caso riguarda un cittadino tunisino giunto a Lampedusa. Dopo lo sbarco, veniva trasferito in un hotspot per l’identificazione e successivamente presso gli uffici della Questura, dove gli veniva notificato un decreto di respingimento. Contestualmente, veniva emesso un decreto di trattenimento presso un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR). L’amministrazione sosteneva che lo straniero era stato informato della possibilità di chiedere protezione internazionale, ma che non se ne era avvalso, avendo dichiarato di essere venuto in Italia per cercare lavoro.

Il Procedimento di Convalida e il Ricorso in Cassazione

Il Giudice di Pace convalidava il trattenimento, ritenendo che la dichiarazione dello straniero di essere un migrante economico fosse sufficiente a escludere la necessità di ulteriori approfondimenti sul suo diritto alla protezione. Contro questa decisione, lo straniero proponeva ricorso per cassazione, lamentando proprio la violazione del suo diritto a essere informato, un presupposto essenziale per poter esercitare consapevolmente la facoltà di chiedere asilo.

L’Obbligo di Informativa Secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente la decisione del giudice di merito. La sentenza si fonda sull’articolo 10-ter del Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/98) e sulla normativa europea, in particolare la Direttiva 2013/32/UE. Questi testi normativi impongono un preciso obbligo di informativa a carico delle autorità di frontiera.

le motivazioni

La Corte ha specificato che l’informativa deve essere fornita a tutte le persone soccorse in mare o rintracciate durante l’attraversamento irregolare della frontiera. Si tratta di un’informativa a ‘largo raggio’, che non dipende da una preventiva manifestazione di interesse da parte dello straniero. Lo scopo è proprio quello di mettere la persona, spesso in condizioni di vulnerabilità, nella posizione di fare una scelta consapevole. Una dichiarazione resa ‘al buio’, ovvero prima di aver ricevuto una completa spiegazione sulle possibili alternative legali (come la protezione internazionale), non può essere considerata una valida rinuncia a un diritto.

Inoltre, la Cassazione ha sottolineato che non è sufficiente una generica affermazione nel decreto di respingimento secondo cui ‘il soggetto è stato compiutamente informato’. Questa è considerata una mera formula di stile, priva di valore probatorio. Spetta all’amministrazione dimostrare concretamente quando e come l’informativa sia stata fornita, specificando la lingua utilizzata e l’eventuale presenza di un interprete o mediatore culturale. In assenza di tale prova, la procedura è viziata.

le conclusioni

La sentenza stabilisce due principi di diritto fondamentali. Primo, ai sensi dell’art. 10 ter D.lgs. 286/1998, l’informativa sulla protezione internazionale è un obbligo che sussiste anche se lo straniero non ha manifestato l’esigenza di chiederla. Secondo, una generica indicazione nel provvedimento amministrativo non basta a ritenere assolto tale obbligo se contestato dall’interessato. Di conseguenza, la Corte ha cassato senza rinvio il decreto di convalida, annullando il trattenimento perché basato su un presupposto illegittimo. Questa decisione rafforza le garanzie procedurali a tutela dei diritti fondamentali dei migranti al loro arrivo sul territorio nazionale.

L’autorità italiana deve informare uno straniero sulla possibilità di chiedere asilo anche se dichiara di essere venuto in Italia solo per lavorare?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’obbligo di informativa previsto dall’art. 10 ter del D.Lgs. 286/1998 è un dovere che prescinde dalla preventiva manifestazione di interesse dello straniero e sussiste anche se questi dichiara di non voler chiedere protezione internazionale.

Cosa succede se il decreto di respingimento afferma genericamente che lo straniero è stato informato dei suoi diritti?
Questa affermazione generica non è sufficiente a dimostrare che l’obbligo di informativa sia stato assolto. Se l’interessato contesta di aver ricevuto l’informativa, spetta all’amministrazione provare quando e come questa è stata fornita in modo comprensibile, altrimenti il provvedimento di respingimento e il conseguente trattenimento sono illegittimi.

La dichiarazione di essere un migrante economico, resa prima di ricevere informazioni, preclude il diritto alla protezione internazionale?
No. Una dichiarazione resa ‘al buio’, cioè prima di essere stati adeguatamente informati sulle possibili alternative e procedure, non può essere considerata una rinuncia valida al diritto di chiedere protezione internazionale e non fa venire meno il dovere delle autorità di fornire una completa informativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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